Dall’analisi dei numeri si capiscono bene le situazioni politiche: dagli equilibri ai rapporti di forza. In tre giorni ci sono stati tre appuntamenti importanti di natura consiliare: alla Saf, al Comune di Frosinone, alla Regione Lazio.
La Società Ambiente Frosinone è una “partecipata” della quale fanno parte 91 Comuni e la Provincia. All’ordine del giorno dell’assemblea c’erano due punti complessi: la ratifica di Mauro Buschini come membro del cda e l’approvazione del bilancio 2023. Le tensioni congressuali del Pd sono forti e l’area che fa riferimento a Sara Battisti non era proprio decisa ad accendere il semaforo verde. Inoltre più di qualche amministratore ha messo in evidenza come fossero passati quattordici mesi dalla nomina di Buschini al posto del dimissionario Lucio Migliorelli. Un argomento forte. A quel punto il presidente Fabio De Angelis non si è nascosto, richiamando l’intesa iniziale per la governance dell’ente: Fratelli d’Italia, Pd, Forza Italia. Alla fine i sì alla conferma di Buschini sono stati 64, gli astenuti 3, i contrari 1. Questa invece la votazione sul bilancio: 56 sì, 5 astenuti. La Saf è un ente intermedio, ma pure una spa. C’è una dinamica mista, politica e societaria. A reggere è stato il patto siglato nel luglio 2023, patto del quale sono garanti Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), Francesco De Angelis (Pd), Claudio Fazzone (Forza Italia). La politica fa esattamente questo: raggiunge delle intese, a volte anche attraverso dei compromessi e poi governa i vari processi. La Saf non è un organo elettivo, non si può parlare di maggioranza e di opposizione. Non è mai stato un ente semplice, ma se la politica funziona, allora i risultati si raggiungono.
Ieri il consiglio regionale del Lazio ha approvato il bilancio con 32 sì e 15 no. Mentre la legge di stabilità ha avuto il via libera con 28 voti favorevoli e 13 contrari. Poco da dire: la maggioranza di centrodestra ha retto alla stragrande. Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati e Lista Rocca hanno battuto un colpo forte e chiaro. Eppure da luglio è aperta una verifica politica ad intermittenza, che ha fatto registrare perfino dei momenti di tensione. Quando per esempio assessori e consiglieri di Forza Italia non hanno partecipato alle riunioni della giunta e dell’aula della Pisana. Le fibrillazioni non sono mai mancate, ma qualche giorno fa il Governatore Francesco Rocca e il senatore Claudio Fazzone, leader di Forza Italia, hanno di fatto chiuso la questione. Nei prossimi giorni si procederà al riassetto delle deleghe, rafforzando gli “azzurri”. La compattezza sul bilancio è il risultato dell’unità della coalizione, assicurata dal lavoro portato avanti dai leader politici: Paolo Trancassini (FdI), Claudio Fazzone (Forza Italia), Claudio Durigon (Lega). Ma c’è di più, perché proprio la manovra economica è diventata la marcia in più, il terreno dove cementare l’alleanza politica, oltre che amministrativa. Merito soprattutto dell’assessore Giancarlo Righini, che da sempre lavora affinché il bilancio si trasformi in un punto di incontro condiviso. E’ successo esattamente questo e un ruolo importante lo ha avuto pure il presidente dell’apposita commissione, Marco Bertucci. Pure in questo caso c’è la centralità della politica.
Al Comune di Frosinone, invece, è bastato fissare il Consiglio soltanto in prima convocazione per fare emergere una situazione che in “seconda” (convocazione) veniva mascherata. Il sindaco Riccardo Mastrangeli può contare su 16 voti (su 33), 3 dei quali di consiglieri eletti nelle opposizioni. L’astensione dell’altra sera del presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri si trasformerà presto in un voto contrario. Mastrangeli non appare preoccupato perché confida in un ulteriore “soccorso rosso” dalle file della minoranza, che ha 8 esponenti. Mentre con gli 8 “dissidenti” del centrodestra la distanza è diventata incolmabile. Comunque la si veda, il centrodestra a Frosinone è in frantumi: Forza Italia è all’opposizione, la Lega ha un solo consigliere. Regge soltanto Fratelli d’Italia: 5 esponenti. Tutti gli altri fanno riferimento alle civiche. Riccardo Mastrangeli fa continui riferimenti al programma, che però è stato sottoscritto da chi ha concorso nel centrodestra. Oggi, per portarlo avanti, ha bisogno di numerose “stampelle” dalle opposizioni, che non hanno appoggiato lui nel 2022. Ma perché si è arrivati a questo? Semplice: assoluta mancanza di politica.