Gianluigi Nuzzi è un giornalista di grande talento e di grande versatilità. Volto noto della tv, conduce attualmente il programma Quarto Grado su Rete 4. Ha scritto e scrive per diversi giornali. E’ autore di libri d’inchiesta di grande successo (Vaticano S.p.A. best seller nel 2009, è stato tradotto in quattordici lingue). L’ultima sua fatica è “I predatori (tra noi). Soldi, droga, strupri. La deriva barbarica degli italiani” (Rizzoli, 288 pagine, 19 euro). Nel libro Nuzzi affresca ciò che di violento e di tossicamente maschilista si nasconde dietro le quinte di una Milano in apparenza tutta luccichii, bon vivre, rampantismo arrivista, quattrini e baccanali.
Il giornalista meneghino allinea alcuni episodi di cronaca nera che negli ultimi mesi hanno occupato le prime pagine dei giornali e che egli racconta esponendo una documentazione formidabile infarcita di dettagli inediti ricavati da atti giudiziari e da interviste esclusive con i protagonisti: dalla Terrazza Sentimento di Alberto Genovese alla vicenda dell’imprenditore farmaceutico che narcotizzava le ragazze che andavano a chiedere la possibilità di uno stage, Nuzzi snocciola un triste calvario di storie di violenza, droga, sesso e brutalità che traccia i contorni di un fenomeno che sarebbe devastante ignorare.
Nuzzi, da cosa l’è venuta l’idea di questo libro?
“Dalle tante storie di violenza subite da giovani donne consumatesi a Milano e non solo. Un fenomeno che è in preoccupante aumento e di cui non si può non tener conto. Queste piovere ragazze sono vittima di una strategia precisa: vengono prima stordite e rese innocue attraverso sostanza micidiali come la cosiddetta droga dello stupro, le benzodiazepine, la ketamina. Dopo arriva lo stupro”.
Sono le sostanze usate da quelli che lei definisce i predatori sessuali
“Esatto, Sostanze utilizzate da questi personaggi per soddisfare i propri riti. Ripeto: è un fenomeno da non sottovalutare ma che al contrario va studiato con precisione, attraverso dati ed elementi anche inediti come ho fatto io nel mio libro. E’ nostro dovere difendere i nostri figli e le nostre figlie”
I “predatori sessuali” sono persone le più insospettabili, magari abitano sul tuo stesso pianerottolo
“Vero, sono persone apparentemente come noi, affabili, esponenti della borghesia italiana, imprenditori, gente al di sopra di ogni sospetto ma condizionata e influenzata da forme di narcisismo pericolose che esercita attraverso l’orrore della violenza verso le donne. Colpiscono in maniera melliflua, attraverso la manipolazione. Anche nelle circostanze apparentemente più banali, come quella di una mamma che porta la propria figliola a scuola. Il modus operandi è più o meno sempre lo stesso: un colloquio di lavoro, ad esempio, durante il quale versano una droga nel cocktail ed abusano della ragazza che hanno di fronte”.
Che ruolo può avere la famiglia nell’arginare questa piaga?
“Un ruolo fondamentale. Il problema che stiamo affrontando è il risultato di una miscela infernale uno degli elementi della quale è lo scarso dialogo tra figli e genitori. Occorre dirsi la verità in casa. Il genitore deve capire se la propria figlia mente dicendogli che sta andando a dormire in casa di una sua amica e invece se ne va in discoteca. Occorrono controlli, non ci vuol nulla a procurarsi benzodiazepine o un comunissimo Xanax magari utilizzato da papà o mamma. Non dimentichiamo oltretutto che i farmaci di cui stiamo parlando hanno il devastante effetto di cancellare la memoria. Devo anche dire che le vittime di questi uomini senza scrupoli nella stragrande maggioranza dei casi vengono da famiglie normalissime. Nessuna situazione di degrado le riguarda”
Poi c’è il web da tenere sotto controllo
“I predatori sessuali pescano nella rete le proprie vittime. E’ quello il loro terreno di caccia. Studiano le ragazze a lungo, cercando di capire quelle potenzialmente disinibite o volubili”
Quale in particolare dei casa analizzati nel libro l’ha colpita più degli altri?
“Il caso Genova, lo squallore dell’ambito, la ragazza vittima del branco. Cui s’accompagna l’omertà dei giovani: molti sanno ma quando li si interroga fanno finta di niente, si girano dall’altra parte”