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Parte la ‘mission impossible’ di Memmo Marzi

Licandro Licantropo
Il cambio di passo di Marzi è anche una questione di mimica e di colori. Il candidato sindaco sfida il centrodestra: “Raccontate tante fesserie, sono pronto ad un contraddittorio, carte alla mano”
Maggio 4, 2022

E’ la mimica a far capire che il cambio di passo c’è stato: calibrata, puntuale, mai eccessiva. Se l’intento era quello di trasmettere sicurezza, il risultato è stato centrato. Domenico Marzi (completo grigio, cravatta blu) ha inaugurato il comitato elettorale con la determinazione di chi sa che il momento decisivo inizia adesso.

L’organizzazione è curata in ogni minimo dettaglio, iniziando dai colori: blu, verde e giallo, con un gioco di luci che è impossibile non notare. Campeggia la scritta: Frosinone, forte e chiaro.

NESSUN REVIVAL MA VOGLIA DI GOVERNARE

Marzi lo mette in chiaro subito: “Mi dà fastidio dover parlare di temi di venti anni fa, ma sono costretto a farlo perché gli avversari li tirano in ballo. A me interessa governare per ridare a Frosinone la centralità che merita”. Non nomina mai Nicola Ottaviani e neppure Riccardo Mastrangeli. Affronta però tutti gli argomenti principali, con un obiettivo: smontare la “narrazione” che è stata fatta dall’Amministrazione di centrodestra.

Ricorda che “l’impianto di risalita, inaugurato due volte da questa Giunta, è fermo da un anno”. Dice che il merito della realizzazione dello stadio è del Frosinone di Maurizio Stirpe e aggiunge che il Comune poteva spendere “le risorse utilizzate per la città e non per una struttura che Stirpe avrebbe ultimato da solo”.

Afferma che la nuova sede del Palazzo comunale è stata acquistata, non costruita. E che “la formula finanziaria utilizzata produce inevitabilmente un debito”. Continua: “Inevitabilmente amministrare produce debiti, ma questo vale anche per il passato e non è vero che sono state determinate situazioni non conformi, perché altrimenti sarebbe intervenuta la Corte dei Conti e così non è stato”.

Ricorda la canzone di Gino Paoli: “Un mese fa eravamo quattro amici al bar, ma evito di cantarla perché alla fine ne rimane uno solo. Oggi invece guardate quanti siamo”. E’ un fiume in piena e legge un report della Fondazione Etica, “a giudizio della quale Frosinone è al novantesimo posto (su 105 capoluoghi di provincia) nella capacità di realizzazione dei progetti e questo vuol dire che in dieci anni non c’è stata eccellenza di programmazione e di spesa. E il bello è che adesso ci spiegheranno come intendono spendere le risorse del Pnrr, mentre in realtà le cose stanno diversamente”.

CHI C’ERA ALL’INAUGURAZIONE

Si sono visti gli assessori simbolo delle due giunte di Domenico Marzi, vale a dire Danilo Giaccari e Maurizio Ferrante. C’era Fabio Marchetti, ex capo di Gabinetto dell’attuale candidato. In prima fila il sindaco di Paliano Domenico Alfieri e questa è una notizia perché da tempo non si vedeva in eventi dove c’erano tutti i leader del Pd: Francesco De Angelis, Sara Battisti, Mauro Buschini, Antonio Pompeo, Luca Fantini. Alfieri è in aperto disaccordo con il partito su quasi tutto, ma non sulla candidatura di Domenico Marzi evidentemente. Ci sono Michele Marini e i tre Pizzutelli: Angelo (capogruppo del Pd), Stefano (Frosinone in Comune) e Gianfranco (Polo Civico). Biagio Cacciola e Luigi Vacana discutono con Valentina Calcagni e Alessandra Mandarelli. Arriva Fernando Picchi, che sarà candidato nel Polo Civico. Fa capolino Carmine Tucci, si rivedono Giulio Turriziani, Amedeo Di Sora, Daniela Testa.

Marzi ringrazia tutti, ma non concede neppure un secondo all’amarcord. E’ proiettato in avanti per giocarsi tutte le carte di una partita che resta complicata e in salita. Ma la volontà di provarci fino in fondo è forte e si nota.  Sintetizza: “Come ho avuto modo di spiegare, su diversi argomenti sono state dette delle fesserie. Sono pronto ad un contraddittorio vero con le carte, ma forse è arrivato il momento di mettere dei tabelloni luminosi con i  giorni che mancano alla fine di un fallimento amministrativo durato dieci anni”.

E’ presto per dire se davvero la corsa alla fascia tricolore di Frosinone può effettivamente riaprirsi, ma di sicuro il confronto-scontro promette di essere interessante. “Frosinone è una città che negli ultimi anni si è svuotata e impoverita di idee e di persone, penalizzando soprattutto le nuove generazioni e le donne”: è questo il terreno che Marzi delimita per la campagna elettorale. Sa che deve rincorrere e che difficilmente Riccardo Mastrangeli gli concederà il contraddittorio su tutti i temi. Ma intanto fa capire che la musica è cambiata. Fuori i secondi.

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