Colpo di coda dell’Egaf. L’Egato Ambiente Frosinone cala la carta dell’incostituzionalità e prova, così, a far fuori la legge regionale, approvata a novembre dal Consiglio del Lazio a maggioranza centrodestra, tramite cui è stata abrogata la normativa, voluta dal centrosinistra, che istitutiva in ogni provincia del Lazio un Ente di gestione dell’Ambito territoriale ottimale che si sarebbe dovuto occupare di rifiuti.
Tramite l’avvocato Francesco Scalia – che sta assistendo e difendendo l’Egaf davanti al Tribunale amministrativo regionale di Roma dove mercoledì si dovrebbe discutere il ricorso presentato dal Comune di Fiuggi per l’annullamento degli atti relativi alla costituzione dell’Egato – l’ente ha sollevato una questione di costituzionalità della legge regionale n.19/2023 con cui, come detto, la Regione ha abrogato la normativa regionale che prevedeva l’istituzione degli Egato dei rifiuti, annunciando di voler rivedere più organicamente la materia.
Per l’avvocato Scalia, che è anche docente universitario di diritto amministrativo, la legge regionale votata dal centrodestra conterrebbe almeno due profili di incostituzionalità. Da una parte violerebbe la norma costituzionale prevista dall’art. 117, lì dove indica proprio l’ambiente e la sua tutela quale competenza esclusiva dello Stato, che tramite il Codice dell’ambiente impone alle Regioni di disciplinare le forme e i modi della cooperazione tra gli enti locali ricadenti nel medesimo ambito ottimale, prevedendo che gli stessi costituiscano le Autorità d’ambito. Quindi, aver abrogato ‘tout court’ la normativa che prevede l’istituzione degli Egato, di fatto vìola la norma dettata dal Codice dell’Ambiente e di fatto interviene in una materia di esclusiva competenza statale. Inoltre, la stessa legge regionale violerebbe anche l’articolo 3 della Costituzione, pure sotto i profili della ragionevolezza e della proporzionalità, poiché se la finalità dell’abrogazione della precedente legislazione regionale in materia è quella dichiarata della “necessità di procedere all’aggiornamento e alla revisione del Piano regionale di gestione dei rifiuti”, lo stesso risultato poteva raggiungersi modificando parte della legislazione esistente e non abrogandola completamente lasciando di fatto un ‘vuoto’ legislativo.
La difesa dell’Egaf insiste pertanto nel manifestare interesse acché il Tar si pronunci sul ricorso – anche se nel frattempo è sopraggiunta la legge regionale di abrogazione – e chiede formalmente ai giudici di rimettere alla Corte Costituzionale la questione relativa alla legge votata lo scorso novembre dall’emiciclo della Pisana.
L’avvocato Scalia, infatti, fa rilevare ai giudici amministrativi che l’Egaf è un ente in vita: nonostante le previsione della contestata nuova legge regionale, la procedura di messa in liquidazione non è stata avviata.
L’Ente è tuttora in piena funzione, presieduto, a norma dello Statuto, dal componente più giovane del Consiglio Direttivo. Il Presidente della Regione non ha ancora posto in liquidazione l’Ente, né ha nominato il Commissario straordinario. L’Egaf ha tutto l’interesse, quindi, “ad ottenere il rigetto del ricorso, per non vedere travolta l’intera attività svolta e lo stesso bilancio di previsione per il 2023, con ripercussioni anche sulla futura liquidazione”.
Come noto, quello di Frosinone è l’unico Egato Rifiuti che è stato costituito. Un’operazione fatta in fretta e furia dal centrosinistra sul finire della scorsa legislatura per assegnare la presidenza dell’Egaf – come l’Egato si è poi rinominato -, al consigliere regionale uscente Mauro Buschini, che rinunciava così a ricandidarsi in Regione, togliendo dall’impiccio il Pd ciociaro che già aveva ai nastri di partenza per la volata alla Pisana sia Sara Battisti, che Antonio Pompeo, espressioni delle due principali correnti che animano il partito democratico nel Frusinate. Per loro, con ogni probabilità, ci sarebbe stato un unico seggio su cui puntare: una corsa a tre avrebbe favorito Pompeo, visto che Battisti e Buschini corrono per la stessa ‘scuderia’.
La fretta è stata però cattiva consigliera e gli atti di istituzione dell’Egato ciociaro sono risultati un po’ pasticciati. In particolare, come si ricorderà, è emersa la questione della ripartizione delle quote tra i 91 comuni ricompresi nell’Ambito. Fiuggi ha fatto ricorso al Tar, poi anche Torrice ha impugnato gli atti. Con un estremo tentativo, la giunta regionale uscente ha provato a rimediare, correggendo la delibera incriminata, ma l’iter non è stato completato perché nel frattempo si era andati alle urne.
La nuova amministrazione regionale di centrodestra ha ripreso in mano la questione e ha prima provato ad annullare in autotutela gli atti che avevano permesso l’istituzione dell’Egato ciociaro – decisione contro la quale, a sua volta, l’Egaf ha fatto ricorso al Tar – e poi scegliendo di abrogare per legge la normativa che istituiva gli Egato. Mossa a cui oggi l’Egaf ha risposto avanzando il sospetto di incostituzionalità. Nel frattempo, Mauro Buschini ha lasciato la presidenze dell’Egaf (quando si è avuta la certezza che il Consiglio avrebbe abrogato quell’ente), per accomodarsi nel Cda della Saf, la società dei comuni che gestisce l’impianto di trattamento dei rifiuti di Colfelice, mentre – in assenza di un vicepresidente mai nominato – la guida dell’Egato rifiuti e stata assunta dalla componente più giovane del Consiglio direttivo, Simona Girolami.