Avanti piano, ma con determinazione. E’ questa la linea di Azione in provincia di Frosinone: l’adesione del sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini ha fatto molto rumore, soprattutto nel Pd e in particolare in Pensare Democratico, il correntone maggioritario di Francesco De Angelis. Azione non ha fretta. Sa che i malumori dalle parti dei Dem cresceranno. Basta attendere.
Calenda: attenzione a sinistra ma pure a destra
Lo strappo di Massimiliano Quadrini, che ieri ha precisato di non avere avuto nessuno scontro con Mauro Buschini (anzi lo ha ringraziato per quanto ha fatto da Consigliere regionale per Isola del Liri) ha una spiegazione precisa: promesse disattese e mancanza di spazi all’interno del Pd. Al sindaco l’indicazione data era quella di votare per Enrico Pittiglio al consiglio provinciale. Lui, poi, sarebbe stato candidato alla presidenza. Subito dopo ha scoperto che la promessa non poteva essere mantenuta. Perché un sindaco con meno di diciotto mesi di mandato davanti non può essere candidato. Quel termine per lui scade il 23 novembre e servirebbe che le elezioni si tenessero prima di quella data.
Antonio Pompeo termina il mandato il 31 ottobre, quindi dovrebbe dimettersi prima o fissare immediatamente le elezioni. Il presidente in carica non ha alcuna intenzione di farlo perché preferisce prendersi tutti i novanta giorni che la legge prevede e arrivare alla candidatura alle regionali da presidente appena cessato dalla carica. Massimiliano Quadrini ha compreso che non avrebbe avuto mezza possibilità. Inoltre alle provinciali è stata candidata ed eletta Antonella Di Pucchio, proprio nel Pd. Sua rivale storica al Comune di Isola. Molti “grandi elettori” l’hanno votata.
Altro segnale. Infine, il patto di ferro tra Francesco De Angelis e il sindaco di Sora Luca Di Stefano, che ha portato all’elezione a Palazzo Iacobucci di Alessandro Mosticone. Quadrini che si nutre di politica da quando respira, ha immaginato il passaggio successivo: la candidatura di Luca Di Stefano alla presidenza della Provincia. Il sindaco di Sora e non quello di Isola del Liri. Il derby è sempre derby. Contemporaneamente iniziavano a diffondersi delle indiscrezioni che non escludono la candidatura alle regionali, nella lista del designato alla presidenza (probabilmente Daniele Leodori), di Enzo Di Stefano, papà di Luca.
Per Massimiliano Quadrini non c’era altro su cui riflettere. Tanti amministratori locali del Pd stanno adesso valutando il da farsi, se seguire Quadrini in Azione. Primo fra tutti Adamo Pantano, sindaco di Posta Fibreno. Ma nessuno ha fretta, anche perché tutti vogliono capire se il Pd ha intenzione di correre ai ripari oppure no. Un discorso a parte merita Domenico Alfieri, sindaco di Paliano, che è stato segretario e presidente provinciale del Partito Democratico. Naturalmente è corteggiatissimo dalle parti di Calenda.
Alfieri è uno che le cose è abituato a dirle in faccia: lo ha fatto sia con Francesco Scalia che con Francesco De Angelis. Per il momento sta valutandola situazione, ma il punto di rottura è vicinissimo.
Il segretario provinciale di Azione Antonello Antonellis conosce benissimo il Pd (nel quale ha militato). Non è un caso che con Calenda abbiano aderito due ex consiglieri provinciali dei Democratici: prima Alessandra Sardellitti e poi Massimiliano Quadrini.
Azione però guarda a tutto campo, perfino nel centrodestra. Si parla di una possibile candidatura al consiglio comunale di Frosinone di Giuseppe Patrizi, ex commissario della Provincia ed ex esponente di Forza Italia e della Lega. Ma si parla soprattutto di contatti che potrebbero essere avviati presto con due sindaci come Anselmo Rotondo (Pontecorvo) e Peppe Sacco (Roccasecca).
L’effetto imbuto che crea fibrillazioni nelle correnti Dem
Ma perché nel Partito Democratico provinciale sta succedendo questo? Perché si stanno aprendo crepe perfino in Pensare Democratico? Naturalmente le motivazioni sono diverse. L’asse tra Francesco De Angelis e Antonio Pompeo ha creato una fibrillazione costante nelle rispettive correnti. Nel 2023 le candidature pesanti saranno quattro. Una al Parlamento. E in ballo c’è il leader Francesco De Angelis. Tre alla Regione: Mauro Buschini, Sara Battisti e Antonio Pompeo. Alla Regione Lazio non è scontato che il centrosinistra possa vincere ancora e in questo caso ci sarebbe un solo eletto. Ma se anche dovesse vincere, uno resterebbe fuori. Impensabile chiedere a uno tra Buschini e Battisti di non ricandidarsi. Impensabile dire no ad Antonio Pompeo. In questo modo però sono già saltati tutti gli equilibri. E poi, negli ultimi mesi alle manifestazioni del Pd si rivede Francesco Scalia. Non che l’ex senatore pensi di tornare nell’agone politico (mai dire mai però), probabilmente si sta muovendo per Pompeo. D’accordo con De Angelis?
Altro elemento: alle provinciali la lista l’hanno fatta Francesco De Angelis e Antonio Pompeo. Tutti gli altri esponenti importanti del Pd quali spazi hanno? Nessuno.
Massimiliano Quadrini ha sbattuto la porta, mettendo in preallarme anche altri: da Enzo Salera (Cassino) a Domenico Alfieri (Paliano). Sta venendo meno la capacità della classe dirigente del Partito Democratico di dare prospettive. E di reggere quel mondo che fino ad oggi era rimasto compatto anche per la filiera virtuosa Regione-Provincia-Comuni. Filiera che, grazie ai tanti finanziamenti regionali, aveva permesso a molti sindaci di crescere nel gradimento dei propri concittadini.