Nel 2021, si sono verificati nel Lazio 17.486 incidenti stradali che hanno causato la morte di 288 persone e il ferimento di altre 23.048. Lo rivela il “focus” dedicato alla nostra regione pubblicato dall’Istat.
I dati Istat sugli incidenti stradali: numeri in crescita dopo il lockdown
Va ricordato, come segnalano dall’Istat, che il 2021 è caratterizzato dalla ripresa graduale delle attività e del traffico stradale ma risente ancora di periodi di lockdown leggeri attuati durante l’anno e diversificati sul territorio. Rispetto al 2020 aumentano gli incidenti (+31,5%), le vittime della strada (+10,3%) e i feriti (+29,2%); per gli incidenti e i feriti gli incrementi sono maggiori di quelli rilevati nell’intero Paese (rispettivamente +28,4% e +28,6%) mentre per il numero delle vittime della strada l’incremento è minore di quanto registrato a livello nazionale (+20,0%).
Nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si sono ridotte nel Lazio del 38,4%, meno della media nazionale (-42,0%); fra il 2010 e il 2021 si registrano variazioni, rispettivamente di -36,0% e -30,1%. Nello stesso periodo l’indice di mortalità sul territorio regionale rimane pressoché invariato (1,6 deceduti ogni 100 incidenti nel 2010 e 1,7 nel 2021), valore leggermente inferiore alla media nazionale (1,9 decessi ogni 100 incidenti). Nel 2021 l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) deceduti in incidente stradale si attesta su un valore inferiore alla media Italia (37,5% contro 43,9%).
I costi sociali degli incidenti stradali nel Lazio è valutato pari a 1,8 miliardi di euro (311,2 euro pro capite). La regione incide per il 10,9% sul totale nazionale.
Gli incidenti nelle province
Il maggior numero in assoluto di incidenti, nel 2021, si è verificato ovviamente nella provincia di Roma (14.031) facendo registrare 182 morti e 17.896 feriti; subito dopo c’è la provincia di Latina con 1.513 sinistri, 53 morti e 2.269 feriti; quindi la provincia di Frosinone con 883 incidenti, 28 morti e 1.383 feriti, seguono la provincia di Viterbo con 713 sinistri, 12 morti e 1.018 feriti e quella di Rieti con 346 incidenti, 13 morti e 482 feriti.
Piccoli segni di miglioramento
L’indice di lesività, tra il 2020 e il 2021 migliora leggermente (passa da 134,1 a 131,8) e diminuiscono anche sia l’indice di mortalità (da 2,0 a 1,7 decessi ogni 100 incidenti) che quello di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato 100), che diminuisce da 1,4 a 1,2.
“L’incidentalità stradale – spiega l’Istat – è più alta nei capoluoghi, sul litorale e nelle province di Roma, di Frosinone e di Rieti, dove si concentrano i comuni in cui sono verificati più di 1,9 incidenti ogni 1.000 abitanti. Gli indici di mortalità e di gravità raggiungono i valori più elevati (rispettivamente, oltre 9 morti ogni 100 incidenti stradali e 5,1 morti ogni 100 persone morte o ferite in incidenti stradali), soprattutto tra i comuni delle province di Frosinone e Latina. L’indice di lesività raggiunge i valori più elevati (oltre 149,9 feriti ogni 100 incidenti stradali) nei comuni situati prevalentemente nelle province di Frosinone e Roma”.
Le strade urbane più a rischio
Il maggior numero di incidenti (13.414, il 76,7% del totale) si è verificato, nel 2021, sulle strade urbane, provocando 161 morti (55,9% del totale) e 16.918 feriti (73,4%). Rispetto all’anno precedente i sinistri aumentano su tutte le categorie di strada ma l’incremento maggiore si verifica sulle strade urbane (+33,0%), seguite dalle altre strade (+27,5%) e dalle autostrade (+24,4%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (3,5 decessi ogni 100 incidenti) e su autostrade e raccordi (2,1 ogni 100).
I mesi, giorni e orari più a rischio
Le misure di contenimento adottate per contrastare la pandemia e i periodi di lockdown attuati nei primi mesi dell’anno hanno influito sulla distribuzione temporale degli incidenti stradali sull’intero territorio nazionale.
Nel periodo gennaio-aprile si sono registrati nel Lazio 4.301 incidenti (24,6% del totale) mentre tra maggio e settembre, in coincidenza della riapertura di gran parte delle attività e del periodo di maggiore mobilità per vacanze, se ne contano 7.923 (il 45,3% di quelli avvenuti durante l’anno) in cui hanno subito lesioni 10.630 persone (46,1%) e 136 sono decedute (47,2%). Il 75,3% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8 e le 20 ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia oraria tra le tre e le quattro del mattino (4,2 morti ogni 100 incidenti), tra le 23 e le 24 (3,4 morti ogni 100 incidenti) e tra l’una e le due (3,2), valori superiori alla media giornaliera (1,7) (Figure 6 e 7). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 40,2% degli incidenti notturni, il 47,1% delle vittime e il 42,0% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 2,8 decessi ogni 100 incidenti. I valori più elevati si registrano il venerdì e il sabato notte (rispettivamente 3,4 e 3,1 morti ogni 100 incidenti).