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Le inquietudini che agitano Palazzo Chigi

Massimo Pizzuti
Il botta e risposta tra Salvini e Tajani, l’intervento dei figli di Berlusconi, lo scontro tra Forza Italia e Lega alla Regione e tra “azzurri” e Fratelli d’Italia a Viterbo: i fronti aperti si moltiplicano ma nessuno interviene. In Ciociaria tensioni a Frosinone ma pure ad Alatri. Sicuri che non serva un vertice tra i leader politici?
Luglio 21, 2024

Il centrodestra sta sottovalutando i tanti campanelli d’allarme che stanno suonando (all’impazzata)da mesi. Separare i diversi livelli è un’operazione dal fiato corto perché alla fine i nodi vengono al pettine.
Lo scontro verbale tra Matteo Salvini e Antonio Tajani per il voto in Europa non è un fatto isolato che riguarda i leader di Lega e Forza Italia. La contrapposizione tra Patrioti e Ppe è l’ultimo atto di un braccio di ferro che per esempio a livello di Regione Lazio va avanti da tempo. Gli “azzurri” chiedono da mesi un rimpasto di giunta per i mutati equilibri tra i gruppi, il Carroccio alza il muro. Ma la tensione si respira. Tra Claudio Fazzone e Claudio Durigon.
Nelle scorse ore si è registrato il botta e risposta durissimo nel viterbese tra il presidente della Provincia Alessandro Romoli (Forza Italia) e Fratelli d’Italia. Ci sono delle fibrillazioni enormi nella coalizione e l’elemento che salta agli occhi è che non vengono affrontate.
Nel nostro territorio la situazione non è diversa, anzi forse è iniziata prima. Occorre guardare in faccia la realtà è dire le cose come stanno. Al Comune di Frosinone (il capoluogo: non è un dettaglio) Forza Italia è fuori dalla maggioranza. L’appoggio esterno non rappresenta neppure il minimo sindacale. Vuol dire non partecipare all’azione della giunta, al punto che il sindaco Riccardo Mastrangeli dovrà decidere se “caricarsi” Adriano Piacentini come tecnico esterno di sua fiducia. Ammesso che Fratelli d’Italia dica che va bene così.
Certamente nessuno può pensare che Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo possano aver preso certe iniziative senza la totale copertura politica di Claudio Fazzone, senatore e coordinatore regionale di Forza Italia. A livello nazionale, sempre nel campo degli “azzurri”, Marina e Pier Silvio Berlusconi hanno incontrato Antonio Tajani, segretario nazionale del partito e ministro degli esteri. Gli hanno chiesto dei cambiamenti: una caratterizzazione del partito su posizioni più centriste e una sostanziale presa di distanza da alcune iniziative di Fratelli d’Italia e della Lega. Marina Berlusconi in particolare ha dettato la linea: immagina un partito liberal, attentissimo alle tematiche dei diritti civili. Il fatto che un pezzo da novanta di Forza Italia come Paolo Barelli abbia sentito il bisogno di dichiarare alle agenzie di stampa che “Tajani non è in discussione”, vuol dire che in realtà qualche problema potrebbe esserci.
In Ciociaria, oltre a Frosinone, ci sono altre situazioni che andrebbero affrontate e risolte una volta per tutte. Per esempio quella al Comune di Alatri, dove il sindaco Maurizio Cianfrocca continua ad ignorare ogni richiesta di Fratelli d’Italia, il partito di maggioranza relativa in ogni tipo di contesto. Forse perfino ad Anagni e altrove occorrerebbe un confronto per rilanciare coalizioni e Amministrazioni.
L’ultima vera riunione dei leader locali del centrodestra avvenne prima delle elezioni per la presidenza della Provincia, vale a dire a novembre 2022. In quell’occasione non si fece altro che prendere atto di una spaccatura ineludibile, dopo che la Lega andò avanti con l’indicazione di Riccardo Mastrangeli. Le scelte di Fratelli d’Italia e Forza Italia furono altre. Qualcuno si è mai soffermato seriamente a riflettere? I problemi all’interno della maggioranza al Comune di Frosinone sono nati da quella scelta del Carroccio, che peraltro seguiva l’indicazione di voto di Mastrangeli per la Lega in occasione delle politiche del settembre 2022.
Resta il fatto che nel centrodestra si stanno evidenziando problemi ad ogni livello: nazionale, regionale, provinciale. Davanti a tutto questo nessuno assume un’iniziativa politica forte. Non alla Regione Lazio, non a Viterbo, non a Frosinone. Nel capoluogo ciociaro si sta sottovalutando la situazione perché si guardano i numeri, che mettono al riparo la giunta Mastrangeli da ogni tipo di crisi. Però è uno scenario destinato a cambiare se non si affrontano i nodi politici.

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