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Le Europee e la nuova mappa del potere

Licandro Licantropo
I risultati delle europee non determineranno rivoluzioni nei Comuni o negli enti della provincia di Frosinone. Però nel Pd saranno chiari i nuovi equilibri, mentre in Fratelli d’Italia si valuterà il peso dei big.
Ma è la “guerra” tra Lega e Forza Italia a monopolizzare l’attenzione.
Giugno 9, 2024

I risultati delle europee non determineranno rivoluzioni o ribaltoni in provincia di Frosinone. Gli assetti degli enti intermedi (Consorzio industriale, Saf e Ater) non cambieranno. Ci sono Comuni dove indubbiamente il centrodestra avrebbe bisogno di una “registrata”: per esempio Frosinone ed Alatri.  Ma nessuno si assumerà la responsabilità di una clamorosa rottura. Ciò non toglie che nei partiti la fase dell’analisi del voto sarà comunque interessante.
A cominciare dal Partito Democratico, dove Francesco De Angelis, Sara Battisti e Antonio Pompeo vorranno capire bene quanto “pesano” dopo le europee. In vista di un congresso provinciale che potrebbe diventare un appuntamento utile per “fotografare” i nuovi equilibri. Lo sa bene il segretario Luca Fantini. Ma lo sanno bene pure Mauro Buschini (le cui quotazioni sono schizzate verso l’alto), Adriano Lampazzi ed Enrico Pittiglio.
In Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini (parlamentare e leader provinciale) si soffermerà su tre aspetti innanzitutto. Intanto quello dei voti e delle percentuali per far sì che il partito sia primo in Ciociaria alle europee. Come lo è stato alla Camera, al Senato e alle regionali. In secondo luogo l’osservazione al “microscopio” delle diverse terne delle preferenze gli consentirà di avere un quadro preciso degli assetti e degli equilibri. C’è un altro elemento. L’ascesa di Fratelli d’Italia in questi anni si è concretizzata sui numeri ma anche sui ruoli. Il partito di Giorgia Meloni in Ciociaria conta tre deputati (oltre a Massimo Ruspandini, Paolo Pulciani e Aldo Mattia), due consiglieri regionali (Daniele Maura e Alessia Savo), tre consiglieri provinciali (Alessandro Cardinali, Roberto Caligiore, Andrea Velardo), sindaci, assessori e consiglieri comunali. E presidenti di enti intermedi come Fabio De Angelis (Saf) e Antonello Iannarilli (Ater). Incrociando voti, preferenze e sezioni elettorali non sarà difficile capire il peso e il contributo di tutti e di ciascuno. Se è vero che negli ultimi due anni l’effetto Giorgia Meloni ha trainato il partito in modo eccezionale, è pure vero che in Ciociaria Massimo Ruspandini non ha mai alzato il piede dall’acceleratore del radicamento nei territori. Vorrà verificare questo. Oltre che il contributo di chi dal partito ha avuto tanto. Se non tutto.
In Forza Italia Antonio Tajani in persona nel Lazio e in Ciociaria vuole il sorpasso nei confronti della Lega. Così come Claudio Fazzone. Il giudizio sulla classe dirigente provinciale del partito avverrà su questo parametro. Naturalmente pure su voti e percentuali. Se però gli “azzurri” dovessero restare dietro al Carroccio, sarebbe impossibile parlare di successo elettorale e politico.
Nella Lega tutti confidano nell’effetto Roberto Vannacci. Per mantenere il secondo posto nella coalizione. Matteo Salvini ha candidato il generale con l’obiettivo di respingere l’offensiva di Luca Zaia e Massimiliano Fedriga qualora dovesse essere il temuto sorpasso. In provincia di Frosinone Mario Abbruzzese non si è nascosto mai: ha fatto una campagna elettorale al massimo delle possibilità. Dalle urne vuole risposte. Per capire e pesare il contributo innanzitutto del deputato e segretario provinciale Nicola Ottaviani. Nel settembre 2022 Abbruzzese è stato decisivo per l’elezione di Ottaviani alla Camera nel collegio Cassino-Terracina. Ed oggi è chiaro che il coinvolgimento dell’ex sindaco di Frosinone è anche un guanto di sfida alla segreteria regionale e al sottosegretario Claudio Durigon. Della serie: o tutto o niente.
L’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli si è mobilitato, così come i consiglieri provinciali Andrea Amata e Luca Zaccari. Dalle 23 di stasera, però, conteranno soltanto le preferenze.
L’intervento a gamba tesa di Umberto Bossi (“voterò Forza Italia, la Lega è stata tradita”) conferma come dall’incrocio e dal confronto delle percentuali tra Carroccio e “azzurri” verrà fuori il dato politicamente più importante di queste elezioni europee dall’indubbio significato nazionale. Alla Regione Lazio Claudio Fazzone avanzerà comunque la richiesta di rimpasto di giunta dopo lo stravolgimento dei gruppi: FI da 3 a 7 consiglieri, Lega da 3 a 1. Questa però è una partita diversa, che dovrà arbitrare il Governatore Francesco Rocca.

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