Il ripristino, a otto mesi dall’incursione hacker, del portale istituzionale delle liste d’attesa per visite ed esami nelle Asl Lazio ha disvelato una realtà che il buio provvisorio sul sistema di monitoraggio aveva soltanto nascosto.
I tempi per sottoporsi a una qualsiasi forma d’esame, in special modo per gli esami diagnostici, sono tornati ad essere biblici. La maglia nera va all’Asl Roma 2, la più grande del Lazio e d’Italia, dove un quarto delle prenotazioni non urgenti effettuate questa settimana ha il bollino rosso (14 su 59), quello cioè con cui la Regione indica ‘le prenotazioni entro lo standard minori del 50%” nel rispetto dei tempi massimi (30 giorni per le visite differite, 60 per gli esami diagnostici differibili).
La medaglia d’argento per le attese snervanti se l’aggiudica la Asl di Latina, con tredici tipi di appuntamenti con il bollino rosso, di cui 3 completamente azzerate: ecocardiogramma da sforzo 0%, risonanza addome 0%, Tac capo 0%.
Il terzo posto di questa non piacevole disfida su quale Azienda Sanitaria va più lenta di un bradipo, vede un ex aequo clamoroso: 12 prenotazioni con il bollino rosso per l’Asl di Frosinone (con 3 impossibili: ecocardiogramma 0%, risonanza cervello 0%, risonanza colonna 0%) e per quella di Viterbo (di cui 5 azzerate: risonanza magnetica cervello 0%, della colonna 0%, muscoloscheletrica 0%, tac bacino 0%, tac capo 0%).
Fatti i classici conti della serva, per sottoporsi alle normali visite occorre pazientare tra gli otto e i dieci mesi; per Tac e risonanze siamo vicini all’anno e non infrequentemente si va anche oltre. Monitoraggio nuovo, problemi vecchi. Anzi vecchissimi.