Diciamolo francamente: non c’era chi si aspettasse una classifica simile dopo 15 gare di campionato. Un Frosinone primo in classifica, con il miglior attacco del torneo cadetto e il tutto ottenuto attraverso un gioco spumeggiante ed universalmente apprezzato.
C’è da stropicciarsi gli occhi, ma nello sport nessun risultato può arrivare per caso o per favorevoli congiunzioni astrali. Quello che il trainer Alvini e i direttori Doronzo e Castagnini hanno creato, nello scetticismo iniziale e con crescenti consensi in corso d’opera, è un giocattolo efficiente, che rischia davvero di far saltare il banco di un campionato che pure vedeva ai nastri di partenza tante pretendenti più autorevoli.
Sotto braccio al Monza e davanti a tutte le altre, Bracaglia e compagni non finiscono di stupire. A rafforzare il primato c’è anche la considerazione che il Frosinone ha disputato solo 7 gare casalinghe su 15, unica tra le formazioni ai primissimi posti.
Contro la Juve Stabia, compagine che lontano da casa non ha avuto un rendimento elevato, ma è stata capace di rendere la vita dura anche a compagini della prima fascia, i giallazzurri di Alvini hanno forse giocato la miglior gara della stagione, perché hanno abbinato alla consueta brillantezza nella fase di possesso una grande solidità difensiva, requisito questo non sempre presente in modo consistente nei match precedenti.
E’ stata la… prima volta di Kvernadze, finalmente iscrittosi nel tabellino dei marcatori, con un esordio sontuoso, visto che il gol dell’uno a zero è stato un autentico capolavoro: doppio dribbling e tiro secco ad anticipare le mosse del portiere, di fatto rimasto immobile perché non presago di una simile rapidità d’esecuzione. E’ bene che abbia segnato, il giovanotto georgiano, perché quello 0 nel tabellino dei gol realizzati rischiava di portarlo a forzare le giocate e a cedere ad un egoismo d’occasione, non già elettivo, ma generato dalle circostanze.
Ghedjemis, l’altra freccia acuminata della faretra di mister Alvini, ha giocato una gara di grande sostanza, ma stavolta non è stato premiato dal gol. E’ noto che il franco algerino non abbia tra le qualità più spiccate quelle dello “stoccatore”, sebbene stia mostrando significativi progressi anche in questa particolare dimensione. Si rifarà a Pescara, ma intanto incassa complimenti “universali” e si candida ad essere uno dei pezzi pregiati del mercato estivo, visto che alcuni club della massima serie non fanno mistero di seguirlo in modo interessato.
Altro personaggio di spicco del gruppo giallazzurro è senza dubbio il regista Calò, che continua a sfornare prestazioni di grande sostanza e a mostrare qualità insostituibili e preziose nel contesto dello scacchiere giallazzurro.
E cosa dire di Calvani, che segna in torsione con gesto quasi circense dopo una partita brillante anche in fase di non possesso? Il Frosinone ha un’identità vincente e tante facce di una stessa, splendida medaglia (non ce ne vogliano infatti i giocatori non nominati, perché contro i campani sarebbero stati tutti meritevoli di citazione ed elogio).
A Pescara altra occasione per confermarsi squadra champagne. E, con le festività vicine, sarebbe quantomai opportuna…
Le meraviglie del Frosinone: un primato che stupisce, ma forse il bello deve ancora venire
