Sulla vicenda dei rapporti con la cooperativa Karibu, il Campidoglio di fatto scarica le responsabilità al Comune di Latina.
Tutte le fatture emesse dal Comune di Roma a favore della cooperativa Karibu a Latina, attenzionata dalle indagini relative alla sua presidente, Marie Therese Mukamitsindo, sono state fatte fino a quando la posizione della cooperativa risultava regolare sia rispetto agli enti di previdenza, sia rispetto all’Agenzia delle entrate.
Il dipartimento delle Politiche sociali di Roma Capitale, per di più, ha svolto fin dal 2013 controlli anche sulla qualità dell’accoglienza dei minori nella struttura per minori con la quale era convenzionata, senza riscontrare alcuna irregolarità.
KARIBU: LA COMMISSIONE
Lo hanno spiegato dalla commissione capitolina Politiche sociali, presieduta dalla consigliera Dem Nella Converti, la direttrice del dipartimento Politiche sociali e Michela Micheli e la responsabile della direzione Servizi Alla Persona Angela Di Prinzio.
“La certificazione Durc, che si rinnova ogni 120 giorni, è stata controllata regolarmente dalle strutture comunali dal 2013, non riscontrando alcuna difficoltà fino al 27 ottobre 2022, quando è risultata negativa per due posizioni di debito: con l’Inps per 57.400 euro e di 244 euro con Inail. Abbiamo bloccato il pagamento delle fatture e siamo subentrati con un intervento sostitutivo a favore degli enti previdenziali”, ha spiegato la direttrice Micheli.
L’ultima fattura pagata alla cooperativa Karibu “è stata liquidata a luglio 2022 per servizi svolti nel maggio-giugno ed ammonta a 54.600 euro”, ha riferito Micheli. La direttrice Di Prinzio ha spiegato, inoltre, che “è il Comune di Latina responsabile di rilasciare l’autorizzazione a operare delle strutture del suo territorio. Abbiamo effettuato verifiche regolari, e scritto una nota al Comune di Latina per chiedere se fosse ancora vigente l’autorizzazione. C’è stato risposto l’altro ieri confermando la vigenza dell’autorizzazione”.
Nel frattempo, alla luce del provvedimento della procura di Latina “abbiamo ritenuto opportuno lo spostamento dei ragazzi, che è avvenuto entro il 13 dicembre, salvo un minore che compiva 18 anni il 18 dicembre e che abbiamo lasciato lì”, ha aggiunto Di Prinzio. Il Campidoglio ha, comunque, sottolineato di aver svolto sopralluoghi “che non hanno rilevato circostanze di abuso o mancanza di servizi – ha confermato Di Prinzio -. Erano presenti tutti gli operatori previsti nelle convenzioni”.