La Cgil del Lazio chiede alla Regione 10mila nuove assunzioni in Sanità per il biennio 2023-2024 per fronteggiare la pandemia, garantire i servizi ai cittadini e l’apertura delle strutture previste dal PNRR.
La sigla sindacale ha infatti fornito numeri da allarme rosso per la sanità regionale, evidenziando come negli ultimi vent’anni il Servizio Sanitario Regionale abbia perso oltre 5500 dipendenti a tempo indeterminato; il precariato sia aumentato dell’87% mentre i medici e la dirigenza siano diminuiti del 12%.
Un quadro che viene definito “desolante” dalla FP-Cgil aggravato dalla pandemia che è tutt’ora in corso.
In una nota diretta a tutti gli organi di informazione, ieri, il segretario della Cgil di Roma e del Lazio, Natale Di Cola, e il segretario generale della Fp Cgil di Roma e del Lazio, Giancarlo Cenciarelli, hanno denunciato: “Il SSR deve uscire dalla condizione di doppio affanno in cui si trova, dovuta all’emergenza sanitaria ancora in corso e alla maggiore richiesta di prestazione sanitarie, con un personale ridotto e stremato dalla gestione della pandemia”.
I due sindacalisti proseguono: “I dati recenti attestano infatti, nel 25% dei casi, mancate erogazioni di visite diagnostiche nei tempi previsti dalla legge, senza tener conto dei tanti che hanno rinunciato alle cure. Proprio per fronteggiare questa emergenza, la Cgil, nelle ultime settimane, con la campagna ‘Sos Salute’, è impegnata a informare le cittadine e i cittadini sui propri diritti e a offrire una prima risposta alle persone che trovano ostacoli nell’accesso alle cure”.
“Occorre un cambio di passo per riportare le persone a curarsi e a farlo nel servizio pubblico, rimettendo il SSR al centro dell’agenda politica – aggiungono Di Cola e Cenciarelli –. Per abbattere i tempi di attesa e garantire a tutti, indipendentemente dal reddito, il pieno acceso alle cure, la priorità, nel prossimo biennio, sarà un piano che preveda almeno 10mila assunzioni, procedendo inoltre alla stabilizzazione del personale precario. Solo così si potrà recuperare quanto perso negli anni e, al contempo, garantire l’esistenza e il funzionamento delle strutture previste con il PNRR, che altrimenti rimarrebbero solo sulla carta. Su questo tema ci aspettiamo un impegno serio da parte della Regione e delle Asl”.
Una sanità regionale in sofferenza che finisce anche nel mirino di AssoTutela, associazione che si propone come punto di riferimento per l’assistenza ai cittadini. Il presidente Michel Emi Maritato ha denunciato ieri come “anche oggi le cronache mediatiche raccontano di una sanità del Lazio in sofferenza, con pronto soccorso nelle scorse ore nel caos, e numerosi utenti in attesa di ricovero o trasferimento. Senza considerare la presenza costante del Covid che continua a impegnare il personale medico e infermieristico, al quale rivolgiamo il nostro più sentito ringraziamento per la competenza e la professionalità che quotidianamente dimostrano. Al di là di annunci e spot, crediamo fondamentale che la Regione Lazio debba lavorare con maggior impegno, programmazione e strategia al fine di assicurare e costruire una sanità realmente a misura di cittadino. Capiamo che non sia facile ma dopo anni di commissariamento, chiusura di reparti e desertificazione delle prestazioni pubbliche, la comunità ha quanto mai bisogno di un servizio pubblico efficace, forte e teso alla tutela della salute”.