Si fa spazio l’ipotesi che siano state delle esche avvelenate ad uccidere, nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, tre esemplari di lupi e quattro di grifoni. Due carcasse di lupo e le 4 dei grifoni sono state rinvenute dai volontari di Rewilding Apennines e di Salviamo l’Orso, durante un’attività di monitoraggio in un’area del territorio di Cocullo tra il Pnalm e il vicino Parco Naturale Regionale Sirente Velino. Un’altra carcassa di lupo, poi, è stata poi rinvenuta dai nuclei cinofili antiveleno dal Pnalm durante la successiva attività di bonifica.
Bocconi avvelenati: episodi già in passato e guerra tra tartufai e cacciatori
Si teme che si possa trattare solo di primi rinvenimenti e che gli animali morti potrebbero essere anche di più. Le carcasse sono state rinvenute nel raggio di 300 metri, circostanza che legittima il sospetto possa trattarsi, come detto, di avvelenamento. I sospetti che possa trattarsi di un’azione causata dal veleno sono rafforzati, poi, anche dalla circostanza che, già due anni fa e proprio nella stessa zona, diversi animali erano stato trovati morti per avvelenamento.
Nella zona interessata, purtroppo, il fenomeno è tutt’altro che isolato, soprattutto in prossimità del periodo che precede la cosiddetta “monticazione”, cioè l’attività di conduzione del bestiame ai pascoli di alta quota. Ma gli animali, molto più spesso, pagano con la morte anche il prezzo dell’infinità “guerra” tra raccoglitori di tartufi e cacciatori, che tentano di “fare fuori” con bocconi avvelenati i cani da fiuto dei concorrenti.
Episodio all’attenzione di carabinieri forestali, Asl e istituto di zooprofilassi
Dopo il rinvenimento delle carcasse, sul sito sono interventi sia i carabinieri forestali di Roccaraso che il servizio veterinario Asl dell’Aquila. Da parte sua il Pnalm ha fatto intervenire i “nuclei cinofili antiveleno” per bonificare l’area a rischio e, come anticipato, le squadre di ricerca hanno rinvenuto un’altra carcassa di lupo. Spetterà comunque all’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise, al di là di legittimi sospetti e preoccupazioni, stabilire le cause di morte degli animali ritrovati.
I grifoni, necrofagi obbligati, “sentinelle” del territorio
Nel frattempo, gli animalisti mettono in evidenza l’importante ruolo che i grifoni, necrofagi obbligati (cioè si nutrono di animali morti e quindi finiscono per mangiare le carni delle carcasse avvelenate) svolgono nel monitorare e rilevare casi di avvelenamento: “Sono delle vere e proprie sentinelle del territorio e il monitoraggio dei grifoni dotati di trasmettitore GPS condotto da Rewilding Apennines e dai Carabinieri Biodiversità di Castel di Sangro, può anche consentire l’immediata scoperta di situazioni pericolose e di attivare il relativo protocollo per arrestare la catena di morte della fauna e bonificare l’area”.
Ad aprile due grifoni e un puledro morto ad Atina
A fine dello scorso mese di aprile, una squadra di Rewilding Apennines aveva trovato altri 2 grifoni deceduti anche in Valle di Comino, nel comune di Atina, dove erano intervenuti poi i carabinieri forestali della stessa Città sannita e il personale della Asl di Frosinone. Le due carcasse dei volatili erano state rinvenute vicino ai resti di un puledro, di cui si erano probabilmente nutriti.