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Ma quale modello Rocca. A Frosinone c’è il modello “carnevale”

Massimo Pizzuti
Abbiamo analizzato nel dettaglio numeri e composizione dei Consigli e della Giunta della Regione e del Comune capoluogo. Alla Pisana il centrodestra è forte, unito e riconoscibile. A Palazzo Munari, lacerato, litigioso e appannato nell’identità politica. Riccardo Mastrangeli arrampicato sugli specchi sembra la Ferragni dopo il pandoro (la difesa della Testa è stata una toppa peggiore del buco)
Marzo 9, 2025

Al Comune di Frosinone c’è chi continua a fare riferimento al “modello Rocca” per cercare di far passare il messaggio che nel capoluogo non si è fatto altro che uniformarsi a quello schema. Ma è proprio così? 
Alla Regione Lazio la maggioranza di centrodestra attualmente ha questa composizione: 22 consiglieri di Fratelli d’Italia, 7 di Forza Italia, 1 della Lega, 1 di Noi Moderati, 1 della Lista Rocca. Più il Governatore. In totale 33 esponenti sui 51 assegnati all’aula della Pisana. Rispetto al risultato delle urne del febbraio 2023 ci sono stati questi cambiamenti: 2 eletti nel Movimento Cinque Stelle hanno aderito a Forza Italia. Gli “azzurri”, complessivamente, sono passati da 3 a 7 consiglieri. Mentre la Lega è scesa da 3 a 1. Tutto è rimasto nell’alveo del centrodestra.
La squadra di giunta del presidente Francesco Rocca è formata da 10 assessori: 6 fanno riferimento a Fratelli d’Italia (che esprime altresì il presidente del consiglio regionale), 2 a Forza Italia, 2 alla Lega. Nel corso della verifica dei mesi scorsi ci sono stati dei momenti complicati e FI in qualche occasione (sporadica) non ha partecipato alle riunioni della giunta, del consiglio e delle commissioni. Però i referenti politici regionali non hanno mai perso il contatto. Tra loro e con Rocca. Parliamo di Paolo Trancassini (Fratelli d’Italia), Claudio Fazzone (Forza Italia), Davide Bordoni (Lega). Nel Carroccio inoltre il sottosegretario Claudio Durigon ha costantemente lavorato per ricucire. In un simile contesto Francesco Rocca ha mantenuto la barra dritta sulla composizione dell’esecutivo avvenuta sulla base dei risultati elettorali. Sapendo bene che i partiti lo avrebbero aiutato e sostenuto come è successo.
Al Comune di Frosinone in questo momento la composizione della coalizione che appoggia il sindaco Riccardo Mastrangeli, è questa: 5 consiglieri di Fratelli d’Italia, 3 della Lista Ottaviani, 3 della Lista per Frosinone, 1 della Lega, 1 della Lista Vicano. Poi c’è Christian Alviani, che due giorni fa è uscito dalla Lista Ottaviani per collocarsi nel gruppo Misto (e questo è il dato che terrà banco a partire dalle prossime ore, con conseguenze tutte da valutare). Quindi ci sono  Claudio Caparrelli (Polo Civico) e Andrea Turriziani (Lista Marini). Più naturalmente Mastrangeli. Il totale fa 17 su 33. Sulla carta però. Dal momento che bisognerà vedere, per esempio, se Massimiliano Tagliaferri (Lista Ottaviani) e proprio Christian Alviani (Misto) voteranno il bilancio. Di questa alleanza fanno parte 3 esponenti provenienti dalle opposizioni: oltre a Caparrelli e Turriziani c’è Francesca Campagiorni, che ha aderito a Fratelli d’Italia. Inoltre il primo cittadino ha raggiunto un’intesa con il suo avversario del giugno 2022, Domenico Marzi (due volte sindaco alla guida di una coalizione di centrosinistra). L’intesa prevede che i 4 rappresentanti della civica di Marzi non sfiducino Mastrangeli.
Infine, particolare non trascurabile, 8 eletti nel centrodestra sono da tempo fuori dalla maggioranza: 2 di Forza Italia, 3 di FutuRa, 3 di un gruppo che comprende Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella, Giovanni Bortone. La composizione della giunta: 2 assessori di Fratelli d’Italia, 2 della Lista Ottaviani (che indica altresì il presidente dell’aula di Palazzo Munari), 1 della Lista per Frosinone (che ha anche la delega di vicesindaco), 1 della Lega, 1 della Lista Vicano, 1 tecnico di fiducia del sindaco (Adriano Piacentini). Rispetto al dato elettorale non hanno più rappresentanza in giunta (da tempo) Forza Italia e Frosinone Capoluogo. Mentre la Lista Mastrangeli non ha mai espresso assessori. Sul piano politico, spaccature, fibrillazioni e polemiche aspre sono all’ordine del giorno.
In realtà del Modello Rocca non c’è traccia al Comune di Frosinone. Il presidente della Regione Lazio non ha aperto al centrosinistra. Neppure ha fuori dalla giunta gruppi e liste che lo avevano sostenuto. Men che meno un partito fondatore del centrodestra come Forza Italia. C’è un dato politico di fondo che non può essere ignorato. Alla Regione il centrodestra è forte, coeso, riconoscibile. Al Comune di Frosinone è lacerato, diviso, fortemente appannato nel profilo squisitamente politico. E senza il sostegno di chi è stato eletto nella coalizione di centrosinistra non potrà mai approvare il bilancio, cioè l’atto più importante sul piano amministrativo e della caratterizzazione politica.
Infine altre due non trascurabili valutazioni. La prima: chi ha avuto modo di interloquire con Mastrangeli nelle ultime settimane ha avuto l’impressione di avere a che fare con un politico galvanizzato da una sorte di sicurezza da consenso esagerata e difficilmente interpretabile. La seconda: la difesa di Rossella Testa (a proposito ieri girava un video decisamente più eloquente e volgare di quello dei giorni scorsi) è stata una toppa peggiore del buco. Un paio di parolacce e attenuanti strappalacrime per giustificare una intollerabile caduta di stile. La parabola del primo cittadino a molti osservatori, sembra aver assunto i tratti di una discesa incontrollata e forse inesorabile. Come per la telenovelas Ferragnez il panettone del nostro sindaco-influencer potrebbe essere l’indegna conclusione del Carnevale 2025.

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