La peste suina comincia ad andare oltre il Grande Raccordo Anulare. Un nuovo caso infatti è stato accertato dall’Istituto Zooprofilattico, nella provincia di Rieti, nella zona di Borgo Velino, a poco più di 10 chilometri dal confine con la regione Abruzzo: si tratta del quattordicesimo caso all’interno della regione Lazio, ma del primo riscontrato fuori dalla zona rossa che coincide con i confini di Roma.
“L’Istituto Zooprofilattico ha comunicato un nuovo caso positivo su una carcassa di cinghiale, questa volta nella zona di Borgo Velino in provincia di Rieti – ha scritto in una nota l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato – . I servizi veterinari della Asl hanno già attivato i protocolli operativi. Salgono complessivamente a 14 i casi finora accertati di peste suina, questo è il primo al di fuori della zona rossa”.
Nell’ultima ordinanza emanata dalla regione Lazio erano state individuate due aree differenti, una infetta, la zona rossa e una “confinante”, individuabile grazie al tratto nero. Fino a questo momento erano stati rintracciati e confermati tredici cinghiali affetti dal virus: tutti però si trovavano all’interno della zona più a rischio, quella rossa, dove, all’inizio del mese di maggio è stata rinvenuta la carcassa di un esemplare malato, il primo nel Lazio, all’interno del Parco dell’Insugherata.