Negli oltre due anni passati dall’inizio della pandemia, il dibattito pubblico si è spesso concentrato su quali effetti avrebbe avuto l’emergenza sulla vita delle persone. Un tema così importante da essere trasversale a qualsiasi ambito: economico, sanitario, sociale, ambientale, tecnologico, educativo. E, allo stesso tempo, tanto sentito da porre la questione se tali effetti sarebbero stati temporanei, essendo direttamente collegati con l’emergenza, oppure di più lungo periodo.
Uno degli aspetti su cui Istat ha posto l’attenzione in questi mesi, monitorandolo nel tempo, è la condizione economica e sociale delle famiglie e dei bambini. Le ultime stime dell’istituto di statistica indicano che la povertà assoluta in Italia nel 2021 resta stabile sui livelli raggiunti nel 2020.
Allo stesso tempo, i dati preliminari mostrano segnali di maggiore sofferenza proprio tra i minori e tra i nuclei più numerosi. Una tendenza sicuramente rafforzata dall’emergenza Covid, ma che è presente nel nostro paese da lungo tempo. Uno strumento molto utile in questo senso è l’indice di vulnerabilità sociale e materiale. Quando parliamo di vulnerabilità di un territorio, intendiamo la possibilità che una situazione di crisi economica possa comprometterne la coesione sociale.
La capacità di misurare tale aspetto diventa perciò particolarmente importante in una fase come quella che stiamo vivendo. Per fare un esempio, un comune in cui vivono tante famiglie monoreddito, con tanti giovani che non studiano e non hanno lavoro e in cui una quota significativa della popolazione abita in case sovraffollate, è più esposto agli effetti sociali negativi di una congiuntura economica sfavorevole. Di qui l’esigenza di creare un indicatore composito, che sintetizzasse in un’unica misura una serie di variabili che segnalano diverse situazioni di sofferenza sociale ed economica.
Vediamo come stanno le cose nel Lazio. Non prima di aver ricordato cosa si intende per povertà relativa. SI tratta di un indicatore dato dalla percentuale di individui che vivono in famiglie con un reddito disponibile equivalente inferiore ad una soglia di povertà convenzionale, data dal 60% della mediana della distribuzione del reddito familiare equivalente nel paese di residenza. Dunque seguendo la serie storica di Istat del triennio 2018-2021 se ne ricava che le famiglie povere nel Lazio erano il 7,3% nel 2018, il 7,5% nel 2019, il 5,7% nel 2020. La percentuale è sui residenti. Gli individui poveri: 10,2% nel 2018, 9,8 nel 2019, 7,5 nel 2020. Su cento famiglie quelle che non riescono a risparmiare sono il 57,2% mentre quelle che non riescono a far fronte a spese impreviste sono il 28,6%