Il fascino immutato della corsa rosa varca i confini e abbraccia l’Ungheria. Per il suo 105^ compleanno, il Giro d’Italia si è infatti concesso un tocco esotico fin dall’avvio. Non è una novità assoluta, perché è accaduto sovente che il percorso del Giro uscisse dallo Stivale, per esportare la passione, l’organizzazione, le emozioni e i sogni che viaggiano per tre settimane sulle due ruote della fatica. Sarà un’edizione bellissima per il percorso, ma meno memorabile per i protagonisti.
Tanti, troppi big dell’attuale movimento ciclistico diserteranno infatti la corsa rosa 2022. L’infortunio occorso a Bernal priva il Giro del suo ultimo vincitore e consegna all’ecuadoriano Carapaz l’ideale testimone. Scalatore puro, già vincitore del Giro, il coraggioso Richard avrà in un percorso molto impegnativo il suo principale alleato. A dargli ulteriori certezze sarà la sua squadra, la Ineos, che da due anni s’impone nella corsa rosa con interpreti diversi e punta decisa al tris.
Torneranno salite che hanno fatto la storia di questa corsa: su tutte il Mortirolo e la Marmolada, che evocano le imprese del “Pirata” Marco Pantani, ultimo grande grimpeur capace di rapire l’immaginazione e portarla fin lassù, a un passo dalle nuvole. Il primo assaggio di salita impegnativa avverrà in Sicilia, lungo i 22 chilometri dell’Etna, ma forse a disegnare la classifica in modo più credibile sarà la tappa che porterà i “girini” da Isernia al Blockhouse.
Chi potrà insidiare Carapaz ed impedirgli d’indossare la maglia rosa a Verona, sede dell’ultima tappa? Qualche addetto ai lavori risponde Almeida, 23enne della Uae Emirates, squadra di Pogacar, qualche altro, più ardimentoso, avanza l’ipotesi Miguel Angel Lopez, che avrà quale luogotenente Vincenzo Nibali, uno che sa bene come si vince il Giro. Anche Tom Dumoulin e Simon Yates sono corridori in grado di gestire le tre settimane e le ansie da classifica, sempreché la forma li sorregga in modo adeguato. E i nostri? Andranno presumibilmente a caccia di soddisfazioni di giornata, e la storia del Giro ci dirà con quante concrete possibilità di figurare degnamente in classifica generale.
Nibali e il veterano Pozzovivo non sembrano avere velleità specifiche e nell’ottica delle vittorie di tappa non avremo né Elia Viviani né Filippone Ganna, forse deluso dai pochissimi chilometri destinati alle prove a cronometro. Anche Caruso, secondo l’anno scorso, ha scelto il Tour e così le speranze sono affidate a qualche giovane che potrà rivelarsi già pronto per una corsa lunga e massacrante. Si parte oggi, con una tappa impegnativa, che prevede l’arrivo al Castello di Visegrad, dopo un’ascesa con pendenza media del 5%. Chi ha gambe e cuore può già stupire