Fazzone e Tiero sono sempre più in auge. La tornata dell’8 e 9 giugno sancisce sostanzialmente il consolidamento del duopolio in provincia di Latina, formato da FdI e FI. Le due forze politiche messe insieme superano il 50% dei consensi e sembrano quasi rinverdire la vecchia formula in voga negli anni ’80, targata Dc-Psi.
I vincitori sul piano numerico sono i due partiti ed in particolare i due eletti: Nicola Procaccini e Salvatore De Meo. Oltre 120.000 preferenze per il primo, più di 40.000 per il secondo.
I vincitori sul piano numerico sono i due partiti ed in particolare i due eletti: Nicola Procaccini e Salvatore De Meo. Oltre 120.000 preferenze per il primo, più di 40.000 per il secondo.
I PROTAGONISTI
Ma i veri protagonisti della performance elettorale sono stati il coordinatore regionale di FI e quello che viene considerato come l’azionista di maggioranza del variegato mondo di FdI in provincia di Latina. Claudio Fazzone ed Enrico Tiero provengono dalla vecchia scuola democristiana. Lavorano spesso sotto traccia, non sono certo assidui frequentatori di salotti o eventi pubblici, solitamente evitano di fare proclami. Ma alla fine prendono i voti. Elemento che in politica fa la differenza. Il senatore è riuscito a riconfermare De Meo a Bruxelles, consolidando la struttura pontina di FI, aggiungendo anche importanti supporti nel resto del Lazio, Frosinone in primis. Nel basso Lazio Fazzone è davvero l’uomo che dà le carte. Un ruolo simile a quello svolto da Bettino Craxi nella Prima Repubblica. Con il suo 16,5% in provincia di Latina, sarà determinante per l’alleanza di centrodestra. E su questo tutti convergono. Uno dei suoi vecchi discepoli, Enrico Tiero, ha letteralmente stravinto la partita tutta interna a FdI. Il vice portavoce regionale del partito è stato l’unico ad impegnarsi in prima persona per sostenere la candidatura di Antonella Sberna, esponente di FdI nel viterbese, ‘pilastro’ della componente di FdI riconducibile alla storica figura di Andrea Augello. Al contrario, l’assessore regionale Elena Palazzo e la ‘corrente’ degli ex An hanno appoggiato Civita Di Russo sin dal primo momento. A supporto dell’avvocato di origine formiana è sceso in campo anche il governatore Francesco Rocca. Lo stesso coordinatore provinciale Nicola Calandrini è stato spesso presente agli eventi della Di Russo e nella sua zona di riferimento (Latina), molti dei suoi ‘colonnelli’ avrebbero dato indicazione di votare la vice capo di gabinetto della Regione Lazio. Nonostante il vasto schieramento pro Di Russo, l’esito è stato clamoroso: la Sberna ha strappato in un territorio non suo, ben 9126 voti. Al contrario, la sud pontina Di Russo ne ha ottenuti poco più di 7000. Un risultato che evidenzia la grande rete capillare allestita da Tiero in tutti i Comuni della provincia, senza eguali nel partito.
IL ‘PESO’ DI STEFANELLI
Sconfitti perchè non eletti, ma soddisfatti per il risultato personale possono dirsi i candidati della Lega Franco Cardinale, 2.197 voti e la deputata di Latina Giovanna Miele 8.276 voti. Bene anche Federica Lauretti, 4.913 voti, avvocato, candidata con il Movimento 5 stelle per Latina, ha dimostrato un buon radicamento sul territorio, nonostante la poca esperienza politica. Per Alleanza Verdi e Sinistra, era in campo Paola Bernasconi, 2.536 voti, docente già candidata alle elezioni regionali del febbraio 2023. Mentre Sergio Ulgiati, originario di Latina e attualmente presidente del Comitato Etico e Scientifico di Europa Verde, ha ottenuto 2.128 preferenze. Chi può dirsi sicuramente orgoglioso del risultato è Gerardo Stefanelli. Il presidente della Provincia di Latina ha strappato circa 10.000 preferenze. A Minturno gli Stati Uniti d’Europa è risultato il primo partito con oltre il 30%. La sua affermazione personale non passa inosservata. Facile credere che il bottino di voti racimolato rappresenti solo l’inizio di un’altra scalata di Stefanelli al centrosinistra. Nell’area pontina, al momento, nessuno, nell’ambito della coalizione progressista, ha un consenso maggiore. L’impressione è che se il Pd vorrà rilanciare lo schieramento sul piano locale dovrà per forza di cose ricorrere all’apporto determinante del sindaco di Minturno.