Si riapre in modo perentorio il fronte Acqualatina. Al centro della discussione politica le nuove tariffe applicando il metodo denominato “MTI4” inviato da Acqualatina alla segreteria tecnica operativa dell’ambito territoriale ottimale. E’ stata effettuata una simulazione con la quale è stato ipotizzato un incremento tariffario del 3,5% annuo annuo. Si tratta di una percentuale che potrebbe arrivare a sfiorare il 10-11% in considerazione dell’entità del nuovo piano industriale che intende sottoporre ai due soci per finanziare nuovi investimenti sul territorio: quello pubblico rappresentato dai comuni ed il nuovo privato costituito da Italgas spa.
L’ASSALTO DEI CONSUMATORI
Le associazioni dei consumatori chiedono una netta e chiara presa disposizione dei sindaci nei confronti del nuovo socio privato, Italgas reti, che ha dimostrato ancora una volta “di non prendere in considerazione il socio pubblico all’interno di Acqualatina. Sembra che “non gli interessino le problematiche degli utenti e pensa solo a fare profitto senza alcun intervento mirato a favore degli investimenti per il riciclo dell’ acqua, dei fanghi né tantomeno a fonti alternative”. I consumatori hanno chiesto intanto di alzare l’asticella anche nei confronti della segreteria tecnico operativa dell’Egato 4 in relazione a quanto dichiarato in un’intervista dal presidente Stefanelli secondo il quale le perdite sul territorio dell’Ato restano sempre del 75%:”Speriamo che l’intervistatore si sia sbagliato nel momento in cui all’inizio della gestione, circa 23 anni fa, con l’ ingrosso di Veolia le perdite si aggiravano intorno al 70%. A distanza di quasi un quarto di secolo con un finanziamento di circa 160 milioni di euro, quali investimenti sono stati fatti? – si chiedono i consumatori – Ogni anno la società chiude sempre in attivo con svariati milioni di euro Oltre la metà degli utili dovrebbe finire nelle casse del pubblico. Ci chiediamo: che fine hanno fatto? E se sono stati reinvestiti e dove? e con quali risultati E poi: molti comuni percepiscono un canone concessorio annuale. Questo soldi dove sono andati a finire? Speriamo in opere di nuovi investimenti e, se si, quali investimenti sono stati realizzati? E inoltre la delibera Arera impone ai gestori di accantonare una quota di utili, ogni anno, per costituire il Foni ovvero fondo destinato a nuove opere”.
L’AFFONDO
Ad alzare la voce sul piano politico è stato Enrico Tiero, che tra le deleghe della commissione Sviluppo economico, ha anche la tutela dei consumatori. “Relativamenteall’Ato 4 trovo ingiusta la decisione di aumentare la tariffa idrica del 14% per i prossimi tre anni -ha affermato Tiero- non è concepibile che, nonostante i fondi stanziati dal Pnrr, a pagare le nuove opere debbano essere gli utenti. Acqualatina tutti gli anni chiude il proprio bilancio con utili per diversi milioni di euro. A tal proposito sarebbe opportuno che venissero ‘investiti’ nell’adeguare al meglio la rete idrica. Comprendo le lamentele delle associazioni dei consumatori e di diversi sindaci dell’Ato 4. Io stesso ho sollecitato nel corso del tempo a realizzare opere che migliorassero la qualità del servizio. Non è possibile che in questa provincia la dispersione idrica si attesti oltre il 70%”.
Il vice portavoce regionale di FdI si è schierato apertamente con le associazioni dei consumatori: “Condivido l’iniziativa portata avanti dai delegati di Codici, Codacons, Confconsumatori, Assocons Italia, Assoconfam Latina e dell’Aeci, che hanno posto il problema degli aumenti in una lettera aperta al presidente dell’Ato 4 Gerardo Stefanelli, ai sindaci e, per conoscenza al Garante idrico Regionale, l’avvocato Manuela Veronelli. Sarebbe opportuno conoscere già i costi che sono stati riconosciuti nella Conferenza dei Sindaci del 1 febbraio 2021 con un aumento delle tariffe di oltre il 3 %. In quell’occasione fu riconosciuto al Gestore, come maggiori costi, la bella somma di oltre 11 milioni di euro di morosità, nonostante le perplessità dell’Otuc. Come presidente della commissione Sviluppo economico, che ha tra le deleghe la tutela dei consumatori intendo schierarmi con le associazioni e con tutti quei sindaci che chiedono risposte chiare e precise su come vengono spese le risorse, soprattutto pubbliche, per la gestione del servizio idrico”. Perplessi si sono già mostrati i tre comuni a guida centro destra, peraltro i più importanti e popolosi della provincia pontina preoccupati che possano risentirne le bollette idriche future che di sicuro lo saranno per i ritocchi già annunciati ed inevitabili fissati dall’Arera. Il problema diventa politico.