Lavori termo-idraulici e di muratura svolti presso alcune scuole e uffici comunali di Cassino che adesso nessuno vuole pagare perché “mai ordinati” dall’ente locale, tanto che la ditta che ha svolto gli interventi negli anni tra il 2019 e il 2020 si è vista costretta a citare il Municipio della Città Martire in Tribunale per vedersi liquidata il dovuto, per opere che – a leggere bene gli atti – il Municipio non nega essere state svolte, ma invoca un’errata procedura di affidamento: in sostanza, quelle opere sarebbero state commissionate ‘verbalmente’ senza i necessari stanziamenti economici per coprirne la spesa.
Pompe e centrale termica in un plesso scolastico; un convettore per l’ufficio di un geometra in Comune; altre due caldaie presso alcune scuole; e poi opere e lavori che l’ente ritiene di aver già saldato, ecc. ecc.
Una situazione a suo modo paradossale, perché i lavori sono stati svolti ma il Comune si rifiuta di saldarli in assenza dell’impegno di spesa e con un incarico dato solo ‘a voce’ alla ditta.
Sì, bene, ma ‘a voce’ da parte di chi? Questa la prima domanda che verrebbe da fare e a cui, molto probabilmente, dovrà trovare adesso risposta la causa civile che inizierà con l’udienza del prossimo 14 settembre presso il Tribunale di Cassino, e dove il Comune si è costituito affidando la propria difesa all’avvocato Emiliano Mignanelli.
Dalla delibera, con cui la Giunta comunale ha autorizzato la costituzione in giudizio, si apprende che, chiamata a relazionare sul punto, la competente Area Tecnica comunale ha riconosciuto di aver “affidato l’esecuzione dei lavori e/o fornitura di materiali alla stessa Ditta, solo contestualmente alla comunicazione dell’avvenuto impegno e della relativa copertura finanziaria”.
Nel dettaglio delle opere per cui la società di termo-idraulica chiede il pagamento, lo stesso responsabile dell’Area Tecnica così risponde: “PUNTO A: in riferimento alla fornitura e posa in opera di n. 2 pompe e accessori per la centrale termica del plesso scolastico Di Biasio, eseguita dalla Ditta in data 15-19-20-21-22 febbraio 2020, il sottoscritto non ha ordinato alcun l’intervento; PUNTO B: in riferimento ai lavori di sostituzione del ventilconvettore nell’Ufficio del Geom. M. C., Posizione Organizzativa SUE – Edilizia Privata dell’Area Tecnica, eseguito in data 21.11.2019, il sottoscritto non ha ordinato nessun l’intervento; PUNTO C: in riferimento ai lavori di fornitura e posa in opera della caldaia a condensazione, presso il plesso scolastico “Conte”, in data 4-5-6 marzo 2020, tutti i lavori del plesso sono stati liquidati e non risultano crediti vantati dalla Ditta; PUNTO D: in riferimento ai lavori nel locale caldaia presso la sede comunale di Via Tommaso Piano eseguiti tra il 2019 e il 2020, l’Ente ha liquidato alle Ditte esecutrici tutti i lavori affidati e non risultano crediti vantati dalla Ditta; PUNTO E: in riferimento ai lavori imprevisti eseguiti presso il plesso scolastico “Conte”, il sottoscritto non ha autorizzato alcun lavoro; PUNTO F: in riferimento ai lavori di realizzazione di un rinforzo della parete eseguiti nel plesso scolastico “Zamosch”, in data 21-21 novembre 2019, il sottoscritto non ha ordinato alcun lavoro; PUNTO G: in riferimento ai lavori di spostamento e modifica di tre radiatori presso il plesso scolastico “Pio Di Meo”, in data 1-2 settembre 2020, il sottoscritto non ha ordinato alcun lavoro; PUNTO H: in riferimento ai lavori di spostamento di line in ferro, di tramezzi in ferro e il collegamento di sei radiatori in ghisa presso il plesso scolastico “Conte”, in data 3-4-5 settembre 2020, il sottoscritto non ha ordinato alcun lavoro”.
Un caso davvero strano, anche perché il Comune si è comunque avvantaggiato delle opere effettuate e ordinate seppur ‘a voce’, che hanno ad ogni modo consentito il regolare svolgimento dell’attività scolastica o degli uffici interessati. Vedremo cosa ne pensano i giudici del Tribunale civile.