La strategica posizione della provincia di Frosinone tra le grandi aree urbane di Roma e di Napoli, da decenni indicata come chiave di volta per l’economia, lo sviluppo e il turismo, si conferma ancora una volta – per il momento – solo il miglior canale attrattivo della criminalità organizzata in Ciociaria. Così, anche il rapporto semestrale al Parlamento, redatto dalla Direzione investigativa antimafia per il periodo gennaio-giugno 2022, si apre con il riferimento all’effetto captativo che il territorio frusinate, tanto verso la Capitale, quanto verso il Napoletano, ha per i clan e le mafie quanto romane, che campane.
I clan e le infiltrazioni nel tessuto socio-economico frusinate e cassinate
Scrivono dalla Dia: “Nel territorio di Frosinone, la contiguità territoriale con le province campane ha favorito tra le presenze mafiose soprattutto la camorra, con particolare riferimento alle storiche presenze del clan Venosa ed alle proiezioni del clan dei Casalesi e del clan Mallardo”. Anche il Cassinate risente della presenza della criminalità organizzata “e, in particolare – spiegano dalla Dia -, dei sodalizi della provincia di Caserta, i quali hanno esteso a queste zone il loro processo di insediamento, infiltrazione e radicamento nel tessuto socio-economico”. Sempre l’Antimafia evidenzia come: “Gli interessi delle consorterie nel Frusinate appaiono eterogenei e sarebbero riconducibili ai Casalesi, agli Esposito di Sessa Aurunca (Ce), ai Belforte di Marcianise (Ce), nonché a personaggi legati ai clan napoletani Licciardi, DI Lauro, Marrarella, Gionta di Torre Annunziata (Na)”.
Il grande business resta la droga, ma questa è anche terra dove i boss vengono a nascondersi
Se in provincia di Frosinone, il traffico di stupefacenti continua a rappresentare “la più importante attività per la criminalità organizzata, seguita da usura, estorsioni e riciclaggio realizzato anche nell’ambito del settore dei giochi e delle scommesse illegali”, l’attenzione delle organizzazioni criminali per la Ciociaria “è stata favorita anche dalla circostanza che diversi latitanti nel corso del tempo hanno cercato rifugio in questi luoghi, come dimostrano gli arresti avvenuti nel tempo di esponenti di spicco legati ai clan Amatopagano, Polverino e ai Casalesi”.
Le inchieste più importanti del 1° semestre 2022
Dalla Dia ricordano il sequestro, eseguito l’11 gennaio 2022, dalla Polizia di Stato in un casolare sito a Ceccano (Fr), “all’esito di una attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone, di una estesa piantagione di cannabis che avrebbe procurato all’organizzazione introiti illeciti di oltre 5 milioni di euro”; inoltre ricordano come, il 7 marzo 2022, “è stata emessa la sentenza di condanna a carico di 18 imputati, la maggior parte dei quali originari dell’area del Sorano, per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio ed estorsione, sulla base delle evidenze investigative acquisite nell’ambito dell’operazione “Requiem-Ultimatum al crimine” del 2020.
Ma le grandi organizzazioni mafiose subiscono anche la concorrenza degli autoctoni
In Ciociaria la vita è dura anche per i criminali. Annota la Dia che le organizzazioni camorristiche “devono confrontarsi, nella spartizione degli interessi criminali, con radicate organizzazioni autoctone che insistono sul territorio, quali gli Spada e i Di Silvio (imparentate con le omonime aggregazioni criminali romane e pontine) attive nel racket delle estorsioni, nell’usura e nel traffico degli stupefacenti”.
Se a Sud va male, a Nord va peggio
Nel quadrante Nord del Frusinate sono emersi anche interessi economici del clan Moccia, che ha acquisito e gestito, nel corso degli anni, aziende dislocate nell’area compresa tra i Comuni di Patrica (Fr), Ferentino (Fr) e del vicino Capoluogo. “Risulta quanto mai significativa in proposito – scrive la Dia – l’ordinanza di custodia cautelare emessa il 9 aprile 2022 dal GIP del Tribunale di Napoli ed eseguita il successivo 20 aprile dai carabinieri, a carico di 57 soggetti ritenuti responsabili di associazione mafiosa, estorsione, autoriciclaggio, fittizia intestazione di beni e corruzione. Dal quadro indiziario ricostruito è emerso che il sodalizio era strutturato in modo verticistico, con due componenti principali, una operativa di tipo “militare” e l’altra imprenditoriale, che facevano capo a 4 personaggi di vertice del clan Moccia”. Un’operazione a seguito della quale la Guardia di Finanza ha eseguito due misure di divieto temporaneo di esercitare attività d’impresa e un decreto di sequestro preventivo d’urgenza di beni immobili e di quote societarie, per un valore stimato di circa 150 milioni di euro.
La Ciociaria crocevia di “consolidate realtà criminali”
Concludono dalla Direzione investigativa: “La provincia di Frosinone rappresenta dunque un punto d’incontro e di equilibrio tra proiezioni extraregionali di consolidate realtà criminali e gruppi autoctoni stanziali sul territorio. La sussistenza di forti interessi perseguiti da questi ultimi sodalizi è stata ulteriormente confermata dalla recente operazione “Ultima corsa” del settembre 2022 (che sarà approfondito nella prossima Relazione semestre), condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Procura della Repubblica di Cassino a carico di soggetti della famiglia di origine Sinti stanziata nel territorio sorano”.