Fuori i secondi, alle 16 di oggi Brasile e Croazia saranno a centro ring. Cominceranno così i quarti di finale dei mondiali 2022, preceduto da polemiche quantomeno intempestive. Le contraddizioni e le criticità di una scelta di regola si propongono quando essa non ha ancora i crismi della definitività.
Poi, serve a poco criticare il dove e il perché. E così il mondiale del deserto è arrivato alla sua fase apicale, alla disfida delle magnifiche otto. Sette invitate sono abituali frequentatrici del gran ballo, la sola novità si chiama Marocco ed ha guadagnato il visto battendo la Spagna, campionessa del mondo nel 2010. Fin dove potranno arrivare Hakimi e compagni non è dato saperlo, ma l’ipotesi che a vincere l’edizione 2022 possa essere una delle solite note è qualcosa che somiglia tanto a una certezza.
MONDIALI 2022, I PRIMI DUE QUARTI DI FINALE
La nazionale più vincente della storia del mondiale avrà l’onore e l’onere di aprire i giochi. Il Brasile, ritrovato l’uomo guida Neymar e sbrogliata la pratica Corea del Sud in soli 45’ minuti di calcio stellare, alza l’asticella e cerca il bis contro i vicecampioni del mondo della Croazia. Se si dovesse considerare la maniera in cui le due squadre hanno superato il primo turno dell’eliminazione diretta, la partita avrebbe un vincitore annunciato.
Il calcio però è il regno dell’imprevedibilità e pertanto i punti di domanda son tutti leciti e anzi il modo fortunoso in cui i croati hanno superato l’insidia Giappone potrebbe essere un segno della volontà di quella buona sorte che spesso condiziona le calcistiche vicende. La Croazia ha tecnica e fantasia, ingabbiate negli ottavi dal correre frenetico e incisivo dei ragazzi del Sol Levante. Potrebbe tirarle fuori di nuovo al cospetto di una nazionale che nella tecnica e nella fantasia ha il proprio abito consueto. È un Brasile nel solco della tradizione, con esterni particolarmente abili nel gioco offensivo, centrocampisti che interdicono ed inventano con pari disinvoltura e col centravanti, Richarlison, che è il meno bravo tecnicamente ma sa far gol, diversamente dal Serginho 1982. Verdeoro favoriti, ma occhio all’indomita Croazia, che quando è in giornata se la gioca con tutti.
ARGENTINA E OLANDA, LA RIVINCITA DEL 78
Alle 20 saranno di fronte Olanda e Argentina, in un’ideale rivincita della grande finale mondiale del 1978. Era l’Argentina di Menotti e Kempes, ma anche l’Argentina di Videla, dei desaparecidos e di un regime cruento che prese quel trionfo quasi fosse un trofeo di guerra. Oggi l’albiceleste è condotta da un leader pacifico, che le sue ragioni le afferma da 15 anni a suon di gol.
Lionel Messi, il più forte calciatore in attività, prima di consegnare lo scettro a Mbappè vuol prendersi quel che fino ad oggi non è riuscito a conquistare, quel titolo mondiale che i suoi predecessori, ad eccezione di Johan Cruijff, hanno messo in bacheca, a un certo punto della carriera. Poco importa che quella della “Pulga” volga al tramonto, un mondiale non ha scadenza. Anche se non è più il Messi delle accelerazioni supersoniche, quel piccolo mago che si fa beffe della legge di gravità, resta un genio, e vuol trarre dall’esperienza quel che dai muscoli non può più avere.
L’Olanda è la solita: fisicità, corsa, dedizione tattica e qualche esuberanza fuori programma. Anche senza il poeta del gol, anche senza il cigno di Utrecht, resta una squadra da prender con le molle. E chissà che non si vada ai supplementari, come accadde nel 78… Il menù dei mondiali torna dopo due giorni di pausa, e presenta piatti succulenti…