Continua a ripetere che il rapporto politico con Matteo Salvini è solido e che resterà nella Lega. Fra l’altro in questi giorni il nome di Roberto Vannacci circola moltissimo come candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Toscana. Il Generale (come continuano a chiamarlo tutti i suoi fedelissimi) sarà a in provincia di Frosinone il 5 febbraio: prima la conferenza stampa nel capoluogo, poi l’incontro con i sostenitori a Isola Liri. Nel presentare l’evento l’associazione culturale Noi con Vannacci, lo definisce europarlamentare e Generale. Mai c’è un riferimento al partito della Lega. Un lapsus? Forse sì. Magari freudiano: elemento inconscio che fa capire quale sia il reale “sentiment”. Vale la pena ricordare, elemento non trascurabile che il coordinatore regionale del movimento è Antonio Scaccia, vicesindaco del Comune capoluogo e referente della Lista per Frosinone, che esprime tre consiglieri. Una mossa, quella di Scaccia, che ha preso in contropiede il parlamentare Nicola Ottaviani, il sindaco Riccardo Mastrangeli, l’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli, Mario Abbruzzese. I quali certamente hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco, anche se tutti sanno che l’associazione del Generale è una spina nel fianco della Lega. Al di là delle dichiarazioni di maniera.
Restando nel centrodestra, Forza Italia sta vagliando una serie di richieste di adesione al partito, in primis a Frosinone. Il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone ha dato carta bianca al commissario cittadino Pasquale Cirillo, che in questa fase sta cercando di capire come può evolvere la situazione politica nel capoluogo. Tra i colloqui più proficui ci sono quelli con i tre consiglieri del gruppo FutuRa ma nessuno, ad oggi, è in grado di capire a cosa porteranno. Perché dopo mesi di grandi manovre ad ogni livello, Mastrangeli si ritrova al punto di partenza. Non ma una maggioranza solida sul bilancio. La coalizione che lo sostiene “balla” intorno a quota 16 (su 33), sperando che dalle opposizioni qualcuno contribuisca a mantenere il numero legale. Se dovessero esserci elezioni anticipate, Forza Italia andrebbe per conto proprio.
Nel Partito Democratico proseguono le sedute della commissione di garanzia regionale sull’analisi dei 33 ricorsi presentati. Nell’attesa che si arrivi ad una decisione per definire la platea congressuale… l’attualità incombe. Si avvicinano le elezioni comunali. Per esempio a Ceccano, dove Andrea Querqui sta pensando seriamente di scendere in campo. Ma deve sapere se il partito sarà unito sul suo nome, se avrà dalla sua parte Emanuela Piroli. Nella cittadina fabraterna tutti sanno che, al di là delle vicende giudiziarie, la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori e i relativi gruppi in grado di intercettare il consenso sono nell’area di centrodestra. Quindi il tempo a disposizione per costruire un progetto credibile non è poi così tanto… La situazione paradossale è che la federazione provinciale del Pd non ha un referente in questa fase: non c’è il segretario, la commissione congressuale è decaduta. Nulla. Nelle ultime ore è tornata ad affacciarsi l’ipotesi della nomina di un commissario ad acta, che però si troverebbe comunque a dover fronteggiare le strategie delle diverse correnti. Francesco De Angelis (AreaDem) e Sara Battisti (Rete Democratica) non sono mai stati così distanti politicamente e questo sta pesando moltissimo. Poi c’è la situazione del Comune di Frosinone. Sul bilancio quali saranno le scelte dei tre consiglieri Dem? Parliamo di Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari, Norberto Venturi. Terranno o no il numero legale? Voteranno contro o si asterranno? Cercheranno o no una linea unitaria con la Lista Marzi? Si tratta di scenari che inevitabilmente condizioneranno le strategie future. Il problema non è rappresentato dalla necessità di analizzare i ricorsi presentati e assumere delle decisioni in merito. Il problema sta nel vuoto politico di un partito che non può permettersi certe pause. Fra l’altro mentre il Psi di Gian Franco Schietroma esce allo scoperto, annuncia la volontà di costruire un’alternativa di governo e dice no agli inciuci. Il Partito Democratico, invece, è bloccato nella palude del dibattito a tavolino.