Comune di Frosinone di nuovo condannato a risarcire la Delta Lavori, Marzi mette in guardia la Giunta comunale: la revoca dell’appalto dei lavori sulla Monti Lepini è stata un errore e anche l’esecutivo, all’epoca guidato dall’oggi onorevole Nicola Ottavini, ha le sue responsabilità.
La Giunta, da parte sua, alla cui guida oggi c’è il sindaco Riccardo Mastrangeli, gioca una nuova carta giudiziaria e, oltre ad annunciare appello contro il provvedimenti di condanna, agisce verso quanti erano imputati nell’inchiesta penale relativa agli stessi lavori – quel procedimento si è chiuso per prescrizione – chiedendo un cospicuo risarcimento danni in sede civile, sperando così, forse, di mitigare la responsabilità erariale.
L’avvertimento di Marzi
Una tegola sui conti pubblici del Comune di Frosinone, che dovrebbe far scattare un campanello d’allarme. O almeno così la pensa il consigliere comunale di minoranza Domenico Marzi, avvocato, che nel corso della seduta di Consiglio di mercoledì scorso, dedicata al ‘question time’, ha posto all’attenzione dell’aula la gravità delle due sentenze della magistratura civile che condannano il comune di Frosinone a risarcire circa 4,2 milioni di euro alla ditta di costrizioni sorana Delta Lavori Spa, che aveva vinto a suo tempo l’appalto per i lavori sulla Monti Lepini poi revocatole.
Il Tribunale: revoca illegittima, la Delta va risarcita
Quella revoca è stata ritenuta dal Giudice delle Imprese illegittima. Per questo oggi il Comune deve pagare. Marzi ha evidenziato anche la responsabilità finale in tale decisone dell’esecutivo, che avrebbe potuto e dovuto rilevare eventuali profili di non correttezza nella scelta di risolvere il contratto d’appalto e, quindi, agire in autotutela. Non lo ha fatto. Lo hanno fatto i giudici condannando l’ente.
Il Comune annuncia ricorsi e una nuova causa
Il Comune ricorrerà in appello. Contro entrambi i provvedimenti sfavorevoli (contro il primo ha già incaricato il legale) ma la battaglia giudiziaria si allarga e si arricchisce di un nuovo capitolo, già annunciato dal sindaco, Riccardo Mastrangeli, poco dopo il suo insediamento, con una relazione al Consiglio sullo stato del contenzioso con la Delta.
Il Comune ha deciso, infatti, di agire contro i soggetti (ex amministratori comunali, ex tecnici e rappresentanti della società Delta) per ottenere un risarcimento del danno subito, compreso il danno di immagine che è derivato dalla vicenda giudiziaria penale.
Di fatto, si tratta della trasposizione in sede civile delle rivendicazioni che il Comune aveva già formulato davanti alla giustizia penale tramite la costituzione di parte civile, nel procedimento finito in prescrizione.
Danno d’immagine, una scelta insolita
Marzi, però, ha rilevato la stranezza di tale decisione, con la notifica di citazioni alle persone coinvolte nel processo, ma non proprio a tutte. Inoltre, ha rilevato come forse sia la prima volta che una pubblica amministrazione procede per danno d’immagine, richiedendo anche una cospicua somma. Il consigliere di minoranza ha detto di temere, invece, che la Giunta stia tentando un’azzardata mossa per provare a compensare le somme che l’ente deve sborsare per l’errata gestione del contratto con la Delta tramite improbabili risarcimenti per l’immagine danneggiata, così da limitare il più possibile le conseguenze erariali, causate dall’illegittima – ad oggi – revoca dell’appalto.
Appalto Monti Lepini, storia senza fine
La vicenda dell’appalto per i lavori della Monti Lepini è vecchia di alcuni lustri, ha investito diverse amministrazioni comunali di colore opposto ed ha impegnato e sta impegnando le aule della giustizia sia civile che amministrativa, sia penale che erariale.
La Delta Lavori sin dall’aggiudicazione dell’appalto aveva iniziato a formulare tutta una serie di riserve sui lavori. Famosa la questione della realizzazione di un sottopasso, previsto a Madonna della Neve, ma irrealizzabile, tanto che alla fine è stato tolto dal progetto. Per il Comune, oggi, i problemi sarebbero derivati proprio da una errata progettazione dei lavori fatta all’epoca del sindaco Michele Marini.
L’enorme contenzioso che si è generato negli anni ha convinto, nel 2016, l’allora dirigente dell’ufficio tecnico proporre alla Giunta comunale, all’epoca come detto guidata da Nicola Ottaviani, di risolvere il contratto d’appalto.
La giunta aveva condiviso l’azione proposta dal dirigente ed inevitabilmente tutta la materia si è spostata nelle aule di giustizia.
La magistratura penale, nel frattempo, si era già messa al lavoro, indagando per ipotesi di corruzione e turbativa d’asta in merito alle modalità di affidamento dei lavori alla Delta. La vicenda penale si è chiusa con una sentenza di prescrizione (solo uno degli imputati ha patteggiato).
Si è mossa anche la magistratura contabile, ma il procedimento davanti alla Corte dei Conti si è fermato in attesa del pronunciamento del giudice penale. Ad ogni modo la procura contabile era determinata a chiedere circa 2 milioni di euro di risarcimento ai soggetti coinvolti.
In sede civile, invece, sono giunte due pronunce entrambe contrarie al comune di Frosinone.
Con la prima il tribunale civile di Frosinone ha condannato il Municipio a risarcire la Delta, estromessa dall’appalto, con 1,6 milioni di euro circa. Il Comune ha presentato appello. Con la seconda, emessa dal Tribunale delle Imprese e giunta nei giorni scorsi, il Municipio è stato nuovamente condannato a risarcire la Delta Lavori con altri 2,3 milioni di euro. Poi ci sono spese e interessi.