Sono stimati in quasi 8 miliardi i risparmi delle famiglie ciociare depositati in banca o alle poste ma l’inflazione sempre più alta minaccia di portarsi via nel biennio 2022-2023 circa 1,1 miliardi d’euro in minor potere d’acquisto. Si stima che mediamente ogni famiglia della provincia di Frosinone avrà circa 6.000 euro in meno di potere d’acquisto.
I calcoli li ha fatti la Cgia di Mestre, associazione di piccoli e medi imprenditori, il cui ufficio studi ha elaborato una classifica nazionale delle regioni e delle province in base all’impatto che l’inflazione avrà sui risparmi degli italiani nei 24 mesi dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2023.
Il peso inflativo sulla regione Lazio
Se si ordinano le regioni in base all’impatto che l’inflazione avrà sui risparmi dei propri cittadini nel periodo 2022-2023, il Lazio si ritrova a metà classifica, in posizione 11 su venti. Con depositi per circa 116,4 miliardi di euro, si stima per la nostra regione una perdita di potere d’acquisto per 16 miliardi nel biennio (8,9 miliardi nel 2022 e 7,1 miliardi nel 2023).
In Ciociaria l’inflazione “mangia” 6.000 euro a famiglia
Sulle 107 province italiane, la Ciociaria si piazza al 72° posto rispetto al peso della perdita di potere d’acquisto dovuto all’inflazione. Al primo posto, svetta Bolzano che a fronte di 15 miliardi di risparmi per famiglia, ne perde 2,3 in potere d’acquisto (10.542 euro a famiglia); ultima Crotone che con 1,5 miliardi di depositi, ne perde 0,2 in potere d’acquisto (poco più di 3.100 euro a famiglia).
La provincia di Frosinone, come si è detto in posizione 72 su 107) registra risparmi per 8,077 miliardi e una stima di perdita di potere d’acquisto nel periodo 2022-2023 pari a 1,117 miliardi pari ad un impatto du ogni famiglia di 5.576 euro nel biennio.
Il report della Cgia
Nella ricerca svolta dall’associazione di categoria si legge: “In questi due anni di inflazione record, i depositi delle famiglie italiane subiranno una “sforbiciata” da 163,8 miliardi di euro. Come si è giunti a questo risultato? In primo luogo, l’Ufficio studi della CGIA ha ipotizzato che i 1.152 miliardi di euro presenti nei conti correnti bancari non abbiano registrato alcuna variazione nell’arco temporale preso in considerazione. In secondo luogo, dopo aver stimato che nel biennio 2022-2023 l’inflazione crescerà di quasi il 15 per cento (+8,1 l’anno scorso e +6,1 quest’anno), ha calcolato la perdita di potere d’acquisto dei nostri risparmi. L’esito emerso da questa elaborazione è “spaventoso”: praticamente ci troviamo di fronte a una patrimoniale da quasi 164 miliardi di euro che a ogni singolo nucleo familiare “costerà” mediamente 6.338 euro.
Inflazione, la patrimoniale di Amato ci costò 31 volte meno
A distanza di oltre 30 anni, molti ricordano ancora con grande sdegno il prelievo straordinario del 6 per mille applicato dall’allora Governo Amato sui conti correnti degli italiani. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992, infatti, quella misura costò alle famiglie italiane 5.250 miliardi di lire, ovvero 2,7 miliardi di euro. Attualizzando questo importo, il prelievo si attesta a 5,3 miliardi di euro; praticamente un “sacrificio” economico 31 volte inferiore a quello stimato dall’Ufficio studi della CGIA (163,8 miliardi di euro) nel biennio 2022-2023.