Favorire l’occupazione favorendo l’incontro tra domanda e offerta, fare formazione sugli avvisi regionali e fornire attività come: laboratori formativi su mobilità transnazionale, laboratori per nuovi cittadini e quelli per nuclei familiari fragili, lo Sportello lavoro e autoimprenditorialità e lo Sportello Informa donna. Con questa finalità la Regione Lazio ha varato il progetto ‘Cultura Socialità Lavoro‘ con un investimento di 6 milioni di euro che riguarda i centri di Cassino, Latina, Rieti e Viterbo con la nascita di altrettanti Hub.
Zingaretti: “Apriamo dei nuovi poli per lo sviluppo”
“Entro l’estate – spiega il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – andremo nelle province per inaugurare gli Hub e farli conoscere alle persone. Apriamo dei nuovi poli per lo sviluppo, la coesione e l’innovazione che occuperanno uno spazio strategico nell’attuale scenario formativo e occupazionale del Lazio, favorendo un dialogo continuo e integrato con il tessuto imprenditoriale regionale. E’ un passo molto importante che facciamo nei territori e per i territori stessi. Il coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini è fondamentale per creare situazioni di scambio virtuoso tra domanda e offerta di lavoro. Un investimento che mira a valorizzare i lavoratori, puntando anche a migliorare i processi di formazione. Un’attenzione particolare abbiamo voluto metterla sul potenziale femminile con l’attivazione di uno specifico sportello dedicato. E’ una nuova sfida che portiamo avanti con determinazione per il bene di tutte e tutti”.
Di Berardino: “Ampia strategia di politiche per l’occupazione che la Regione Lazio“
“La rete dei quattro Hub Cultura Socialità Lavoro – commenta l’assessore al Lavoro e Nuovi diritti, Scuola e Formazione della Regione Lazio, Claudio Di Berardino – è un progetto finanziato dalla Regione Lazio, realizzato da Fondazione Giacomo Brodolini, PTSCLAS, ENAIP Nazionale Impresa Sociale, ampia strategia di politiche per l’occupazione che la Regione Lazio sta mettendo in campo con il Programma GOL e con la riforma dei CPI con azioni di prossimità e apertura al territorio e di integrazione e interazione con la rete dei servizi regionali. La sfida è quella di innescare un processo di condivisione tra gli attori territoriali creando nuovi centri di servizi per la collettività, mettere in campo un luogo dove promuovere la coesione sociale, l’occupabilità, l’apprendimento e la competitività dei territori coinvolti favorendo la cooperazione tra cittadini, amministrazioni pubbliche, terzo settore università e imprese con progetti che siano allo stesso tempo innovativi e radicati nel territorio”.