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Le norme sulla trasparenza sono… oscure. E la Provincia incarica un esperto per fare chiarezza.

Redazione
L’ufficio che si occupa della Stazione unica appaltante ha dovuto far ricorso ad un consulente esterno per riuscire ad interpretare al meglio le norme sulla trasparenza amministrativa
Marzo 4, 2022
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Il palazzo sede della Provincia di Frosinone

L’ufficio che si occupa della Stazione unica appaltante della Provincia di Frosinone (che gestisce gli appalti per Comuni non capoluogo aderenti ed altri enti interessati) ha dovuto far ricorso ad un consulente esterno per riuscire ad interpretare al meglio le norme sulla trasparenza amministrativa da applicare al complesso settore delle gare: le norme sulla trasparenza sono poco chiare e c’è necessità di un esperto.  

Il responsabile del settore, infatti, ha lamentato che “ha frequente necessità di acquisire pareri e fornire interpretazioni delle norme di legge in materia di trasparenza data la particolarità che la tematica assume nel settore informatico e nel settore delle gare di appalto”. 

Insomma, benché le norme sulla trasparenza dovrebbero servire proprio a che tutto possa essere “chiaro” a tutti, qua sembra che ci si capisca sempre meno. Così l’ente ha sottoscritto un accordo con un avvocato che, di volta in volta, sarà chiamato ad interpretare la legge, dare pareri, orientare l’accesso agli atti. In una parola a ‘spannare’ il palazzo di vetro. 

Chi l’avrebbe detto mai che quella nata ormai 8 anni fa (durante i quali è stata rimaneggiata più volte) e presentata come il ‘Freedom of Information Act’ italiano, sarebbe diventata – almeno in Ciociaria –  invece una legge opaca, contorta e quasi incomprensibile. Tanto oscura da richiedere continue consulenze per capire cosa il pubblico possa sapere e cosa no.

Per chi non è pratico della materia, il Freedom of Information Act in sigla FOIA è un provvedimento diffuso in oltre 100 paesi al mondo e rappresenta la normativa che garantisce a chiunque il diritto di accesso alle informazioni detenute dalle pubbliche amministrazioni, salvo i limiti a tutela degli interessi pubblici e privati stabiliti dalla legge. In Italia è stato introdotto in pompa magna, prospettando palazzi dei pubblici poteri sempre più trasparenti, nel 2013 con il decreto legislativo n.33/2013.

Invenzione tutta americana del 1966, il FOIA prende spunto dai sistemi anglosassoni che prevedono appunto il diritto dei cittadini ad accedere a dati, informazioni e documenti in possesso della Pubblica Amministrazione. Ma nella patria della burocrazia, dove ai pensionati viene chiesto periodicamente di autocertificare l’esistenza in vita (ed è impossibile autocertificare il falso!), queste semplici regole si sono impantanate in un contesto di eccezioni, casistiche, distinguo e privacy. Tanto che anche gli addetti ai lavori non ci si raccapezzano poi tanto e figuratevi i cittadini. Ecco, allora, l’esigenza di chiedere aiuto ad un esperto che diradi le nubi attorno al palazzo di vetro appannato.

La burocrazia è morta! Evviva la burocrazia! 

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