“Subito al voto anche nel Lazio”. Lo chiede il centrodestra, che ha annusato nell’aria la volontà di Pd e M5S – che in regione governano a braccetto – di tirarla per le lunghe, nonostante l’elezione del governatore Nicola Zingaretti al Parlamento.
Come noto, le due cariche di presidente della giunta regionale e di deputato sono incompatibili. Lo stabilisce direttamente l’articolo 122 della Costituzione, mentre le procedure per regolare i casi di ineleggibilità e di incompatibilità sono disciplinate dalla legge regionale.
Il neo onorevole Zingaretti dovrebbe quindi dimettersi dalla carica di governatore – appare ovvio che opterà per quella di parlamentare – ma la cosa non è immediata. Anzitutto va attesa la proclamazione degli eletti alla Camera e quindi dovrà scegliere dove accomodarsi (teoricamente potrebbe anche decidere di restare in Regione). Insomma, dal punto di vista del centrosinistra non c’è fretta. Concetto già chiarito da Zingaretti fin dal primo momento della sua candidatura a palazzo Montecitorio davanti alle richieste di lasciare subito lo scranno nell’esecutivo regionale: “lascerò la guida della Regione solo dopo l’eventuale elezione al Parlamento – diceva allora -. Io credo che anche per il rispetto della legge questo problema ce lo porremo dopo l’eventuale elezione al Parlamento: sia perché lo prevede la legge in caso di incompatibilità, sia per non scaricare sul governo regionale e sui cittadini del Lazio fibrillazioni e crisi che non dipendono da noi, ma dal quadro politico nazionale”.
Insomma, tra il tempo per ‘decidere’ dove stare e i 90 giorni che la legge regionale prevede per le elezioni in caso di scioglimento del Consiglio – scioglimento che farebbe seguito alle dimissioni del governatore – alle urne si potrebbe tornare verso primavera.
Dopo il responso elettorale del 25 settembre, le fibrillazioni sono però tutte del Pd, che non ci tiene molto ad andare immediatamente al voto con un segretario dimissionario e ‘traghettatore’ (Enrico Letta dixit) ed un elettorato ai minimi termini e deluso: insomma serve tempo per riorganizzarsi.
Inoltre, nel Lazio – nonostante tutto quello che si siano detti e rinfacciato Pd e M5S in campagna elettorale e le divergenze che hanno portato Conte a girare le spalle alla maggioranza del premier Draghi – democratici e grillini continuano a governare assieme – ora ufficialmente e ad inizio consiliatura con un patto di desistenza accettato dal movimento 5 stelle, pur di non dover tornare ad elezioni e perdere le poltrone conquistate (anche allora non volevano avere nulla a che fare con il Pd e si è visto!) -. Tra l’altro, a non far votare ai Cinque stelle la fiducia al governo è stata proprio la vicenda del termovalorizzatore di Roma e della gestione regionale dei rifiuti, ma la cosa non ha minimamente scalfito il duetto Pd-M5S alla Pisana, che balla un’altra musica: uno spartito – chiamato ‘modello Lazio’ – che dopo la batosta rimediata alle politiche – e con Pd e M5s fortemente relegati in opposizione – potrebbe diventare il pentagramma della nuova melodia del centrosinistra.
Ieri, a chiedere la fine dei vari giochetti ed elezioni regionali immediate è stato il consigliere regionale della Lega, Daniele Giannini, che ha sottolineato come, dopo il grande consenso ottenuto dalla coalizione di centrodestra nel Lazio – che ha potuto contare sul 45% dei voti – occorra andare a elezioni regionali il prima possibile, entro e non oltre 90 giorni dallo scioglimento anticipato del Consiglio, come da legge vigente, senza prolungare l’agonia di una regione già fortemente penalizzata.
“Il Governatore sta per lasciare la Pisana per andare in Parlamento – ha scritto in una nota il consigliere del Carroccio – ma la sinistra farà di tutto per prolungare la permanenza di uno Zingaretti dimissionario, terrorizzata dal doversi confrontare nuovamente con le urne. Il cosiddetto ‘campo largo’ o, ancora peggio, il tanto chiacchierato ‘modello Lazio’ vede Pd e 5 Stelle andare a braccetto per puro calcolo aritmetico, senza una maggioranza coesa e senza una reale unione di intenti. Specialmente in questi ultimi 5 anni – spiega ancora il consigliere – i cittadini hanno avuto un governatore assente, ‘fantasma’, quindi il conto alla rovescia deve partire immediatamente, affinché questa sinistra non abbia a disposizione altro tempo per indire concorsi e gestire fondi da dare in pasto esclusivamente agli ‘amici degli amici’. Si vada alle urne alla prima occasione utile, nell’interesse dei tanti cittadini del Lazio che – conclude – da troppi mesi, da troppi anni, su tutti i fronti, vedi la sanità ed i rifiuti ad esempio, attendono risposte”.