I medici di Frosinone parteciperanno alla fiaccolata in ricordo di Barbara Capovani, psichiatra aggredita e uccisa da un ex-paziente, lo scorso 21 aprile a Pisa, all’uscita dall’ospedale in cui la professionista lavorava. L’uomo, Gianluca Paul Seung, 35enne, è stato arrestato ed è accusato dell’omicidio: avrebbe colpito la donna alla testa con una decina di colpi inferti con un oggetto contundente, probabilmente un martello.
L’Ordine dei medici ciociari alla fiaccolata di Roma
L’Ordine dei Medici della Provincia di Frosinone ha aderito e sarà presente alla manifestazione in programma per questa sera a Roma, come in molte altre piazze d’Italia, in ricordo di Barbara Capovani, psichiatra aggredita il 21 aprile all’Ospedale Santa Chiara di Pisa e morta dopo due giorni di agonia per le ferite riportate.
Lo ha annunciato il presidente provinciale dell’Ordine, il dottor Fabrizio Cristofari, ricordando anche che, tra minacce, lesioni e aggressioni, in Italia sono quasi 5.000 gli episodi di violenza in corsia negli ultimi tre anni, circa 1.600 l’anno.
Le parole del presidente Fabrizio Cristofari
“Questi dati, ufficializzati dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, non ci possono lasciare indifferenti di fronte ad un problema che investe, in maniera sempre più pericolosa, tutti gli operatori sanitari – ha commentato Cristofari -. E la nostra provincia non è indenne da episodi di violenza: l’ultimo, la scorsa settimana, all’ospedale di Cassino. Ma va sottolineato che gli episodi di prepotenza sono all’ordine del giorno. E molto spesso non vengono nemmeno più segnalati”.
“Aderiamo, dunque, con la massima determinazione alla manifestazione di Roma, per sensibilizzare il Governo sul pericolo che ogni giorno i sanitari corrono in corsia. Chiediamo, pertanto, il potenziamento dei posti di polizia all’interno degli ospedali; più personale per la gestione dell’accoglienza e del triage; una migliore disposizione dei parenti che arrivano in accettazione. E, per questi ultimi – conclude -, al fine di evitare prevaricazioni e manifestazioni di insofferenza, una maggiore informazione dei livelli di intervento attraverso i quali si procede all’accoglienza dei pazienti, rispettando in tal modo chi è più grave e, dunque, bisognoso di un percorso più urgente”.