Che senso hanno a Frosinone le sedute di consiglio comunale dedicate al question time, vale a dire alla risposta alle interrogazioni? Quasi nessuno. E se si continua così bisognerebbe seriamente pensare ad abolirle.
Ieri sera erano presenti appena 16 consiglieri. Vuol dire che gli altri 17 erano a casa. Mancavano 4 esponenti su 5 che da luglio sono all’appoggio esterno: Pasquale Cirillo (Forza Italia), Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (Lega). C’era soltanto Maurizio Scaccia (Forza Italia). Evidentemente hanno capito che questo appuntamento non rappresenta neppure più una vetrina per sottolineare critiche e distanze politiche. Per la verità non c’erano nemmeno i 3 consiglieri di Futura, Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone. Forse sarà stato un caso, ma nei giorni scorsi il gruppo era stato molto duro sulle strategie riguardanti mobilità urbana e Brt. Senza di loro attualmente il centrodestra sarebbe a quota 14. Nettamente minoritario.
Prima di passare alle considerazioni, vanno segnalate le 17 assenze. Decisamente troppe per un appuntamento che è stato pensato per discutere sull’attualità e per colmare il “gap” tra Giunta e Consiglio. Se i numeri devono essere questi, allora meglio dedicare al question time una quindicina di minuti all’inizio della seduta ordinaria. Se non altro si risparmia qualcosa sulle spese.
La notizia di ieri sera l’ha data il sindaco Riccardo Mastrangeli: via Marittima si appresta a tornare a doppio senso di marcia dopo una lunga estate “bollente” per via dei cambiamenti determinati dai lavori per la corsia del Bus Rapid Transit. Proprio il Brt continua ad essere la tematica principale, quella sulla quale la maggioranza si è lacerata. Una domanda, semplice, ci sta tutta: ma se ancora non è stata definita la Variante, se il percorso non è quello finale, se il bus elettrico non entrerà in funzione prima del 2026, di cosa esattamente si sta parlando? Gli ingegneri e i tecnici che si stanno occupando del prossimo Piano urbano della mobilità sostenibile dovrebbero dare certezze in questa fase. Stesso discorso per Sindaco, giunta e maggioranza. All’inizio era stato detto che il mezzo avrebbe viaggiato “dritto per dritto”, dalla Stazione a De Matthaeis e ritorno. Poi è venuta fuori la storia che il Brt non ha due motrici, quindi non è nelle condizioni di tornare indietro sulla stessa corsia. Ma perché girare attorno a una rotatoria oppure prevedere altre manovre è una missione impossibile? La verità è che il progetto del Bus Rapid Transit è finito su un binario morto per la questione del sagrato della chiesa della Sacra Famiglia. Quando cittadini e comitati hanno protestato per dire che il mezzo non può transitare lì, è cambiato tutto. Come del resto ci si arena ogni volta che si ipotizza un tracciato da una parte piuttosto che da un’altra. Cittadini, famiglie, residenti e commercianti vogliono che il bus elettrico passi… altrove. La maggioranza di centrodestra non ha quella compattezza tale da cercare di “condividere” le strategie nei quartieri. Intanto però una cosa è certa: il percorso va stabilito, la Variante va chiusa e dei punti fermi vanno messi. Assumendosi ognuno le sue responsabilità. Anche perché il Comune di Frosinone ha pure altri argomenti che andrebbero affrontati. Magari per dare una visione di futuro al capoluogo. La mobilità è fondamentale e il Brt rappresenta un tassello importante. Ma non sono le uniche tematiche che andrebbero definite.
In tutto questo sulle sedute del question time, sempre più per pochi intimi, va fatta una riflessione seria. Così come si svolgono non servono davvero a nulla. Se non come “sfogatoio” trasversale. Peraltro fine a sé stesso. Infine, maggioranza e opposizioni non riescono a litigare neppure nel question time…