La Giunta regionale commissaria l’Arsial e scoppia il caso politico. Fratelli d’Italia va all’attacco denunciando l’ennesima nomina oltre ogni limite fatta dal Pd alla guida la Regione.
Arsial, le dimissioni di Ciarla
L’Arsial è l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura nel Lazio. Fino a pochi giorni fa era guidata da Mario Ciarla, esponente del Pd, che però ha rassegnato le dimissioni proprio per potersi candidare al Consiglio regionale per il rinnovo del quale, come noto, si andrà al voto i prossimi 12 e 13 febbraio.
La nomina di Napoletano all’Arsial
Dunque si è posta la necessità di rimpiazzare Ciarla nei pochi mesi che precedono il rinnovo del Cda con l’arrivo della nuova giunta regionale. La scelta è caduta sull’ex capo di gabinetto del governatore Nicola Zingaretti, Andrea Napoletano, rimasto senza incarichi dopo l’elezione del governatore del Lazio al parlamento e le conseguenti dimissioni dalla giunta regionale.
Le accuse di Fratelli d’Italia
L’operazione, però, è finita nel mirino della consigliera regionale di Fratelli d’Italia, Laura Corrotti, che ha denunciato l’inarrestabile poltronificio del Pd, segnalando quest’ennesimo caso: “In Regione Lazio il Pd continua fino all’ultimo giorno a piegare le istituzioni al proprio interesse. Infatti, attraverso un decreto del Presidente viene nominato ora commissario in Arsial il capo gabinetto dell’ex presidente della Regione come successore di Ciarla, quest’ultimo dimessosi dall’agenzia regionale poiché in procinto di candidarsi nella lista Pd a sostegno di D’Amato: un atto che consentirà così di controllare l’Agenzia fino alla scadenza della legislatura e per i tre mesi successivi all’insediamento della nuova giunta. Si continua quindi ad alimentare il ‘sistema Pd’ giocando con i soldi dei cittadini laziali”.
Il decreto di Leodori
Il decreto di nomina firmato dal presidente reggente, Daniele Leodori, porta la data del 30 dicembre e prevede che Napoletano governi l’Agenzia regionale sino alla nomina del nuovo Consiglio regionale. In tale periodo lo farà “a titolo gratuito”. Poi potrà restare commissario pro-tempore – fino alle decisioni del nuovo esecutivo regionale – a stipendio pieno per massimo 90 giorni. Tre mesi di stipendio quasi sicuramente garantiti, visti i tempi tecnici che comunque ci vorranno dalla data delle elezioni al pieno funzionamento dei nuovi organismi e l’adozione delle relative decisioni.