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Multe, il Comune non trasmette i dati, ora rischia di perdere il 90% dei proventi. Il ministero conferma le inadempienze e segnala il caso alla Corte dei Conti

Cesidio Vano
Ad oggi risultano ancora inadempienti ben 15 amministrazioni provinciali, 3 città metropolitane e 317 unioni di comuni. Con una cifra già stimata di circa 3 miliardi di euro. Anche il Comune di Frosinone tra gli inadempienti
Aprile 13, 2022
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Palazzo Munari, nuova sede del Comune di Frosinone

Il Comune di Frosinone non trasmette i dati sugli introiti e l’utilizzo fatto dei proventi dalle contravvenzioni per violazione al codice della strada, ora la multa la rischia il Municipio a cui il Governo taglierà il 90% dei proventi a cui avrebbe diritto. Inoltre l’inadempienza rileva ai fini della responsabilità disciplinare per danno erariale e il Ministero ha già provveduto ad effettuare la segnalazione al procuratore regionale della Corte dei conti.

C’è, infatti, anche il Comune di Frosinone tra quelli inadempienti nel comunicare ai ministeri competenti la rendicontazione sull’utilizzo dei proventi relativi alle violazioni del Codice della strada. Il dato emerge – come riferito dall’Ansa – dalla relazione che il dicastero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) ha fornito alla Commissione Trasporti della Camera dei deputati.
Il rischio ora, come confermato da Governo in risposta ad un’interpellanza parlamentare, è che scattino le sanzioni previste dalla legge con la decurtazione del 90% dei proventi a cui l’ente avrebbe diritto. Dal rapporto si apprende inoltre che circa il 20% dei comuni italiani non ha rispettato l’obbligo previsto dallo stesso Codice della Strada di fornire, in via telematica entro il 31 maggio di ogni anno, l’indicazione sugli introiti delle sanzioni stradali, anche quelle elevate tramite autovelox, e di pubblicare sul sito dell’amministrazione locale i dati contenuti nella relazione stessa entro un mese dalla data di consegna.

Ad oggi risultano ancora inadempienti ben 15 amministrazioni provinciali, 3 città metropolitane e 317 unioni di comuni. Con una cifra già stimata di circa 3 miliardi di euro.
In base ai numeri che emergono da un rapporto del Ministero, ben 1.556 comuni (il 19,7% del totale) non hanno fornito la rendicontazione relativa alle multe elevate. Il Mims annuncia: “Qualora l’ente non trasmetta la sopra menzionata relazione ovvero utilizzi i proventi in modo difforme da quanto previsto dal codice della strada, la percentuale dei proventi spettanti è ridotta del 90 per cento per ciascun anno per il quale sia riscontrata una delle predette inadempienze”.

Tre città metropolitane (Catania, Messina e Reggio Calabria) risultano inadempienti, così come 15 amministrazioni provinciali (Aosta, Belluno, Bolzano, Campobasso, Crotone, Foggia, L’Aquila, Matera, Nuoro, Oristano, Rieti, Rovigo, Sud Sardegna, Teramo, Verbano- Cusio-Ossola).
Secondo i dati forniti dal Mit, oltre al capoluogo ciociaro, tra le amministrazioni comunali che ancora non hanno fornito la documentazione figurano Aosta, Avellino, Catania, Olbia e grandi centri come Civitavecchia, Gela, Lampedusa, Vasto, Taormina, Nola, Sorrento, Locri, Noto, ecc.
Eppure il business delle multe rappresenta un “tesoretto” che vale circa 3 miliardi di euro annui in Italia, alimentato da ben 2,5 milioni di contravvenzioni che ogni anno, secondo i dati Aci-Istat, sarebbero elevate dai circa 8mila autovelox installati sul territorio.

E proprio venerdì scorso, rispondendo ad un’interpellanza urgente di Forza Italia in materia di proventi delle multe da codice della strada – primo firmatario Simone Baldelli -, il Governo ha confermato: “Qualora l’ente non trasmetta la sopra menzionata relazione ovvero utilizzi i proventi in modo difforme da quanto previsto dal codice della strada, la percentuale dei proventi spettanti è ridotta del 90 per cento per ciascun anno per il quale sia riscontrata una delle predette inadempienze che, occorre ricordare, rilevano ai fini della responsabilità disciplinare per danno erariale e devono essere segnalate al procuratore regionale della Corte dei conti.

Simone Baldelli

Con specifico riguardo alle modalità attuative della decurtazione prevista in caso di inosservanza dei sopra menzionati obblighi, evidenzio che gli uffici dei Ministeri dell’Interno e delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili hanno provveduto ad effettuare alle procure regionali della Corte dei conti competenti per territorio, ai fini della responsabilità disciplinare per danno erariale, la segnalazione di tutti gli enti inadempienti all’obbligo di rendicontazione dei proventi relativi agli anni 2019 e 2020.

Al contempo, i medesimi uffici stanno effettuando specifici approfondimenti finalizzati a rilevare le eventuali problematicità del meccanismo sanzionatorio attualmente previsto, nonché ad individuare tutte le soluzioni che, già sul piano amministrativo e gestionale, possono contribuire a rendere più semplice e automatica l’irrogazione della sanzione”.

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