Frosinone in ritiro a Castel di Sangro, con un nuovo tecnico, Leandro Greco, ed il suo staff. La vicenda di Vincenzo Vivarini alla guida dei giallazzurri appartiene già al passato. E’ durata nove giornate, doveva essere invece lunga e felice secondo gli auspici della dirigenza che aveva affidato al tecnico di Ari la stagione della rinascita. Il progetto è naufragato in fretta e certamente non era uno Stirpe soddisfatto quello che ha annunciato, pochi minuti fa, l’avvicendamento alla guida tecnica.
Il massimo dirigente del club ciociaro è parso visibilmente amareggiato per i responsi del campo e non solo. “Avevo chiesto cinque qualità, da utilizzare quale volano per una stagione che si annunciava inevitabilmente complicata. La prima era la pazienza e mi pare che non sia stata adoperata nel modo giusto da nessuna delle componenti, in primis da stampa e pubblico. Sono pertanto deluso dalla stampa, dal pubblico, dalla squadra e dal tecnico. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e purtroppo ci hanno portato ad assumere la dolorosa decisione di sollevare dall’incarico il tecnico Vivarini. E’ una decisione che io e il responsabile dell’area tecnica, Guido Angelozzi, abbiamo preso a malincuore, perché era nostra intenzione portare avanti un progetto con un tecnico che aveva mostrato eccellenti qualità. La fortuna non l’ha certo aiutato, perché contro la Sampdoria, contro lo Spezia e contro il Modena la squadra avrebbe meritato di vincere, ma purtroppo i risultati sono mancati”.
Ci tiene, Maurizio Stirpe, a sottolineare come le colpe del trainer non siano certo superiori a quelle di alcuni componenti della rosa: “Ci aspettavamo di più da alcuni elementi che erano già in organico e che quest’anno non stanno confermando le doti esibite nel recente passato. Inoltre molti giocatori nuovi arrivati pensano erroneamente che l’essere in Nazionale giustifichi la loro presenza in seno al Frosinone, ma è vero il contrario. Con l’impegno quotidiano e con quello che sapranno dimostrare con la maglia del club potranno eventualmente confermarsi degni della maglia azzurra, che deve essere una conseguenza e non un presupposto. La squadra sarà in ritiro e con un regolamento ben preciso e tornerà a casa solo quando tutti i giocatori avranno dimostrato spirito di sacrificio, abnegazione e impegno, elementi imprescindibili in un campionato di B che viene dopo quella retrocessione che ancora facciamo fatica a scrollarci di dosso”.
Ne ha per tutti, il patron frusinate, che non risparmia stilettate alla stampa e al pubblico. Alla prima rimprovera una capacità di analisi relativa e comunque condizionata dal sentimento popolare, al secondo ricorda che “i tifosi sono il vero proprietario del club, ma il proprietario non può in nessun caso diventare arrogante e supponente”.
Il messaggio è chiaro: remare nella stessa direzione per evitare disastri. Lo aveva detto anche il 24 giugno, in occasione della conferenza stampa che ha fatto da preludio a questa stagione. Lo ribadisce ora, in un momento in cui il campo ha fornito verdetti amari, ben oltre i timori, comunque presenti alla vigilia.
Sulla nuova guida tecnica, Maurizio Stirpe ci tiene a sottolineare che non si tratta di un traghettatore. Non è pertanto una soluzione provvisoria adottata in attesa di una scelta ulteriore. A Leandro Greco, che sta facendo benissimo con la Primavera, sarà affidata la prima squadra, nella speranza che il feeling con un gruppo giovane, che purtroppo non era stato trovato da Vivarini, possa essere l’arma vincente.
Non è al momento noto il nome del nuovo tecnico della Primavera, ma Alessandro Frara sta già lavorando per trovare una soluzione idonea.
Stirpe ha rassicurato sulle sue intenzioni di restare alla guida del club, smentendo voci di interessamenti da parte di imprenditori d’Oltreoceano. Non ci sarà uno zio d’America nel futuro prossimo del Frosinone, ma colui che da 23 anni regge la barra del timone, con 3 esperienze in serie A e 13 in serie B, risultati che rispetto a quelli di altri settori sono straordinari, se non sbalorditivi.
Ci sono 29 giornate per rimettere in piedi una squadra che ha al momento 4 punti di ritardo dalla salvezza diretta e 6 dall’ultimo posto utile per i play-off. Non sono proprio cifre da… crisi del 1929 e nemmeno da Apocalisse, a patto che i giocatori ritrovino quella voglia di combattere che solo a sprazzi è stata esibita. Nel segno della buona volontà e di quella pazienza che in tanti faticano ad esercitare.