Una bolgia infernale. Riuscire ad effettuare un esame medico specialistico nelle strutture della Asl di Frosinone è quasi come scendere all’Infermo. Ne è convinto il coordinatore del Tribunale per la Difesa dei Diritti del Malato del capoluogo ciociaro, Francesco Notarcola, che ha preso carta e penna e scritto al Sindaco di Frosinone (quale presidente della Conferenza Locale della Sanità), al Direttore generale della Asl ciociara ed al Presidente della Regione Lazio, segnalando uno stato di cose sempre più deleterio.
Al di là dei tempi biblici che bisogna attendere per avere la prestazione con appuntamenti a diversi mesi se non ad un anno, non sono rari – anzi tutt’altro che rari – i casi in cui dopo aver fatto una lunga fila agli sportelli Cup, ci si sente rispondere che la “lista” per la prestazione richiesta è chiusa e quindi non si può nemmeno prenotare la visita. Quando sarà possibile? Non si sa. Peggio ancora sono poi le situazioni in cui – anche queste molto frequenti – dopo aver atteso settimane e settimane, quando sta per giungere il giorno dell’appuntamento, con una telefonata l’Asl fa sapere che c’è un problema e la visita è rimandata. A quando? Faranno sapere.
Tutto ciò inoltre, contribuisce a congestionare i pronto soccorso del territorio – puntualmente intasati – a cui gli utenti sono costretti a rivolgersi in assenza di altre risposte concrete e risolutive dei problemi da parte della Asl.
«La gestione delle liste d’attesa, nella provincia di Frosinone, è una bolgia caotica, indefinibile e crea un enorme disagio, con gravi conseguenze per la salute delle persone e per i magri bilanci familiari – scrive nella sua lettera Notarcola -. Orientarsi nel mondo delle liste di attesa è impossibile. Sembra un mare sempre in tempesta. Capita che fai un’ora di fila al Cup e poi ti senti rispondere che la lista è chiusa e dovrai ripassare. Quando non si sa. E fare continui viaggi con perdita di tempo e denaro; Capita, inoltre, che una volta riusciti nell’impresa di prenotare una visita, dopo aver atteso tempi biblici, qualche giorni prima della prestazione diagnostica arriva una telefonata, indesiderata, che comunica il rinvio della visita stessa”. Notarcola segnala come “qualche lista ancora aperta proietta le prestazioni verso la fine del 2023 e finanche all’inizio del 2024” e denuncia inoltre che “Se inoltri reclamo alla Asl ti senti rispondere che devi cercare un posto nelle strutture private accreditate e ti sciorinano tutti i passaggi che dovresti fare al computer per cercare il sito giusto, la lista giusta, il link giusto che ti rimanda alla struttura idonea”.
Il coordinatore del Tribunale del malato segnala quindi ai suoi interlocutori come tale modalità altro non faccia che “favorire il crescere impetuoso e lo sviluppo incontrollato delle strutture private accreditate che fanno affari d’oro, mentre prosciugano le poche risorse che i cittadini hanno a disposizione per condurre una vita precaria e di povertà”.
Notarcola definisce “incivile” un simile procedura che “contribuisce ad intasare, per ovvi motivi, i pronto soccorso dei presidi ospedalieri provinciali”.
Ancora Notarcola denuncia come il combinato disposto fra una gestione farraginosa e incontrollabile delle liste d’attesa, e il conseguente sovraffollamento del pronto soccorso, provochi un malcontento diffuso di rabbia e di protesta, che qualche volta sfocia anche nell’aggressione al personale sanitario.
Per risolvere tali problematiche urgenti Cittadinanzattiva Tribunale per la Difesa dei Diritti del Malato di Frosinone chiede la convocazione della conferenza locale della sanità, aperta anche al contributo di questa associazione, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni regionali, provinciali, per mettere fine a drammi di cittadini e famiglie indegne di una società civile”.