“Non siamo dei fannulloni e non abbiamo il dono dell’ubiquità! Lavoriamo 10/12 ore al giorno e siamo sempre in prima linea”. A protestare sono i medici di famiglia a cui lo Stato chiede di svolgere attività di lavoro, per alcune ore a settimana, all’interno delle Case di Comunità, nate nel quadro della riforma che il Governo ha previsto per l’assetto della rete delle cure primarie e ha il compito decisivo di indirizzare come spendere le risorse del Pnrr.
Le Case di Comunità, una ogni 40/50.000 abitanti secondo le previsioni e su base di Distretto sanitario, saranno il luogo dove i cittadini potranno trovare assistenza h24 ogni giorno della settimana. Gli studi dei medici di famiglia resteranno in piedi ma vengono considerati come “spoke” delle Case della Comunità e saranno collegati in rete per garantire aperture h12 sei giorni su sette.
Lo Snami, Sindacato autonomo nazionale dei medici italiani, però non ci sta e accusa: “Coloro che hanno concepito questi percorsi sono contemporaneamente mal informati, mal consigliati, poco lungimiranti e oggettivamente votati al fallimento. Se tu costruisci quello che dovrebbe essere un cambiamento epocale e un miglioramento della assistenza medica territoriale sulle fake news che circolano, sulle leggende metropolitane che con interesse vengono diffuse e sui luoghi comuni imperanti, cioè sulle narrazioni che i Medici di Medicina Generale siano dei fannulloni, un ricettificio automatico e dulcis in fundo dei loro favolosi guadagni, soprattutto senza fare niente, sbagli perché parti da un presupposto totalmente sbagliato”. E dallo Snami rilevano che, se fosse come qualcuno dice “Non si capisce perché a fronte della narrazione di questo mondo fantastico dove si guadagna tanto e non si fa nulla, ci sia un fuggi fuggi generale dal nostro comparto con pensionamenti anticipati e stra-anticipati e sempre meno giovani che ambiscono alla Medicina Generale. La realtà è ben altra e decisamente all’opposto di quella che strumentalmente vogliono vendere – puntualizzano dal sindacato – perché siamo mal pagati, schiacciati da incombenze inutili ed asfissianti e siamo rimasti l’unico front office medico nei confronti dei cittadini”.
Per lo Snami la verità è tutta un altra. Il Governo ha pensato ai medici di base per far funzionare le Case di Comunità perché non hanno altri Medici su cui investire. E senza di noi si perderebbero i finanziamenti del PNRR. “Così – dicono dallo Snami – hanno voluto ignorare il nostro impegno quotidiano di dieci/dodici ore, considerando semplicemente i nostri orari minimi di ricevimento e volutamente ignorando che quella è solo una piccola parte delle nostre incombenze e strumentalmente facendo finta di credere che il Medico di famiglia sia dotato del divino dono dell’ubiquità!”.