La Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per il Lazio, ha condannato per danno erariale l’attuale assessore alla Sanità Alessio D’Amato che, in solido con altri convenuti, dovrà risarcire alla Regione 275.000 euro. La sentenza, n.595/2022, depositata nei giorni scorsi, rischia ora di mettere fine alla corsa elettorale che vedeva l’assessore D’Amato tra i papabili alla successione del governatore Nicola Zingaretti.
La vicenda processuale contabile si occupa di fatti accaduti tra il 2005 e il 2008, quando la Regione Lazio erogò alla fondazione Italia-Amazzonia, della quale D’Amato è stato fondatore, vicepresidente e presidente onorario, un contributo di 275.000 euro. Tali risorse dovevano servire per un progetto in sostegno delle popolazioni amazzoniche, invece – come si sono detti convinti i giudici – sarebbero state utilizzate per finanziare indebitamente “l’attività politica e di propaganda elettorale” svolta dall’associazione “Rosso Verde – Sinistra europea” che assieme alla fondazione avrebbe fatto riferimento a D’Amato, allora capogruppo dei Comunisti italiani alla Pisana.
Secondo quando messo nero su bianco nella sentenza dei giudici contabili, quesi soldi furono utilizzati dall’esponente Dem per svolgere attività politica, in spregio dell’interesse pubblico e in maniera difforme rispetto all’oggetto dello stanziamento. Finora la Regione Lazio non ha ritenuto di dover attivarsi per recuperare quei soldi, come si annota anche in sentenza.
In sede penale, il processo per truffa aggravata si è chiuso con la prescrizione del reato, ma la prescrizione non è stata ritenuta sussistere, invece, nel procedimento contabile. L’assessore D’Amato è stato così condannato in solido con altri convenuti a risarcire la somma distolta.
La difesa dell’esponente Pd aveva tentato di patteggiare cercando di alleggerire la posizione sull’assessore. Nei mesi scorsi – come riferisce Repubblica – D’Amato aveva cercato di pagare con lo sconto e di veder esclusa la propria responsabilità nella vicenda, scaricando tutto su un coimputato. Un patteggiamento condizionato, che però è stato respinto dai giudici.
Secondo la difesa, D’Amato non avrebbe rivestito un ruolo gestionale nell’associazione destinataria dei fondi regionali, ma i giudici con tre esempi, ricavati dalla mole di documentazione della guardia di Finanza, ritengono dimostrato invece «il diretto coinvolgimento del convenuto, essendo i predetti materiali facenti diretto riferimento alla sua persona pagati con fondi relativi a spese rendicontate dall’associazione fondazione Italia-Amazzonia onlus».
Da parte sua l’assessore D’Amato ha parlato di una condanna ingiusta e ingiustificata e garantito che presenterà subito appello. Ai taccuini dei giornalisti ha affidato questo commento: “Mi considero totalmente estraneo ai fatti risalenti ad oltre 15 anni fa, senza che peraltro sia stata fornita prova alcuna di un atto o fatto da me compiuto, rilevo che nonostante la procura regionale della Corte dei Conti per ben tre volte avesse aderito alle richieste procedurali dei miei difensori per ben tre volte e con motivazioni infondate e sorprendenti sono state respinte con verbali che non corrispondono all’effettivo svolgimento del giudizio e per questo motivo sarà depositato un dettagliato esposto al consiglio di presidenza della Corte dei Conti e una denuncia per falso ideologico alla Procura della Repubblica di Roma. Sono assolutamente sereno e fiducioso nel giudizio di appello e continuo il mio lavoro al servizio dei cittadini”.
Immediate le richieste di dimissioni da parte dell’opposizione: Fabrizio Santori (Lega) consigliere di Roma Capitale e candidato della Lega nel Collegio Lazio 1 Camera dei deputati ha parlato di “colpo finale ad un Pd che deve trovare la dignità di farsi da parte. Via D’Amato, via Zingaretti, si scollino dalla poltrona e si rendano conto che il Pd di Roma e del Lazio è allo sfascio”.
Anche dalla minoranza alla Pisana sono giunti commenti taglienti contro il governo regionale: “La condanna dell’assessore D’amato da parte della Corte dei Conti, è l’ennesimo schiaffo al ‘sistema sinistra’, fatto di personaggi che amministrano la cosa pubblica e fanno politica con senso di arroganza, spregiudicatezza e impunità”. Ha detto il consigliere regionale della Lega, Daniele Giannini, membro della Commissione Sanità, aggiungendo:”Rivolgiamo un appello accorato a D’Amato, oltre a restituire i 275 mila euro, dal momento che è innegabilmente finito in una zona d’ombra e ha fatto una pessima figura dinanzi a elettori e cittadini del Lazio, per l’importanza del ruolo che ricopre all’interno dell’amministrazione regionale, dove la sanità è l’attività primaria dell’operato politico dell’ente, lasci anzitempo l’incarico di assessore e si dimetta. Che fine ingloriosa da Lady Asl…a lord Amazzonia!”.