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Nole entusiasma, Jannik cade in piedi

Roberto Mercaldo
Djokovic dà spettacolo contro Aliassime, Sinner cede a Tsitsipas ma gioca un gran match
Maggio 14, 2022
Novak Djokovic

Ognuno ha il suo rispettabile parere in merito all’esistenza degli alieni. Chi ha visto il tiebreak del secondo set di Djokovic contro Aliassime è legittimato a propendere per la positiva. Il serbo ha giocato un tennis stellare, esaltato dalla freschezza atletica dell’avversario, che ieri avrebbe probabilmente sconfitto qualunque altro essere umano. Mettendo da parte una certa disabitudine alle gare, qualche acciacco affiorato qua e là e il logorio di una carriera infinita, il numero uno del mondo ha fornito una prova superlativa, ponendo in modo autorevole la propria candidatura per il bis al Roland Garros. Mentre il re della terra rossa, Rafa Nadal, paga dazio all’insensibilità del tempo e s’interroga sulle reali possibilità di tornare a sedere su quel trono che proprio Djokovic gli ha sottratto nel 2021, il suo più agguerrito rivale lancia un messaggio forte e chiaro al cielo di Roma.

Abbiamo iniziato, noblesse oblige, dall’ultimo match della giornata, quello che si è giocato sotto i riflettori, stupiti anch’essi dal pregevole spettacolo che hanno avuto la ventura d’illuminare. Prima, tanto tennis e un crogiuolo d’emozioni, sapientemente distribuite sui campi romani da un regista ispirato. Ispirato come lo Jannik Sinner del primo set, che ha fatto più punti di Tsitsipas (54 a 52) ma ha perso il parziale al tiebreak. Per l’ultimo singolarista italiano in tabellone una partenza ad handicap (0/3), ma poi una reazione da campione, che gli ha consentito di riequilibrare il confronto e di giocarsela al tiebreak. Dopo il punto più spettacolare del match, valso il momentaneo cinque pari, Jannik non ha trovato la prima, il greco lo ha pressato ed è andato a prendersi la palla set, trasformata con freddezza. Il match, sostanzialmente, è finito lì, perché Sinner non è riuscito a mantenere l’altissimo livello espresso, mentre Tsitsipas ha saputo ripetere le prodezze e la continuità esibite in avvio. A quanti fossero delusi dall’esito e dovessero interpretare questa sconfitta come una solenne bocciatura, ricordiamo che il greco, numero 4 del mondo, lo scorso anno al Roland Garros ha perso in finale da Djokovic, dopo essere stato in vantaggio per due set a zero. In apertura di giornata si era guadagnato gli onori della semifinale anche Alexander Zverev, che ha lasciato a Garin solo la soddisfazione di un primo set lottato. Ha rispettato il pronostico anche il norvegese Ruud, che sul mattone tritato esprime il meglio del suo tennis, fatto di solidità e di scelte tattiche esemplari. Shapovalov continua invece ad alternare momenti sublimi a cadute banali e contro un tipo come Ruud la discontinuità si paga al prezzo più elevato. Non ha prezzo, invece, la gioia di due ragazzi un po’ stagionati, che ieri hanno lanciato al tennis tricolore un’ancora di salvezza.

Iga Swiatek

Si chiamano Fabio Fognini e Simone Bolelli e nel circuito ATP ci sono da così tanto tempo che neanche san più quantificarlo. Nei quarti del doppio hanno sconfitto, al termine di un match equilibratissimo e godibile, i tedeschi Krawiets e Miets, che in singolare sono certamente dei carneadi, ma quando si dividono la loro fetta di campo diventano delle macchine da punti. Oggi ci riproveranno, Fabio e Simone, al cospetto di Pavic e Mektic, che sembrano per assonanza fonetica i protagonisti di una filastrocca, ma sono la coppia numero uno al mondo. E chissà che il Foro Italico non porti la coppia italiana dove nessuno immagina, o forse sì, ma senza dirlo ad alta voce… La voce deve averla persa certamente Maria Sakkari, connazionale di Tsitsipas, che contro la talentuosa ma non troppo mobile Jabeur conduceva il suo match dei quarti per 6/1 5/2, 30/0 e servizio. A due punti dal 6/1 6/2, la muscolata ma graziosa Maria avrà pensato che la ferocia agonistica potesse placarsi. E l’altra ha iniziato a ricamare come una Penelope del terzo millennio, disegnando il campo con traiettorie pane e fantasia (l’amore lasciamolo pure al capolavoro di Comencini). Risultato? Jabeur in semi e Sakkari a chiedersi il perché. Con la tunisina, agli onori del penultimo turno Irina Sabalenka, vittoriosa su Amanda Anisimova e Kasatkina, che ha prevalso su Teichmann e la sua voglia di stupire. Dulcis in fundo, Iga Swiatek, alla ventottesima vittoria di fila nel circuito WTA. La polacca è pronta a riscrivere la storia. Quando trova gli automatismi giusti sembra un videogioco. Li trova spesso, come ha visto suo malgrado Bianca Andrescu, talento infinito, braccio forte, corsa perfettibile.

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