Quando un congresso si snoda attraverso ricorsi e controdeduzioni vuol dire che la politica ha fallito. E’ quello che sta succedendo nel Pd provinciale. Sul tesseramento 2024 sta succedendo di tutto: dopo le dimissioni di cinque membri della commissione congressuale (appartenenti a Rete Democratica di Sara Battisti e a Base Riformista di Antonio Pompeo) e poi del presidente della stessa Alberto Tanzilli, la situazione è stata presa in carico dall’organismo di garanzia regionale. Nel frattempo c’è stata la mossa degli esponenti di AreaDem di Francesco De Angelis, che hanno portato all’attenzione delle commissioni di garanzia regionale e nazionale diversi episodi che a loro giudizio evidenzierebbero delle anomalie sulla fase del tesseramento. Chissà quanto tempo occorrerà per dipanare la questione. Politica7 ribadisce il proprio pensiero: senza una soluzione di tipo “politico” sarà complicato non soltanto celebrare il congresso, ma perfino ritrovare le ragioni dell’unità per affrontare al meglio gli appuntamenti delle elezioni comunali e tutto il resto. Ieri sera c’è stata una riunione di AreaDem, fortemente voluta da Francesco De Angelis. Il quale ha suonato la carica per il sostegno senza se e senza ma ad Achille Migliorelli, appoggiato pure da Parte da Noi di Danilo Grossi e Nazzareno Pilozzi.La direzione regionale del partito ha fissato per il 20 gennaio la data per la presentazione delle candidature alla segreteria, ma con questa mole di ricorsi e controdeduzioni sarà complicato definire la platea congressuale. Luca Fantini, segretario uscente, è il designato di Rete Democratica di Sara Battisti e di Base Riformista di Antonio Pompeo. Entrambi, Migliorelli e Fantini, si erano preparati per un confronto nei circoli, davanti agli iscritti. Sulle mozioni e quindi sulle idee. Dovranno aspettare le decisioni sui ricorsi. Il segretario regionale Daniele Leodori sta osservando l’evolversi della situazione. In attesa di capire il momento opportuno per calare sul tavolo una proposta di “pacificazione”. Perfino lui, però, è consapevole delle difficoltà in una fase nella quale manca l’elemento essenziale: il riconoscimento dell’avversario, in questo caso interno. Mai il Pd provinciale era arrivato ad un bivio del genere. A dominare sono le polemiche, le contrapposizioni e gli inevitabili veleni.
LO SCATTO ATTESO PER LA SANITA’
Il presidente della Regione Francesco Rocca, che amministra in prima persona la delega alla sanità, sta procedendo alla nomina dei direttori generali in diverse Asl del Lazio. Toccherà anche a Frosinone, dove dal 1° novembre 2023 alla guida c’è la dottoressa Sabrina Pulvirenti, indicata come commissario straordinario. Ha operato con competenza, scrupolo e professionalità. A mancare è stato un rapporto forte di confronto e condivisione con il territorio e quindi anche con gli amministratori. Aspetto fondamentale in un’Azienda Sanitaria come quella di Frosinone, dove ci sono 91 Comuni e 3 grandi ospedali. La sanità è la materia più importante tra le competenze di una Regione. I massimi esponenti di Fratelli d’Italia, il parlamentare Massimo Ruspandini e i consiglieri regionali Daniele Maura e Alessia Savo, sono determinati a chiedere che venga individuato un direttore generale del territorio. Perché un manager del posto conosce bene le dinamiche e le esigenze, sotto ogni punto di vista. Perfettamente normale che la politica si occupi di questo, vale a dire di delineare le soluzioni migliori. Tra i profili che potrebbero essere presi in considerazione i “rumors” ne indicano due. Quello della dottoressa Manuela Mizzoni: curriculum di prima fascia nella sanità privata ma anche nel settore pubblico, considerando le esperienze alla Camera di Commercio, a Innova, ad Aspin e adesso all’Asp di Frosinone. E quello dell’ingegnere Mauro Palmieri, responsabile dell’unità operativa complessa Patrimonio della Asl. Che in questi anni ha portato avanti la realizzazione di numerose opere in ambito aziendale. Tra queste la Rems di Ceccano quasi pronta per il taglio del nastro. L’ultima parola, come è giusto che sia, dovrà pronunciarla Francesco Rocca. Sulla scorta dell’analisi dei risultati e delle necessità di un territorio che ha l’ambizione di avviare una fase di rilancio in tutti settori e che è stanco dei continui “commissariamenti” decisi a tavolino nella logica di uno scacchiere regionale sordo alle esigenze di sindaci e amministratori locali. Errore tra l’altro che il centrodestra ha sempre addebitato a gran voce alle giunte di centrosinistra dei vari Badaloni, Marrazzo e Zingaretti. Continuare a non capire la complessità di un’azienda come quella della provincia di Frosinone sarebbe un errore troppo grave. Contando i “nulla di fatto” registrati negli anni con i professionisti imposti “alla cieca” dalla politica dei palazzi romani.