Pd, la linea dura di Sara Battisti è un boomerang. Frosinone, senza Tagliaferri Mastrangeli perde un elemento di mediazione

Di Francesco De Angelis non ha né il carisma né la capacità di mediazione, di convincimento e di aggregazione. Guida Pensare Democratico con la logica rigida dei numeri, senza preoccuparsi mai di unire le anime del partito attraverso la politica.

Sara Battisti, però, è convinta di avere ragione e prosegue lungo la strada dello scontro e della conta. Ieri sera si è svolta l’ennesima riunione dei consiglieri provinciali per tentare di arrivare ad una soluzione per le deleghe. Il vertice è stato nervoso e spigoloso. Con Sara Battisti ad inasprire la rigidità di una linea che sta portando il Pd nel baratro.

PENSARE DEMOCRATICO E GLI ALTRI

I consiglieri provinciali sono 5, eletti in una lista di centrosinistra (La Provincia dei Cittadini) che è rimasta soltanto nella forma mentre è già archiviata nella sostanza. Gli uomini di Pensare Democratico sono 3: Alessandro Mosticone, Luigi Vittori e Enrico Pittiglio. Mentre Gino Ranaldi è espressione del sindaco di Cassino Enzo Salera e Antonella Di Pucchio di Antonio Pompeo. Sara Battisti non vuole sentire ragioni: vicepresidenza a Enrico Pittiglio, viabilità a Luigi Vittori. Per gli altri le briciole. Inutili i tentativi per far capire che magari la vicepresidenza a Gino Ranaldi avrebbe un senso politico visto che Cassino va al voto. Al massimo Ranaldi potrà fare il capogruppo, carica secondaria e completamente ininfluente da quando è in vigore la legge Del Rio. Un nuovo capitolo dello scontro con Enzo Salera? Alle provinciali il sindaco di Cassino ha imposto la sua linea mettendo in campo Ranaldi. Mentre Sara Battisti ha dovuto attuare la ritirata strategica sulla posizione di Barbara Di Rollo.

Mentre per Antonella Di Pucchio non si andrà oltre le pari opportunità. Quando invece un segnale diverso servirebbe a gettare un ponte verso Antonio Pompeo, marginalizzato da oltre un anno nonostante le 15.000 preferenze alle regionali, fondamentali per l’elezione della stessa Sara Battisti. Se poi Battisti sarà davvero candidata alle europee, i voti della componente di Pompeo potrebbero essere utili. Ma la consigliera regionale va avanti per la sua strada: rigida, chiusa e senza uscita politica.

IL MUTAMENTO NEL PD

Per Sara Battisti conta il fatto che i primi tre eletti alle provinciali (Mosticone, Vittori, Pittiglio) sono di Pensare Democratico. In realtà nel Pd sono successe tante cose negli ultimi anni. Alessandro Mosticone è un consigliere comunale di Sora fedelissimo di Luca Di Stefano. Il fatto che sia arrivato primo (grazie soprattutto al sostegno del presidente della Provincia) non ha entusiasmato tutti nel partito. Anzi. Mosticone potrebbe perfino non prendere alcuna delega. Luca Di Stefano non è un iscritto del Pd, ha un ruolo istituzionale che gli impone di avere ottimi rapporti con tutti. Il feeling politico con Francesco Rocca e con Fratelli d’Italia è evidente: che succede se dovesse cedere al… corteggiamento? Luigi Vittori alle riunioni del Pd si presenta sempre con il sindaco di Ferentino Piergianni Fiorletta. Stessa cosa fa Gino Ranaldi con Enzo Salera (Cassino). Nel partito c’è ormai una dimensione legata fortemente ai singoli Comuni. Salera, Fiorletta ed altri non rispondono alle logiche delle correnti. Francesco De Angelis, da presidente regionale, sta provando a volare alto. Luca Fantini è concentrato sulla conferma a segretario (si voterà in estate). Perciò a dirigere le danze è Sara Battisti, che però mette paletti e bandierine. I malumori stanno aumentando, sia nel partito che in Pensare Democratico.

LA SCELTA DEL NUOVO ASSESSORE: UN PASSAGGIO DELICATO PER IL FUTURO DELL’AMMINISTRAZIONE

Riccardo Mastrangeli  perde un punto di riferimento e un elemento di mediazione e moderazione all’interno dell’intera maggioranza, non soltanto della giunta. Fabio Tagliaferri (nuovo presidente di Ales spa) non è stato soltanto l’assessore ai servizi sociali ma anche il referente di Fratelli d’Italia. Insieme a Massimo Ruspandini aveva garantito l’alleanza del centrodestra nonostante i molteplici strappi della Lega di Nicola Ottaviani. Proprio la scelta di Mastrangeli aveva rappresentato una svolta. Ma in questi quasi due anni le tensioni non sono mancate. A volte si è arrivati ad un passo dal punto di non ritorno. E’ stato Fabio Tagliaferri anche in linea con Massimo Ruspandini a evitare che la situazione precipitasse: in FdI in tanti erano pronti ad andare allo scontro. Adesso c’è la necessità di indicare il nuovo assessore. Contemporaneamente Riccardo Mastrangeli dovrà mantenere un filo diretto con Fratelli d’Italia e con Massimo Ruspandini. Il Comune capoluogo, pur con la notevole forza rappresentativa di Nicola Ottaviani è sempre di meno un feudo della Lega. L’uscita dalla giunta di Fabio Tagliaferri toglie a Mastrangeli un “facilitatore” che si è rivelato utilissimo in molte circostanze per smussare gli angoli. Ecco perché la scelta del nuovo assessore è un passaggio decisivo non solo per gli equilibri interni del partito di Giorgia Meloni ma anche per il futuro è la stabilità dell’amministrazione di Riccardo Mastrangeli.