Svolta per Sabaudia. Il generale Alberto Mosca trionfa al ballottaggio contro l’ex sindaco Maurizio Lucci. Alla fine ha prevalso la voglia di cambiamento del cuore cittadino, contro la periferia più tradizionalista. Il dato finale parla di 3405 voti per Alberto Mosca (pari al 53,60%) contro i 3048 voti per Maurizio Lucci (pari al 46,20%). Un successo netto anche in considerazione del fatto che il generale ha prevalso in ben 9 sezioni su 15, dimostrando così un maggiore radicamento in tutto il tessuto cittadino. Appare evidente che una fetta non indifferente di elettori anche di centrosinistra abbiano alla fine optato per il candidato di FI e Azione, un elemento che sarà oggetto di riflessione nel post voto. Alberto Mosca, candidato da Forza Italia, Udc e Azione, oltre che dalle civiche Città Nuova e Scegli Sabaudia è partito sicuramente in vantaggio, anticipando la concorrenza. La sua discesa in campo è avvenuta con la fine traumatica della scorsa consiliatura. 65 anni, ufficiale dell’Arma dei Carabinieri e del Ministero della Difesa, Mosca guida l’alleanza più omogenea e compatta. Ha dalla sua la credibilità ed un tratto civico che può fare la differenza. Al primo turno ha ottenuto 2.683 voti pari al 30,58%. Maurizio Lucci, 71 anni, ex sindaco sfiduciato nel 2016 è tornato in corsa con tre liste civiche al suo fianco, Lucci Sindaco, Coraggio Italia per Lucci Sindaco, Obiettivo in Comune Lucci Sindaco, grazie alle quali ha ottenuto 2.133 voti e 24,31%. Un risultato comunque importante per Maurizio Lucci, sottovalutato dai partiti sovranisti della destra, i veri sconfitti di questa tornata elettorale a Sabaudia.
LA VITTORIA DI LETTA SPINGE GASBARRA VERSO LA REGIONE
Nonostante le perplessità di Astorre e Franceschini il quadro politico regionale va mutando di giorno in giorno. L’outsider ora è diventato il favorito. Enrico Gasbarra si appresterebbe ad avanzare la propria candidatura a governatore della Regione. Il successo di Enrico Letta nei ballottaggi può rappresentare un elemento decisivo. L’avanzata di Gasbarra a Roma è favorita anche dal sostegno importante che arriva da settori influenti del Vaticano. L’ex presidente della Provincia di Roma è un uomo abile in grado di unire poteri diversi e per certi versi opposti, sul piano politico ed economico. Inoltre ha da tempo nel mirino la conquista della Regione Lazio, avendo rinunciato a correre per le suppletive nel Municipio Roma 1. La sua posizione di “moderato” permetterebbe al centrosinistra di far virare la coalizione verso l’ambitissimo “centro” facendo digerire ai più estremi una candidatura in grado di tenere insieme il classico e drammatico pluralismo del Pd.Per Leodori si prospetterebbe un passaggio intermedio che lo porterebbe a mantenere un ruolo di assessore fino al 2024 per poi puntare ad una candidatura blindata alle Europee del 2024.
La scalata di Fratelli d’Italia nel Lazio ha messo paura agli ambienti più alti del Pd romano, timorosi sul fatto che nè Leodori nè D’Amato dispongano di quel carisma in grado di poter intercettare il voto degli incerti. Almeno nel Lazio l’obiettivo è quello di riunire tutto il centrosinistra e creare quel campo largo che sul piano nazionale appare quasi un’utopia. Enrico Gasbarra potrebbe essere l’asso nella manica da calare al momento giusto. E’ un centrista ‘anomalo’. Cattolico, formatosi all’ombra di Rutelli e amico di Pannella, ma gradito anche alla sinistra come ha recentemente fatto intendere Goffredo Bettini. E’ di fatto ora l’uomo di Enrico Letta, ma soprattutto è dotato di esperienza amministrativa, politica e istituzionale.