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Lo shock di Pizzutelli che scuote il PD e il teatrino di Palazzo Munari

Massimo Pizzuti
Lo strappo di Angelo Pizzutelli, che si è dimesso da capogruppo del Pd a Frosinone, rende evidente la drammatica crisi di un partito sempre più sganciato dal consenso reale. Anche se dietro al gesto potrebbe esserci una lettura anticipata di quello che avverrà alla fine della consiliatura…
Febbraio 2, 2025
Angelo Pizzutelli

Tantò tuonò che piovve. Angelo Pizzutelli ha voluto scoperchiare il pentolone delle ipocrisie, dei malumori sussurrati all’orecchio anziché detti a tutti. In piena trasparenza. Con le dimissioni da capogruppo del Pd ha voluto far capire che si apre una fase nuova. Il suo è lo strappo di un fedelissimo che si è sentito tradito.
Naturalmente Francesco De Angelis lo ha immediatamente chiamato per provare a far rientrare la vicenda. Confidando nel fatto che comunque Pizzutelli non ha lasciato né il gruppo né il partito. Per ora almeno. Però stavolta la situazione è diversa. Unitamente agli altri due consiglieri, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi, Pizzutelli da due anni chiede delle risposte precise al partito. Quanto accaduto nelle ultime ore lo ha convinto che non arriveranno mai. Nella segreteria del circolo cittadino la sua “rappresentanza” è ridotta ai minimi termini, nonostante le 800 preferenze ottenute costantemente nel 2012, 2017 e 2022. Stando all’opposizione. Il ragionamento è: perché il sottoscritto prende i voti e poi la governance politica è affidata a persone che sul piano del consenso contano molto meno? Poi naturalmente c’è tutto il resto: le mancate candidature a sindaco, i passi indietro richiesti (a favore di Cristofari prima e di Vicano poi), l’essere stato ignorato alle provinciali. Per non parlare del fatto che Frosinone è tenuta ai margini nelle candidature eleggibili al Parlamento e alla Regione. Quando l’altro ieri c’è stato il tour dell’eurodeputato Dario Nardella, le tappe scelte sono state Paliano, Veroli, Ferentino. Non il capoluogo, il capoluogo mai.
Angelo Pizzutelli ha deciso di “rompere”. Complicato ipotizzare quello che potrà succedere, tentativi di “recupero” ci saranno. Da parte di Francesco De Angelis ma pure di Sara Battisti. Ma è sul piano politico che l’episodio pesa e brucia, perché mette drammaticamente in evidenza la crisi di un partito che non è in grado di blindare neppure esponenti da 800 preferenze.
Anche se, tutto ciò premesso, come amano scrivere gli avvocati potrebbe esserci questa volta una chiave di lettura che va oltre. Angelo Pizzutelli, come chi annusa le cose di politica, ha intuito che le prossime elezioni a Frosinone potrebbero portare a uno scenario completamente civico. Con i due schieramenti che potrebbero riunirsi su basi del tutto inedite lontane dalla schema classico centrodestra-centrosinistra. I tentativi di dialogo TagliaferriMarzi d’altronde lasciano intuire questa ipotesi.
E l’ex capogruppo del Pd forte dei suoi consensi e di ottime relazioni con l’altro schieramento potrebbe essere parte o protagonista principale di una partita del genere o di un’altra ancora visti i tanti distinguo che stanno marcando l’avventura di Riccardo Mastrangeli. Perchè mettersi ad aspettare rimanendo succube, ancora una volta, delle liturgie Dem?

LE OPPOSIZIONI NEL CAPOLUOGO

C’è quindi il discorso delle opposizioni di centrosinistra al Comune di Frosinone. Nel giugno 2022 contavano 11 consiglieri: 10 avevano sostenuto Domenico Marzi, 1 (Vincenzo Iacovissi) aveva concorso autonomamente da candidato sindaco. Dopo due anni e mezzo  la situazione è completamente cambiata. Il Polo Civico è adesso in maggioranza. Francesca Campagiorni ha aderito direttamente a Fratelli d’Italia, Claudio Caparrelli ha deciso di sostenere Mastrangeli e adesso, come consigliere, ha la delega al patrimonio. Andrea Turriziani (Lista Marini) sta lavorando ad un patto federativo con Fratelli d’Italia e proprio ieri ha avuto un ulteriore incontro con Fabio Tagliaferri, referente di FdI a Frosinone. Il gruppo del Pd è travolto dai malumori interni. Angelo Pizzutelli ha spiegato che a questo punto valuterà la situazione per conto proprio. Potrebbe sostenere una specie di Governo del Sindaco? Non è né scontato né escluso. Lo capiremo quando in aula arriverà il bilancio. Poi ci sono i quattro esponenti della Lista Marzi. Armando Papetti sta partecipando a tutte le iniziative “contro” l’Amministrazione, insieme ai “dissidenti”. Inoltre ha sottolineato in piazza che non farà da stampella. Alessandra Mandarelli da mesi si tiene volutamente ai margini del consiglio comunale. Restano Domenico Marzi e Carlo Gagliardi, che hanno contatti e confronti con Riccardo Mastrangeli, Antonio Scaccia, Fabio Tagliaferri. Secondo alcuni l’intesa esiste già, secondo altri no perché servirebbe la presa d’atto di Mastrangeli di non poter più contare su una “sua” maggioranza. Comunque andrà a finire, le opposizioni viaggiano divise, ridimensionate e in ordine sparso.

IL GOVERNO DI MINORANZA

Il centrodestra ha perso ben 8 consiglieri in due anni e mezzo. Ricordiamoli: Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo (Forza Italia), Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (Lega), Giovambattista Martino, Teresa Petricca, Francesco Pallone (Futura). Cirillo era stato eletto in Frosinone Capoluogo, Pallone nella Lista Mastrangeli, Martino e Petricca nella Lista Ottaviani.
Un’emorragia politica forte. Nel frattempo sono arrivati tre consiglieri dalle opposizioni, ma il “saldo” resta negativo: da 22 a 17. Anzi 16, su 33. Infatti il presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri (Lista Ottaviani) in questo momento è fuori dal perimetro della maggioranza. Chiede l’azzeramento della giunta e una verifica politica seria per tornare alla coalizione originaria, recuperando i “dissidenti”. Riccardo Mastrangeli non ci pensa proprio. Massimiliano Tagliaferri non cambierà idea. Il voto sul bilancio sarà da tripla anche se è chiaro che, comunque vadano le cose, che nel capoluogo siamo in presenza di un Governo di minoranza.

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