A distanza di più di cinquanta giorni dalle elezioni provinciali, le deleghe ai consiglieri non sono state ancora assegnate. Dopo che il presidente Luca Di Stefano aveva detto ai partiti e ai gruppi che intendeva chiudere la questione in pochi giorni. Al massimo subito dopo le festività natalizie. Invece ancora nulla. Ma perché?
LA SITUAZIONE DEL PD
Se si parla con i dirigenti Dem si riceve sempre la solita (monotona) risposta: è tutto pronto. Non sembra affatto. Se invece si sonda il terreno con le seconde, terze e quarte linee, arrivano ricostruzioni probabilmente più rispondenti alla realtà dei fatti: si vuole capire se ci saranno candidature eleggibili alle europee. Per la verità una possibilità può giocarsela soltanto Sara Battisti. Francesco De Angelis salterà un giro per cercare poi di giocarsi le sue carte alle politiche del 2027. Per la Battisti è diverso: le 17.000 preferenze alle regionali di un anno fa sono un buon punto di partenza. Però bisogna ragionare nella prospettiva di un collegio che comprende Lazio, Toscana, Umbria e Marche. Occorre un asse di ferro tra le province di Latina e Frosinone innanzitutto. Quindi servirebbe un’intesa che passi dalla Capitale: Sara Battisti è nelle condizioni di provarci, soprattutto per il peso e l’influenza di Albino Ruberti. Potrebbe avere il sostegno del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e del deputato Claudio Mancini. Nel solco dell’alleanza che ha contribuito all’elezione plebiscitaria di Daniele Leodori alla segreteria regionale del partito. Con Francesco De Angelis presidente. Tornando alla situazione della Provincia, il ruolo di “vice” per Enrico Pittiglio (che però lo merita a prescindere, considerando la sua storia nel partito) rappresenterebbe un segnale inequivocabile. Una candidatura di Sara Battisti alle europee spingerebbe ad una riflessione profonda Antonio Pompeo, che potrebbe subentrarle in consiglio regionale in caso di successo. Se invece la Battisti non dovesse essere inserita in lista, tutto si complicherebbe. In programma a giugno ci sono pure le comunali. A parte Cassino, dove Enzo Salera sta facendo il bello e cattivo tempo perché ritiene di non avere avversari (ma non sottovaluti il centrodestra), per il resto prevale il caos. A Veroli nessun passo avanti nello stallo determinato dai due nomi più importanti sul tavolo: Assunta Parente e Francesca Cerquozzi. Con una sintesi possibile che conduce a Mauro Buschini. Con la gran parte delle liste civiche che hanno sostenuto Simone Cretaro pronte a guardare altrove. In primis a Germano Caperna. Risultato? Centrosinistra in frantumi, diviso e indebolito. Come ad Anagni e Alatri. Situazione surreale pure a Isola del Liri: Pensare Democratico di De Angelis e Battisti comunque con Massimiliano Quadrini (Azione), Antonella di Pucchio (consigliere provinciale del Pd di credo pompeiano) candidata a sindaco per conto proprio. Però su queste situazioni locali le candidature alle europee non avranno conseguenze.
LE MANOVRE NELLA LEGA
A Mario Abbruzzese va dato atto del pregio della chiarezza. Da mesi ripete che il suo obiettivo è candidarsi alle europee e che non ci saranno problemi per l’inserimento in lista.
D’altronde l’ex presidente del Consiglio regionale conosce bene la necessità della Lega di confermare il dato di Frosinone delle regionali e da vecchia volpe della politica ha intuito come la sua candidatura crei enormi problemi di competitività ad un candidato, come Cangemi, pur sostenuto da tutto l’apparato del Carroccio.
D’altronde il suo ragionamento “ad adiuvandum” delle esigenze di Salvini & Co. molto difficilmente potrà essere messo in discussione dai vertici regionali del partito. Che difficilmente riusciranno a trovare il modo di fermare l’imponente macchina organizzativa di Abbruzzese che si è messa in moto, sotto traccia, da quasi un anno.
E sono delle “boutade” quelle tesi che sostengono che la partita della candidatura si possa risolvere con la sostituzione in giunta di Ciacciarelli. Questa volta Abbruzzese, che al contrario di Cangemi dimostra di non temere la candidatura del forte rappresentante romano della Lega, vuole riaffermare il dirittto sacrosanto alla rappresentatività per chi ha i voti. Per chi riesce a far scrivere il proprio nome sulla scheda per l’Europa.
E di tutto questo, al momento, ha maledettamente bisogno la Lega.
Il resto sono chiacchiere di Carnevale.