Un viaggio negli Usa (tra Chicago, Washington e Miami) per promuovere le eccellenze agroalimentari del Lazio. Al ritorno Francesco Rocca si augura che la verifica politica all’interno del centrodestra sia chiusa. “Altrimenti – ha detto – interverrò in prima persona”. Nel frattempo il Consiglio della Pisana prosegue la corsa a tappe per l’approvazione del Defr, il Documento di economia e finanza del 2025. Ieri altra seduta fiume, aggiornata a lunedì. Prima gli emendamenti e poi gli ordini del giorno presentati dalle opposizioni: tutti respinti, ma le liturgie dell’ostruzionismo prevedono questi passaggi.
COMUNE E REGIONE: ROMA CAPUT MUNDI
Sempre il Governatore Rocca ieri ha parlato della “solita doppia morale” della sinistra, tornando sul rimpasto effettuato in Campidoglio dal sindaco Roberto Gualtieri, che il Governatore è tornato a definire “abilissimo”. Ma cosa ha fatto Gualtieri? In sostanza ha ufficializzato il riassetto-blitz della giunta nelle stesse ore della presentazione del progetto del Termovalorizzatore. Un capolavoro di comunicazione innanzitutto. Ma non solo. Gualtieri ha riportato nella trincea della politica attiva e operativa sia Massimiliano Smeriglio (assessore alla cultura) che Albino Ruberti (alla guida della Segreteria dell’ente). Un’operazione anche “muscolare” nell’eterna contrapposizione delle correnti del partito. In particolare tra AreaDem di Daniele Leodori e Rete Democratica di Claudio Mancini. Il “blitz” ha colto in contropiede tutti, perfino nel Pd. Mentre al Comune di Roma succedeva questo, alla Regione il centrosinistra attaccava Francesco Rocca per “una guerra sulle poltrone che ha tenuto fermo il Consiglio per 71 giorni”. Per questo il presidente ha voluto fare riferimento alla doppia morale. Adesso però la maggioranza di centrodestra ha l’obbligo di chiudere la verifica. Procedendo ad un riassetto delle deleghe tra Forza Italia e Lega. Se non ci riuscirà Francesco Rocca dovrà fare come Roberto Gualtieri.
ATTENZIONE ALLE PROVINCE
L’errore che la politica commette nel Lazio è spesso quello di fossilizzarsi su Roma. Il peso della Capitale è enorme, ma alle regionali l’importanza delle province è fondamentale. Il centrosinistra ha vinto quando è stato competitivo a Latina e Frosinone, dove il centrodestra è storicamente più forte. Le vittorie di Nicola Zingaretti (due volte) e di Piero Marrazzo nascono da risultati apprezzabili del centrosinistra nei territori pontini e ciociari. Perfino quando Marrazzo ha contenuto il distacco da Francesco Storace. Perciò è sbagliato considerare i congressi delle Federazioni provinciali del Pd come un elemento di compensazione delle situazioni romane. Non è così. In Ciociaria un Partito Democratico in salute (come ai tempi dei due Francesco, De Angelis e Scalia) aiuta l’intera coalizione ad ogni livello. Perfino quando si deve votare per Camera e Senato.
Stesso errore commette il centrodestra quando considera Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti delle pedine a servizio di Roma. Fratelli d’Italia ha percentuali enormi nel Basso Lazio. Forza Italia e Lega qui vanno meglio che altrove. I consensi hanno bisogno di rappresentanza: se questo concetto viene messo in discussione, poi il rischio di malumori e demotivazioni è enorme.
LA ZONA LOGISTICA SEMPLIFICATA
La proposta di istituzione della Zls, contenuta in una delibera approvata dalla giunta regionale, ha acceso il dibattito politico. La premessa è che comunque l’istituzione della Zona Logistica Semplificata rientra nelle competenze del Consiglio dei ministri. Sono stati individuati 49 Comuni laziali, per una superficie complessiva di 5.700 ettari. Sulla base di criteri e parametri oggettivi, stabiliti dalle normative in vigore. L’amarezza degli amministratori dei Comuni esclusi è comprensibile, ma non è possibile pensare di riaprire i termini e i confini della Zls. Per un motivo semplice: oltre le soglie definite dalla legge, semplicemente la misura non viene concessa. Sicuramente la Zona Logistica Semplificata non è la Zes, ma comunque avrebbe dei benefici e degli incentivi utili per provare a rilanciare un minimo lo sviluppo dei territori. Far prevalere sempre la logica del campanile non ha portato mai a nulla.