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Oltre 100mila euro al giorno per i gruppi politici in Regione. La Pisana redige il rendiconto 2021: 37 milioni di euro per indennità, portaborse e vitalizi

Redazione
Sul piatto della bilancia (e nelle pieghe del bilancio) vanno collocati anche altri costi.
Settembre 30, 2022

Oltre centomila euro al giorno per gli organi istituzionali del Consiglio regionale del Lazio. Tanto costa l’apparato politico della Pisana, tra indennità, assistenti, portaborse, consulenze e vitalizi, ma la spesa complessiva per il funzionamento della sola macchia legislativa regionale è ancora più corposa e arriva a superare i 70 milioni di euro a volere tralasciare le sole spese per conto terzi (ovvero le partite di giro).

Il dato emerge dallo schema di rendiconto dell’esercizio finanziario 2021 del Consiglio regionale, che è all’esame delle commissioni competenti prima di approdare in Aula.

Mercoledì scorso, è toccato alla Commissione Bilancio della Pisana esaminare i conti. La V Commissione ha dato il suo parere favorevole al documento contabile, con dichiarata soddisfazione della maggioranza, meno dell’opposizione. Il presidente del Consiglio regionale, Marco Vincenzi, ha sottolineato come gli obiettivi di riduzione dei costi che ci si era prefissati dopo l’interlocuzione con la Corte dei conti, per l’importo complessivo di due milioni di euro circa, siano stati perfettamente rispettati. Meno soddisfatti, s’è detto, dall’opposizione con il consigliere Massimiliano Maselli (Fratelli d’Italia) che ha evidenziato come “anche in questo rendiconto non si ravvisi una seria volontà di fare una vera e propria spending review”.

Dalle schede riassuntive, allegate dal rendiconto, si apprende allora che il Consiglio regionale del Lazio ha speso nel 2021, oltre 37,2 milioni di euro per il pagamento delle indennità dei consiglieri regionali e degli assessori; per le spese dei gruppi consiliari e dei loro apparati (il più delle volte formato da assistenti, segretari e portaborse assunti direttamente dai gruppi politici).

Nella stessa somma (37,2 milioni) rientra poi il pagamento dell’Irap dovuta e i costi per il funzionamento degli organismi autonomi (i vari garanti, il difensore civico, il Cal, ecc.) ma anche le spese per il pagamento dei vitalizi e delle consulenze richieste dalla politica, le spese di rappresentanza, quelle per l’organizzazione di eventi, le spese per la pubblicità e le trasferte, i costi per i contratti finalizzati all’informazione e alla comunicazione, la convenzione Corecom e le varie consulte.

La spesa stimata per l’apparato politico regionale è anche cresciuta nel corso del 2021, rispetto alle iniziali previsioni. A dicembre 2020, infatti, quando è stato stilato il bilancio di previsione, per gli ‘Organi istituzioni’ – cioè le voci di costo sopra elencate -, la Regione prevedeva di spendere non più di 33,7 milioni, ma con il passare dei mesi si sono rese necessarie una serie di variazioni in aumento (l’ultima a novembre 2021) che hanno portato in uscita, a rendiconto, ben 3 milioni e mezzo di euro in più.

L’apparato politico è costato quindi, alla fine, esattamente 37.262.700,48 euro che, diviso 365 giorni, fa appunto 102.089,59 euro di spesa ogni 24 ore. Una bella sommetta e, tra l’altro, non molto meno di quello che si spendeva ai tempi dello scandalo dei contributi a go-go a consiglieri e gruppi consiliari, che tanto ha indignato l’Italia, fino a spingere l’allora governo Monti ad emanare un apposto decreto legge di riforma delle spese regionali.

Ad ogni modo, i 37,2 milioni che fagocita la politica, sono solo una parte dei milioni necessari a far ‘girare’ la macchia della Pisana. A quella somma, infatti, vanno aggiunti altri 14,9 milioni di euro per l’approvvigionamento di beni di consumo, acquisto servizi (pulizia, vigilanza, noleggi e affitti di strumentazione e immobili), manutenzioni, riparazioni, utenze, canoni, prestazioni specialistiche, risarcimento danni, assicurazioni e contenziosi.

Ancora: sul piatto della bilancia (e nelle pieghe del bilancio) vanno collocati altri 5 milioni di euro per l’Ufficio tecnico, ovvero per l’acquisto di beni patrimoniali, manutenzione ordinaria e straordinaria su beni immobili, incarichi professionali per la realizzazione di investimenti; altri 733mila euro vanno poi per l’acquisto dei servizi per formazione e addestramento e per le convenzioni Asl per ambulatorio (servizi sanitari). Ci sono poi le risorse allocate sui vari fondi iscritti in bilancio (riserve, crediti di dubbia esigibilità, ecc.) e le partite di giro.

Nel corso dell’esame del rendiconto in Commissione Bilancio – a cui si è già accennato sopra – il gruppo di Fratelli d’Italia ha anche evidenziato come vi siano diverse voci su cui è possibile operare tagli e risparmi, a partire – per esempio – dal servizio di vigilanza, il tutto senza intaccare i costi obbligatori. Il consigliere Maselli (Fdi) ha anche espresso perplessità sui bandi per il personale, pubblicati a poco tempo dal termine della legislatura.

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