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La grande sfida di Anbi per contrastare la siccità, difendere il territorio, promuovere uno sviluppo sostenibile

Redazione
La presidente Sonia Ricci e il direttore generale Andrea Renna per far crescere in produttività ed efficienza l’associazione dei Consorzi di bonifica del Lazio, hanno puntato a far conoscere ai cittadini l’importanza del lavoro svolto dall’ente e contemporaneamente a sviluppare una serie di azioni volte a migliorare la tutela del territorio e a contrastare il fenomeno che più preoccupa in questo momento: la carenza di risorse idriche.
Aprile 28, 2022

La siccità persiste. Noi sembra che ci abituiamo. La natura però chiede sempre il conto, lo presenta e non si può chiedere di pagarlo a rate o mediante un condono. Le previsioni ci sono, gli studi pure. Però si traccheggia. L’Anbi, l’associazione dei Consorzi di Bonifica ed irrigazione del Lazio prova, ormai da tempo, a chiedere di riflettere e prendere seri provvedimenti. D’altronde, anche in Anbi Lazio, il teorema, mai smentito, secondo cui sono le persone che fanno o meno funzionare le cose è lampante. Da quando la presidenza è stata affidata a Sonia Ricci e la direzione ad Andrea Renna l’acronimo ha preso piede.

La presidente di Anbi Sonia Ricci e il direttore generale Andrea Renna

In positivo. In un racconto che prima non perveniva. Era assente, lontano dalla gente, dai cittadini e dai consorziati, dagli Enti Locali o dalle organizzazioni di categoria. Non pervenivano neppure le  proposte.  Per la siccità Anbi pensa ad un progetto che si chiama ‘piano laghetti‘. Un piano invasi. In tutto il Paese. L’idea oltre che di Anbi Nazionale con Massimo Gargano e Francesco Vincenzi, è di Coldiretti. Intanto le previsioni raccontano che i prossimi dieci anni cambieranno il mondo, nel bene o nel male. Il riscaldamento del pianeta, la mancanza di acqua insieme allo spreco sono i pilastri il cui declino è da contrastare. Occorre cemento forte. Operai capaci. L’innalzamento delle temperature sarà compreso tra i 2,5 e i 3 gradi. L’avvertimento è arrivato nella Giornata della Terra dalla massima autorità mondiale in fatto di meteorologia. Sui media poco spazio, poca riflessione, poca analisi. Troppa voglia di pensare ad altro ma  gli studi sulle condizioni dell’atmosfera e sul loro impatto su suoli e acque sono chiari. Così come le riflessioni che Anbi Lazio chiede a cittadini ed Istituzioni. Il mix negativo, la tempesta perfetta come era stata definita qualche mese fa da Anbi continua con gli aumenti dei costi per l’energia elettrica. Più che raddoppiati in questi primi mesi dell’anno in corso. Non solo nelle nostre case ma anche per attivare le procedure legate all’irrigazione dei campi dai quali arriva ciò che mangiamo. Anche nel Lazio. La tendenza di estati più calde e più secche sembra sia  destinata a continuare. D’altra parte la regione mediterranea è una delle aree più a rischio per i cambiamenti climatici, con un livello di allarme che è secondo solo a quello dell’Artico. Ma anche su questo si riflette poco. Ancora meno sembra si faccia. 

La prevenzione è una delle strade. Senza sbagliare incrocio con quella dell’emergenza però. I Consorzi del Lazio garantiscono servizi, non chiedono di pagare …bollette. Renna non si stanca mai di farlo presente così come chiede di rinsaldare un patto, quello per il suolo, che non è uno slogan ma un cambio di passo e di mentalità. Ecco che allora torniamo alle persone che fanno le cose. Certo da migliorare in queste strutture c’è ancora molto. Ma  per farlo passare occorre pazienza, buone prassi e cambio di passo. Non ci si può adattare proprio come non possiamo adattarci a certificare i danni causati dalla crescente quantità di disastri che osserviamo in tutto il mondo: siccità, inondazioni, ondate di calore, incendi boschivi, tempeste tropicali, innalzamento del livello del mare, scioglimento dei ghiacciai e della neve.

La sfida non è solo per l’Anbi nel Lazio ma investe tanti settori: la salute, l’agricoltura, le infrastrutture, la sicurezza pubblica, l’energia, la gestione dell’acqua, le imprese, il turismo, per ricordare i più importanti. Le perdite causate da eventi meteo estremi sono aumentate di 3-5 volte rispetto agli anni Ottanta. Non si racconta, non si dice. Si sbaglia. 

Per contrastare i cambiamenti climatici la mitigazione è fondamentale. Ma non basterà, visto che la CO2 già presente continuerà a riscaldare il Pianeta nei prossimi decenni. Ecco perché c’è la necessità di investire anche nell’adattamento climatico, per attenuare gli impatti negativi sulle economie e sulla vita umana. Occorre però provare a dare ascolto e tentare di rendere operativi quei piani per recuperare la risorse idriche, troppo carenti, soprattutto in questo momento. Il Piano laghetti è una risposta. Occorre unire le forze per verificarne fattibilità per arrivare anche alla produzione di forme di energia alternativa e rinnovabile. C’è poi la prevenzione, l’allerta precoce come dice chi è padrone di una materia che sembra complicata ma è pur sempre naturale. Nel Lazio si sta prendendo ad esempio la zona nord del Paese dove i processi sono partiti dieci anni fa. Non si tratta di copiare dicono la Ricci e Renna ma di migliorare i risultati dove già il modello funziona. Comunicando ciò che si fa senza annunci, senza proclami. Con i risultati. Questione di stile. Appunto come saper cambiare o meglio convertire il nostro stile di vita in modo che diventi più rispettoso del clima. Non farlo inevitabilmente aumenterà il conto che prima o poi arriva. E non a rate.  

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