Immobili scolastici: nel Lazio meno di uno su due è collaudato. meno di uno su 5 ha l’abitabilità e appena uno su 20 è a posto con la certificazione antincendio. Bene il quadro relativo all’abbattimento delle barriere architettoniche, male invece la normativa antisismica: molte scuole sorgono su siti per i quali non è stato ancora verificata l’area sismica di assegnazione. Lo certifica il nuovo dossier di Legambiente sullo stato di ‘salute’ degli edifici scolastici in Italia. Relativamente alla regione Lazio, i dati sono anche incompleti. Se tutti i capoluoghi di provincia hanno fornito i riscontri chiesti dall’associazione ambientalista, Roma Capitale – dove c’è il grosso dell’edilizia scolastica – non li ha trasmessi.
Il dossier di Legambiente
Come ogni anno, Legambiente ha presentato ieri il dossier ‘Ecosistema Scuola’, giunto nel 2023 alla XXII edizione, che fa il punto sull’adeguatezza degli edifici scolastici e il rispetto delle varie normative urbanistiche. I dati esaminati sono quelli relativi al 2021.
La situazione nel Lazio (Roma esclusa)
Per quello che riguarda la nostra regione, il rapporto di Legambiente prende in esame 132 edifici scolastici. Di questi solo il 47,3% risulta a posto con il certificato di collaudo statico, mentre appena il 16,7% ha il certificato di agibilità. Invece il certificato di prevenzione incendi e vanto di appena il 5,1 % degli edifici analizzati.
Se in tutte le scuole esaminate sono presenti strutture di abbattimento delle barriere architettoniche, altrettanto non si può dire per la zonizzazione sismica: nel 58,2% dei casi si tratta di edifici nei quali non c’è stata ancora nessuna verifica di vulnerabilità sismica, mentre il 40% delle scuole ‘mappate’ ricade in zona sismica 2.
Tutti in classe ‘G’: bocciati alla prova energetica
I 132 edifici esaminati, sono “vecchi” anche dal punto di vista energetico. La quasi totalità, infatti, (96,7% circa) appartiene alla classificazione energetica G (l’ultima della scala di classificazione, per intenderci). L’utilizzo di fonti energetiche cosiddette “rinnovabili” è impiegato appena dal 10% degli edifici presi in esame, mentre quasi una scuola su due ha aree aperte verdi che può utilizzare per la didattica all’aperto.
Bus e auto: a scuola si va su 4 ruote
Nel Lazio, a scuola si va in autobus o in auto. Ni quattro capoluoghi in esame (Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti) non ci sono attivi progetti di mobilità alternativa per il tragitto casa-scuola-casa come ad esempio iniziative ‘bicibus’ e ‘piedibus’ (a scuola si va in bici o a piedi tutti assieme). Anche se, ricordiamo, il comune di Frosinone ha lanciato proprio negli anni scorsi un progetto di bikesharing per gli studenti, ma per adesso la gara di acquisto delle bici è andata deserta, mentre – in passato – il capoluogo ciociaro è stato protagonista di alcune giornate ‘pedibus’. Per ora, però, a livello regionale (Roma sempre esclusa) la meglio ce l’hanno i servizi scuolabus (per 36,1% delle scuole) e di bus di linea (19,4%). Non risultano isole pedonali o Ztl, ma quasi una scuola su tre (29,5%) si trova in ‘zona 30’ (velocità limitata a 30km/h) mentre sono ‘scomparsi’ i nonni vigili. Più della metà delle scuole esaminate, ha il servizio mensa (57,6%) ed è in grado di garantire pasti diversificati agli alunni per esigenze culturali o religiose. Nel menù hanno la meglio i prodotti biologici (73,3% dei casi).
I commenti (poco entusiasti) degli ambientalisti
La direttrice regionale di Legambiente, Maria Domenica Boiano, commentando il report sul Lazio, ha posto l’attenzione sulle carenze urbanistiche: “Sembra evidente che la mancanza di certificazioni di collaudo statico, di agibilità e soprattutto di prevenzione incendi siano chiaramente il maggiore dei problemi per le scuole dei capoluoghi del Lazio insieme al fatto che pressoché tutte le scuole sono nella più bassa classe energetica. Ma c’è tanto da fare anche nella crescita delle energie rinnovabili legate all’edilizia scolastica, nella trasformazione in chiave sostenibile dei quartieri che ospitano le scuole con isole pedonali e limitazioni del traffico veicolare privato, nel riavviare pratiche virtuose come quelle dei nonni vigili che sembrano scomparse dopo anni di belle e fruttuose esperienze”.
Il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi, parla di un quadro complessivo preoccupante: “E’ gravissimo che Roma non fornisca alcun dato, perché la Capitale con oltre 1.200 edifici scolastici dovrebbe conoscere e trasmettere al meglio i numeri che riguardano il suo enorme complesso di edilizia scolastica e di servizi connessi ma tutto ciò continua a non avvenire. I numeri romani enormi consentirebbero di sviluppare efficientemente energetico delle strutture, mobilità sostenibile e pedonalizzazioni negli areali scolastici, aumento della qualità dei servizi e della vita per il maggior corpo scolastico studentesco e docente di tutta Italia, e su tutto si deve lavorare con urgenza”.