L’occhio alle Regionali prima dei grandi appuntamenti

L’esito delle regionali in Veneto, Campania e Puglia, l’accelerazione di Francesco Rocca nel Lazio e di Claudio Mancini al Comune di Roma. Ecco perché c’è un filo che lega le vicende nazionali a quelle laziali e capitoline.
Urne aperte oggi e domani in Veneto, Puglia e Campania. Si conclude la tornata delle regionali che ha visto la conferma del centrodestra nelle Marche e in Calabria e del centrosinistra in Toscana. Centrodestra favorito in Veneto, centrosinistra in Puglia e in Campania, dove però la partita è più aperta.
Escono di scena Governatori come Luca Zaia, Michele Emiliano e Vincenzo De Luca. Sul piano politico i temi sono doversi. Nel centrodestra Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia continuano ad aumentare consensi e percentuali dopo più di tre anni di governo. Mai successo prima. Aveva ragione Giulio Andreotti: il potere logora chi… non ce l’ha.
Forza Italia rafforza il ruolo di seconda forza politica della coalizione. Nella Lega tutti concentrati su Luca Zaia. Il Doge vuole un risultato da standing ovation, che varrebbe doppio dopo i passi falsi elettorali del Generale Roberto Vannacci, specialmente in Toscana. Matteo Salvini osserva: non è in discussione il suo ruolo di segretario (non nell’immediato comunque). E’ in discussione la linea del Carroccio. Perché, come dicono nel profondo Nord, il continuo spostamento a destra del Capitano (e del Generale) non sta portando più consensi. Anzi. Per un motivo conclamato: tra l’originale e la copia gli elettori scelgono sempre l’originale. La destra politica è occupata da Fratelli d’Italia.
Nel campo progressista a giocarsi molto è Elly Schlein, segretaria del Pd. Che infatti intende mettere il sigillo nella riunione del correntone di San Gimignano di fine mese, l’iniziativa dei cosiddetti “azionisti di maggioranza”: da Dario Franceschini a Andrea Orlando passando per Roberto Speranza, che fa riferimento a Pierluigi Bersani.
Contemporaneamente si riuniranno i Riformisti di Lorenzo Guerini, Giorgio Gori e Pina Picierno, più agguerriti che mai. Sullo sfondo l’ombra dei Cinque Stelle. Se Roberto Fico diventa presidente della Campania, Giuseppe Conte accelererà per l’investitura a sfidante ufficiale di Giorgia Meloni. A quel punto Carlo Calenda prenderà ulteriormente le distanze. E Matteo Renzi rifletterà seriamente sul da farsi.
Intanto nel Lazio si stanno delineando ancora più chiaramente i contorni dei prossimi appuntamenti politici. Con l’attivazione della Zona Logistica Semplificata e con la celebrazione degli Stati Generali della Sanità Francesco Rocca ha iniziato il lungo percorso di avvicinamento alle elezioni del febbraio 2028. Con un gioco di squadra che ha coinvolto la vicepresidente Roberta Angelilli, l’assessore al bilancio Giancarlo Righini e tutti gli altri esponenti della Giunta. La dichiarazione di Francesco Rocca è stata indicativa: «Con la firma del sottosegretario Mantovano sulla ZLS, il Lazio può finalmente azionare una straordinaria leva per lo sviluppo dei suoi territori. Si tratta di un provvedimento atteso, che abbiamo preparato con un lavoro capillare di confronto con gli enti locali, le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali. Dotare la regione di una zona logistica semplificata significa creare un clima favorevole alla crescita del tessuto produttivo esistente e alla nascita di nuove imprese, che potranno godere di incentivi e percorsi di sviluppo agevolati. Grazie a questo strumento le aree industriali del Lazio dialogheranno sempre di più con le aree portuali, creando quel circolo virtuoso che potrà assicurare benessere duraturo nelle decine di Comuni interessati e innestare un’ulteriore spinta ai dati macroeconomici, che già nel corso di questo 2025 hanno registrato sensibili aumenti, in primis sull’export e sul Pil». Vuol dire che il centrodestra al governo del Paese e di molte Regioni guarda prioritariamente all’economia. E alla tenuta dei conti. Lo fa Giorgia Meloni a livello nazionale, lo fa Francesco Rocca nel Lazio. Perché tutti sanno che sono gli scenari economico-finanziari a fare la differenza.
Intanto, per quanto riguarda il Comune di Roma (ma non solo), ci sono da registrare le dichiarazioni di Claudio Mancini all’Adnkronos. “Gualtieri ha già detto che si ricandiderà. Del resto è normale che dopo un mandato ci si rimetta al giudizio degli elettori. Anche Raggi, legittimamente lo ha fatto e ha raggiunto un risultato non sufficiente per accedere al ballottaggio, ma un buon risultato: 7 punti in più rispetto ai 5 Stelle. Si ripartirà dalla coalizione che sta già governando Roma e si cercherà di allargare. Ma senza trattative incomprensibili per i cittadini. L’obiettivo è allargare il consenso”. Ha aggiunto: “Intanto c’è uno spazio politico e il progetto civico lanciato da Alessandro Onorato può riuscire ad occuparlo. Le premesse ci sono. Le adesioni e l’interesse superano le più rosee aspettative. E’ un progetto che può allargare i consensi e intercettare quegli elettori che non si sentono rappresentati dai partiti del centrosinistra e magari andrebbero a ingrossare l’astensionismo. La soglia di sbarramento è il 4 per cento. Non è poco. Alle europee, dividendosi, Renzi e Calenda non hanno superato la soglia ma una lista che raccolga le esperienze civiche, il movimento di Ruffini e chi voglia aderire, penso anche a Italia Viva, credo abbia ampie possibilità di superare il 4 per cento”.
Claudio Mancini, deputato e leader della corrente Rete Democratica, è il Cardinale Richelieu del Pd romano. La conferma di Roberto Gualtieri è il tassello decisivo, perché oggi il Comune di Roma è la casella politica più importante occupata dai Dem. Visto che sono all’opposizione sia a livello nazionale che regionale. Però Mancini dà un’indicazione precisa anche sulle alleanze.
Regione Lazio e Comune di Roma: è qui la sfida.