Le elezioni comunali non hanno smosso i sondaggi e questo significa che c’è ormai una corrispondenza consolidata tra risultati e rilevazioni. La Supermedia Youtrend vede Fratelli d’Italia al 29% (+0,2%), il Pd stabile al 20,4%, i Cinque Stelle al 16% (+0,1%), la Lega al 9,2% (+0,3%), Forza Italia al 7% (-0,1%), Azione al 4,2% (-0,1%), Italia Viva al 3% (+0,1%). Le coalizioni: centrodestra al 46% (+0,3%), centrosinistra al 25,6% (+0,1%), Cinque Stelle al 16% (+0,1%).
Numeri reali e sondaggi dicono la stessa cosa: la luna di miele non finisce più, Fratelli d’Italia trascina un centrodestra in salute. I risultati delle comunali hanno confermato i dati dei sondaggi di questi mesi. L’azione di governo è apprezzata dai cittadini-elettori, come la figura del presidente del consiglio Giorgia Meloni. A otto mesi dalle elezioni politiche Fratelli d’Italia continua a crescere e a radicarsi in tutti i territori. Nel Lazio si comincia a sentire anche l’effetto Francesco Rocca, alla guida della Regione da circa tre mesi. Il centrodestra è una coalizione unita e forte, ma le distanze tra Fratelli d’Italia e gli alleati della Lega e di Forza Italia sono enormi. Il partito di Giorgia Meloni è il perno indiscusso.
LA SITUAZIONE IN PROVINCIA DI FROSINONE
Primo partito ad Anagni, contributo determinante alla vittoria di Piergianni Fiorletta a Ferentino. Inoltre i successi di Ernesto Gerardi ad Amaseno (su Antonio Como) e di Fausto Tomassi ad Aquino, dove si è chiusa l’era di Libero Mazzaroppi. Fratelli d’Italia si dimostra imprescindibile e in crescita anche in provincia di Frosinone. Alla guida di un centrodestra anche qui in ottima salute, come dimostra il trionfo di Alioska Baccarini a Fiuggi. Il ballottaggio di Anagni si preannuncia combattuto e incerto. Il Partito Democratico prosegue nella recitazione della commedia degli equivoci. Francesco De Angelis ha ribadito con i risultati che la sua corrente, Pensare Democratico, rimane ampiamente maggioritaria. A Ferentino ha sostenuto Fiorletta (che ha vinto), ad Anagni Alessandro Cardinali (che è arrivato al ballottaggio).
Antonio Pompeo non poteva oggettivamente fare di più, ma a questo punto deve interrogarsi seriamente se rimanere in un partito che lo mette sistematicamente all’angolo o se guardare altrove, magari in direzione di Azione o di Italia Viva. In questo modo la militanza nel Pd non ha più alcun senso. Il risultato di Fiuggi, come ha ammesso la stessa consigliera regionale Sara Battisti, è molto deludente. Soprattutto per lei. Il discorso è più ampio: in Pensare Democratico funziona soltanto De Angelis. Il Pd non è nelle condizioni di incidere da nessuna parte in Ciociaria. Se non con accordi trasversali.
TEMPO DI BILANCI
In questo periodo dell’anno si approvano i bilanci negli enti locali. Ieri l’assemblea dei sindaci ha detto sì all’unanimità dei presenti (61) al documento contabile dell’Amministrazione Provinciale di Luca Di Stefano. L’ennesima conferma della volontà di collaborazione istituzionale e operativa tra la Provincia e i Comuni. E’ la strada giusta e aderente al dettato della legge Delrio, fin quando sarà in vigore. Già Antonio Pompeo aveva messo al centro la vocazione da Casa dei Comuni della Provincia. Luca Di Stefano sta sviluppando questo concetto con atteggiamenti e provvedimenti concreti. Non è uno che si farà tirare per la giacca, ormai lo hanno capito tutti. Se e quando si tornerà all’elezione diretta di presidente e consiglieri, allora si affronterà il problema.
Sempre ieri sera il consiglio comunale di Frosinone ha approvato il conto consuntivo del 2022, senza problemi per la maggioranza di centrodestra e per la giunta di Riccardo Mastrangeli. L’assessore Adriano Piacentini ha ribadito la situazione economico-finanziaria dell’ente: ancora una volta bisogna tener presente i debiti fuori bilancio, che continuano a venire fuori. Dovranno essere conteggiati a partire dall’attuale esercizio di previsione. Il Comune ha aumentato le disponibilità dei fondi di accantonamento, soprattutto per i contenziosi. In attesa delle decisioni della Corte dei Conti, anche sull’uscita dal Piano di risanamento, la situazione è comunque gestita e sotto controllo. Non è però ancora il momento di smettere di tirare la cinghia. A questo punto però il toro va preso per le corna: per quanto possibile la giunta deve avere dagli uffici una ricognizione completa degli ulteriori debiti fuori bilancio che potrebbero emergere a seguito di sentenze sfavorevoli all’ente. Altrimenti ogni fase di programmazione corre il rischio di essere condizionata da questa spada di Damocle.