“Non hanno partecipato alla lite iniziale: il violento pestaggio è anche ascrivibile agli altri imputati”, questa in sostanza la motivazione dei giudici della Corte d’Appello di Roma che ha portato al ritiro della condanna all’ergastolo (del 21 luglio scorso ndr.) nei confronti dei fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte.
Ai fratelli di Artena sono state concesse le attenuanti generiche e, di conseguenza, la riduzione della pena a 24 anni. Non cambia, invece, la condanna per gli altri imputati, Matteo Pincarelli a 21 anni e Francesco Belleggia a 23 come deciso dalla Corte d’Assise di Frosinone.
“Resta dato inalienabile, riferito da tutti i testi, dei micidiali colpi sferrati da Gabriele e Marco Bianchi contro Willy. Certa è anche la condotta violenta tenuta da Belleggia costituita in particolare nel colpire Willy con un calcio alla testa, nella fase finale del pestaggio”- si legge nelle motivazioni dei giudici – che hanno ripercorso i passi di quella terribile notte – “Deve ritenersi accertato che l’aggressione inizia con il violento calcio sferrato da Gabriele Bianchi al petto di Willy con tecnica d’arti marziali e con potenza tale da sospingerlo di schiena contro un’autovettura e al quale segue un pugno sferrato sempre da Gabriele Bianchi al momento in cui il giovane tenta di rialzarsi. A sua volta Marco Bianchi, in sinergia con il fratello, colpisce con un calcio al livello del collo e poi con un pugno in pancia un amico di Willy intervenuto a sua difesa e poi lo stesso Willy con calci e pugni». Pincarelli e Belleggia «si affiancano da subito ai fratelli Bianchi e colpiscono Willy con un violento calcio alla testa e con calci pugni quando ormai Willy e atterra inerme. Deve ritenersi accertato che tutti gli imputati hanno partecipato al brutale pestaggio di Willy colpendolo ripetutamente con violenza con calci pugni”.
I giudici hanno infine precisato che la lite in cui è rimasto coinvolto il giovane di Colleferro era già iniziata prima dell’arrivo dei fratelli Bianchi, il che secondo la Corte, costituisce un’attenuante: “Non si può non considerare che i fratelli Bianchi sono del tutto estranei al contrasto iniziale che ha poi provocato la violenta aggressione, che la condotta degli imputati si è esaurita in un breve lasso di tempo (circa 40/50 secondi) e che il violento pestaggio è anche ascrivibile agli altri imputati”.