Ristoro nucleare e accordo con la Sogin, l’amministrazione Coletta messa all’angolo. Fratelli d’Italia e Latina Cuore criticano la negligenza del Comune sull’ex centrale nucleare. Il pomo della discordia è rappresentato dall’entità delle risorse destinate al Comune come ristoro per la presenza di un sito nucleare dismesso. Una sorta di risarcimento per i territori di Latina e dintorni.
Nell’ambito di una seduta congiunta delle commissioni Urbanistica e Lavori Pubblici i consiglieri di FDI e LNC hanno chiesto lumi all’amministrazione. “Abbiamo anche sottolineato la necessità di reperire l’Accordo di Programma sottoscritto fra il Comune di Latina, la Sogin ed i vari Ministeri competenti –affermano i componenti di FDI e LNC nelle due commissioni- tale accordo, infatti, fu un esempio di cosa significasse la programmazione politica ed amministrativa, oltre che una dimostrazione di sinergia istituzionale fra il Comune di Latina (rappresentato dal sindaco di allora Vincenzo Zaccheo e dall’Assessore all’Ambiente, Patrizia Fanti) ed i principali Ministeri economici italiani”.
Secondo gli stessi consiglieri “il Comune di Latina, come ci ha confermato in Commissione l’Assessore Caschera, non è in grado di reperirlo nel suo archivio”.
L’Accordo di programma prevedeva peraltro lo spostamento del depuratore da Foce Verde all’interno della centrale nucleare. Il tutto a circa 10 metri dalla battigia e in un’area che prevede, come stabilito in Regione Lazio in sede di Piano dei Porti, la realizzazione del Porto di Foce Verde.
A distanza di 13 anni dalla sottoscrizione, l’Accordo di Programma sarebbe di fatto ‘sparito’. È opportuno ricordare che stiamo parlando di svariati milioni di euro che, proprio in base a quanto previsto dall’Accordo di Programma, dovevano e devono essere impiegati esclusivamente in favore dei territori limitrofi alla Centrale Nucleare.
Attinente al tema è anche il contenzioso in atto fra Comune di Latina e governo. Lo Stato, infatti, avrebbe dovuto versare al Comune svariati milioni di euro per via della ex centrale nucleare di Borgo Sabotino. Delle somme previste, dal 2005 in poi è arrivato solo il 30% in ragione di un taglio deciso dal governo Berlusconi. E ad onor del vero un’azione giudiziale è stata promossa dal Comune di Latina nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dell’Economia e delle Finanza e del CIPE, proprio per ottenere i ristori. Ma anche su questo versante tutto resta avvolto nel riserbo più assoluto.
Una fitta coltre di nebbia avvolge l’ex centrale nucleare di Borgo Sabotino.